La Meloni ha di fatto fermato solo la pratica di sconto in fattura, mentre resta la possibilità di recupero di quanto finanziato attraverso la detrazione Irpef
Il Governo blocca l’emorragia del Superbonus
Affermare che Giuseppe Conte
sia stato il peggior Presidente del
Consiglio della storia d’Italia
sembra un’affermazione eccessiva,
invece è solo la costatazione
di fatti e circostanze: l’incapacità
di gestire una macchina cosi complessa
e, per buona parte del periodo,
in tempo di pandemia, non
è solo storia ma anche cronaca
perché le conseguenze di errori
strutturali si pagano nel tempo. La
disinvoltura con cui i governi
Conte risolvevano le carenze finanziarie
con scostamenti di bilancio
era solo l’assaggio dell’ incapacità
a governare del Presidente
del Consiglio; far gravare sullo
stato spese, incentivi, sussidi ed
elargizioni erano solo l’anticipo
di una gestione che ha rivelato
l’atteggiamento ondivago di quell’ideologia,
di stampo marxista
ben oltre il populismo, che attualmente
caratterizza il movimento
di Conte. Il reddito di cittadinanza,
nato per accompagnare temporaneamente
i cittadini verso il
lavoro, è diventato inamovibile
strumento di lassismo per molti
giovani e forte mezzo di consenso
politico per chi, sapendo di mentire,
ha promesso che quello strumento
di aiuto economico sarebbe
stato mantenuto per tutti.
Ma almeno il reddito di cittadinanza,
pur nella sua iniquità, ha
aiutato ed aiuta milioni di italiani
a sbarcare il lunario mentre sta
venendo a galla la situazione disastrosa
causata dall’altro provvedimento-
bandiera di Conte e del
suo Movimento: il superbonus del
110 per cento. Una normativa,
immaginata con l’intento di rilanciare
il settore edilizio con interventi
di progresso ambientale, è
diventata una voragine per i conti
dello Stato da richiedere un’ immediata
corsa ai ripari per modificarne
le modalità e ridurne l’impatto
disastroso sui conti pubblici.
In una sintesi che sembra una fiaba
per creduloni: l’art 119 della
legge 34/2020 prevede che un cittadino
o un gruppo di cittadini
possano restaurare il proprio immobile
al fine di produrre un salto
di due posizioni in termini di categoria
energetica. Possono farlo
a carico dello Stato e non con una
contribuzione pubblica alle spese
di restauro, ma con un finanziamento
del 110% di quanto speso,
che sembra un’anomalia matematica
ma invece non lo è.
Lo Stato rimborsa più di quanto il
privato cittadino spende per i lavori
in modo da coprire anche le
spese di progettazione ed assistenza
tecnica. Non solo: il cittadino
non recupera l’importo con
detrazioni su un periodo di 5 anni,
in presenza di capienza fiscale,
ma può cedere il credito a chi esegue
i lavori che lo monetizza attraverso
un istituto bancario. In
pratica il cittadino deve limitarsi a
reperire un buon tecnico, a mettere
parecchie firme e la casa diventa
nuova a spese dei contribuenti.
Daniele Franco, Ministro del Governo
Draghi, ha definito questa
normativa “la più grande truffa
della storia d’Italia”.
Si calcola che il superbonus sia
costato circa 2000 Euro ad ogni
cittadino italiano. Una normativa
criminale ed ancor più criminale
se si considera che ad usufruirne
non sono stati proprietari di modeste
abitazioni, ma in gran parte
proprietari di case di qualità e con
redditi medio alti, visto che nessun
limite ISEE era richiesto per
accedere al finanziamento. In cifre
ed in breve sintesi il costo per
lo Stato del superbonus è stato di
circa 120 miliardi di Euro ed ha
causato un scopertura di circa 50
miliardi nei conti pubblici. Il Presidente
Draghi si era scagliato
contro questo provvedimento ma
non aveva nemmeno osato tentare
di fermarne l’esito infausto, perché
se lo avesse fatto il Movimento
di Conte, che andava in giro
per le piazze a dire al mondo di
aver inventato il modo per ristrutturare
la casa gratis, avrebbe fatto
cadere il Governo. Cosa che ha
fatto successivamente. L’alt posto
dal Ministro delle Finanze Giorgetti
è stato perentorio per “bloccare
lo tsunami di conti pubblici e
limitarne l’impatto negativo”.
Certo che la materia che, giova ricordare,
ha riguardato solo l’1%
del patrimonio abitativo italiano,
richiederebbe ulteriori approfondimenti,
perché il danno va oltre
lo sconquasso causato nei conti
pubblici. Nella corsa al superbonus
si sono cimentate anche centinaia
di imprese “last minute”,
create solo per mungere la mucca.
Si calcolano in oltre 9 miliardi solo
le truffe scoperte che hanno interessato
vari aspetti del finanziamento
di cui una buona parte relativi
a lavori inesistenti. Un grave
danno collaterale del provvedimento,
economicamente illogico,
è il notevole contributo alla crescita
del tasso d’inflazione. L’interesse
a negoziare, da parte del
committente, è scomparso, tanto a
pagare sarebbe stato Pantalone. I
prezzi dei materiali edili sono andati
alle stelle penalizzando i tanti
operatori del settore che eseguivano
lavori finanziati dal proprietario
dell’immobile o da proprietari
che eseguivano lavori in proprio.
Tra i materiali che hanno subito i
maggiori aumenti percentuali
(primo semestre 2021 rispetto al
prezzo medio 2020), abbiamo i
metalli come i tondini per il cemento
armato (+43,80%) o le lamiere
in acciaio (+59,37%). Non
si salva nemmeno il legno (abete:
+43,77%) o i laterizi (mattoni pieni:
+19,08%) o le materie plastiche
(tubi in pvc rigido: +21,52%.
Davanti alla situazione drammatica
ed al blocco della procedura
per l’apertura di nuove pratiche ,
Giuseppe Conte ha avuto il coraggio
di dichiarare “dal Governo
una scorrettezza ai limiti della viltà,
perché il provvedimento ha
portato 900.000 posti di lavoro”.
Qualcuno dovrebbe spiegargli che
i posti di lavoro che contano sono
quelli che derivano da una crescita
strutturale e che un provvedimento
con cui lo stato finanzia
ville e villette di privati non può
essere un provvedimento eterno
ed organico; per cui quei 900.000
posti di lavoro diventeranno altrettanti
licenziamenti non appena
l’intervento dello Stato si esaurisce.
Come non sono strutturali
quei provvedimenti che finanziano
persone che dovrebbero cercare
un lavoro produttivo invece di
vivere sulle spalle della comunità.
Una precisazione: Il Decreto con
cui il Ministro Giorgetti ha bloccato
l’emorragia superbonus non
riguarda:
- interventi sulle unifamiliari e
sulle abitazioni con ingresso autonomo,
a condizione che entro il
16 febbraio 2023 sia stata presentata
la CILA (comunicazione inizio
lavori asseverata).
- interventi nei condomìni, a condizione
che entro il giorno 16
Febbraio sia stata adottata la delibera
assembleare e presentata la
CILA.
- la demolizione e ricostruzione di edifici, a patto che entro il giorno
16 febbraio sia stato richiesto il
titolo abitativo;
- il sismabonus acquisti, sulle abitazioni
per le quali entro il giorno
16 febbraio sia stato registrato il
contratto preliminare o stipulato il
contratto definitivo di compravendita.
Di fatto il Governo ha solo fermato
la pratica di sconto in fattura,
mentre resta la possibilità di recupero
di quanto finanziato attraverso
la detrazione quinquennale IRPEF.
Sergio Franchi
Atti vandalici
Le due nuove sezioni di “Azione” di Nettuno e Anzio, il Partito Politico
guidato dal senatore Carlo Calenda, già ministro dello Sviluppo Economico
tra il 2014 e il 2018, condannano l’atto vandalico compiuto ad Anzio
in via Fratini, nel pieno centro storico della città neroniana, nella
notte tra venerdì 17 e sabato 18 febbraio, dove sono state imbrattate le
mura esterne della sede del sindacato Cgil con delle scritte “Novax”.
“Nella differenza che può starci, tra le nostre opinioni in temi di politiche
attive del lavoro, distribuzione delle risorse per affrontare la crisi e
altri argomenti e quelle della Cgil, non possiamo però non esprimere
fortemente la nostra solidarietà democratica verso di essa, ora che è
stata colpita sul nostro territorio con un atto vile che ricorda quello
dell’attacco alla sede nazionale della stessa a Roma nell’ottobre 2021;
l’utilizzo di slogan inneggianti al nazionasocialismo e allo stesso modo
la continua ricerca di far ritornare in evidenza le tesi dei Novax con
questi atti, saranno sempre condannati da chi come noi, ha sempre sostenuto
il valore liberale della democrazia”.
A sottoscrivere tale dichiarazione congiunta i coordinatori Flavio Biondi
(“Nettuno in Azione”) e Gabriele Federici (“Anzio in Azione”).