8 MARZO
Un giorno che non dovrebbe essere diverso dagli altri, per riflettere un vero cambiamento rispetto al passato. Viviamo ancora di pregiudizi
e discriminazioni. La donna, quale ruolo occupa nella nostra società? Assente ingiustificata nelle antologie; rare, quasi uniche, le apparizioni
documentate nell'evoluzione storico-umana. È un percorso recente quello che porta la volontà di studiare il recupero di tracce e documenti
che parlano di donne. Anche il nostro impegno va in questa direzione, con approfondimenti, studi e valorizzazioni. Come la ricerca
storico-filologica di Ivana Moser intorno alla Letteratura al femminile, o come il recupero storico di Francesco Bonanni, volto all'attenzione
verso quelle donne che hanno saputo imporsi nella Storia, nei rari episodi di non oblìo. Tra gli amici del Simposio ci sono e ci sono
state grandi Amiche. Quest’anno ricordiamo Gabriella Candiolo, nata il 1° marzo 1941. Quando l’abbiamo conosciuta, viveva una vecchiaia
di solitudine e provava su di sé l'abbandono dei tanti amici di un tempo. Era stata una cantante di successo nei grandi Teatri d’opera.
Una breve carriera, diceva: - anche quella vissuta in solitudine. Reagiva dedicandosi all’arte. «Ho sempre amato dipingere […] dipingere
era il mio spazio silenzioso nelle notti insonni della giovinezza». Era la passione di un cuore generoso che donava le sue opere per
sentirsi amata. E noi tutti l’amavamo. «Sì, perché il tuo sorriso, la tua simpatia, il tuo sapere, la tua cordialità e discrezione, erano diventati
per noi un comune legame. […] e la tua freschezza, la tua spontaneità e il tuo amore per la vita mal tradivano la tua tarda età!» scrisse
Carlo Liberatori il 21 ottobre 2019, nel giorno in cui Gabriella ci lasciò. Giuliana
SCRITTURA
AL FEMMINILE
Rubrica aperta a tutti
QUERELLE DES FEMMES
LUCREZIA MARINELLI
o MARINELLA - 1571 - 1653:
la seconda “ribelle” veneziana
di Ivana Moser
VITA E FORMAZIONE CULTURALE
Lucrezia Marinelli o Marinella nasce a Venezia nel
1571 e muore nella stessa città nel 1653. Deve la sua
formazione culturale ad un particolare ambito familiare:
una famiglia benestante, una casa piena di libri, un ambiente
in cui la cultura era altamente apprezzata. In primis
è il padre Giovanni
ad occuparsi dell’educazione
e formazione di
Lucrezia. Medico e
scienziato molto conosciuto
e apprezzato per
la sua erudizione, uomo
molto versatile e cultore
di Aristotele, Giovanni
Marinelli è attivo anche
come scrittore. Fra le
tante sue opere anche
due relative al mondo
femminile e indirizzate
espressamente alle donne,
alle gentili et honeste
donne. Dopo la morte
del padre e fino al matrimonio
di Lucrezia, è il
fratello Curzio, medico e
filosofo, a rivestire un ruolo particolarmente incisivo per
la carriera della sorella-scrittrice. Lucrezia standosene
nella sua camera tutto il giorno rinchiusa, e attendendo
con vivo spirito a gli studi de le belle lettere, vi ha fatto
meraviglioso profitto (Giovanni Stringa 1604). Già, perché
queste erano le condizioni delle donne che volevano
studiare tra la fine del Cinquecento e il Seicento: chiuse
e (abbastanza) isolate. O in casa o in convento.
ATTIVITÀ LETTERARIA
Scrittrice prolifica, Lucrezia Marinella si è misurata con
diversi generi letterari anche se la sua produzione consiste
per lo più in opere agiografiche, che ne fanno in apparenza
esempio quasi paradigmatico di letteratura della
Controriforma: diverse vite di sante e un’opera dedicata
alla Vergine Maria. Altre sue opere: poemi eroici e di argomento
mitologico, romanzi pastorali e l’opera indiscutibilmente
singolare del Trattato sulla nobiltà e
l’eccellenza delle donne. Il trait d’union delle sue opere
è l’attenzione per il “femminile”, rappresentato da soggetti
femminili, siano queste sante o personaggi fittizi
LA NOBILITÀ ET ECCELLENZA DELLE DONNE
ET I DIFETTI E MANCAMENTI DE GLI
HUOMINI (1600): un trattato, una sorta di manifesto,
una rivendicazione femminista, che Marinella scrive in
veste di risposta all’opera misogina del ravennate Giuseppe
Passi, I donneschi diffetti (1599), uno dei più maligni
attacchi alle donne di quel periodo. Il contrattacco
di Lucrezia Marinella è evidente e proclamato nell’introduzione
all’opera, dove Marinella chiama in causa il
capostipite della misoginia Aristotele […] ma credo ben
io, che o sdegno, o odio, o invidia movesse Aristotile in
diversi libri a dir male, e a vituperare il sesso donnesco
[affermando] contra ogni ragione, che le donne sieno
imperfette in comparazione de maschi. […] Onde debbono
in tutto, e per tutto le donne ubedirea’ maschi, né
cercar quello, che si facci fuori di casa. […]
E similmente io penso, che si sia mossi a scrivere un libro
intitolato i Donneschi diffetti di Giuseppe Passi,
Academico informe. Se invidia e sdegno o altro abbia
mosso anch’egli, io non lo saprei ben dire; ma Dio gli
perdoni.
Con la revisione delle basi della filosofia misogina, Marinella
vuole dimostrare come l’inferiorità delle donne
sia un’ideologia che serve scopi ben precisi: mantenere
il controllo sulle donne e sottometterle e, tralasciando le
donne dai libri storici, proibire loro di studiare e di essere
coinvolte nella vita pubblica. Marinella si spinge oltre
l’idea di parità fra uomo e donna e afferma anzi la superiorità
delle donne rispetto agli uomini, narrando nella
prima parte della sua opera le vicende di moltissime
donne illustri e rivendicando un ruolo diverso della donna
in ambiti e ruoli da sempre riservati all’uomo. Qui le
donne citate vengono presentate forti et intrepide con innumerevoli
esempi di coraggio, abnegazione e sprezzo
della morte. Nella seconda parte dell’opera Marinella
procede a maltrattare piuttosto duramente l’altro genere,
evidenziandone ogni sorta di difetti e dimostrandoli con
esempi storici.
Oltre a rivendicare con citazioni autorevolissime la dignità
femminile, ridonando alle donne l’anima che la filosofia
aristotelica aveva loro sottratto e attestando che
da superiore cagione nasce la beltà e la maestà del corpo
della donna stessa, Lucrezia conferisce alle donne
identica capacità di imparare le medesime arti e scienze
che imparano gli uomini. Fa inoltre presente al lettore
come il numero delle donne dedite agli studi sia scarso,
andando qui a colpevolizzare gli uomini, ma non solo:
Ma [poche] sono quelle che dieno opera agli studi […]
in questi nostri tempi, percio ché gli uomini, temendo di
perdere la signoria e di divenir servi delle donne, vietano
a quelle ben spesso ancho il saper leggere e scrivere.
Marinella si scaglia sì contro l’insolenza e l’ingiustizia
degli uomini nei confronti delle donne, ma non risparmia
nemmeno quest’ultime, talvolta oppresse dalla loro
stessa inettitudine: «ma se le donne, come io spero, si
sveglieranno dal lungo sonno, dal qual sono oppresse,
diveniranno mansueti ed umili questi ingrati, e superbihuomini
Domenica 12 marzo - ore 16.30
Simposio in via Venezia 19 - Lido di Cincinnato - Anzio
IL MARE DI ANZIO
dott.ssa Laura Aguzzi
Riflessioni prima d’iniziare
a dipingere
Nella sabbia è facile
fermare il cavalletto
per la tela purché non
soffi il vento!
Abbraccio non solo
con lo sguardo ma con
tutta l’emozione che
sto provando: è da poco
che abito qui e voglio
dipingere questo
paradiso.
Nella posizione che mi
sono messa oggi, non
mi sembra un lavoro
impegnativo: l’acqua è
quasi ferma, la sabbia
è omogenea, soltanto
dove lambisce l’onda Tor Caldara, olio su tela, 2000