Alternativa per Anzio il 25 febbraio ha organizzazto un’assemblea progressista
Politica e partecipazione
Dopo il pessimo risultato delle ultime
elezioni regionali abbiamo
pensato che ci fosse bisogno di
una discussione aperta e senza filtri.
La bella e partecipata assemblea
pubblica che abbiamo ospitato
sabato mattina ci dice che avevamo
ragione.
Un’assemblea che si può dire ha
visto partecipare tutte le varie anime
del campo progressista, nel
senso ampio del termine. Esponenti
regionali e dei territori (non
solo Anzio, ma anche Ardea,
Ciampino e Nettuno), di partiti
(Movimento 5 Stelle, Partito Democratico,
Sinistra Italiana) e di
associazioni civiche come la nostra,
ma anche “liberi cittadini”
senza appartenenze.
Ognuno ha potuto esporre il proprio
punto di vista, senza nascondere
le differenti sfumature né
pensando di avere la verità in tasca.
Possiamo dire che nei vari interventi
che hanno animato questa
discussione franca sono emersi
diversi elementi in comune di cui
fare tesoro. Anzitutto, che serve
fare tante altre discussioni di questo
tipo in futuro. Secondo poi,
che nonostante le sconfitte e le
difficoltà in cui versano tutte le
forze politiche progressiste, ci sono
ancora tante persone e tante risorse
a disposizione ma senza un
punto di riferimento comune che
le metta in rete. La sinistra e i
progressisti in generale dovranno
assolutamente coinvolgerle nel
processo di ripensamento profondo
che stanno affrontando. Ci sono ovviamente anche lezioni
da trarre sul piano locale. Tutti gli
intervenuti sono stati d’accordo
su una cosa: in un territorio difficile
come quello di Anzio e Nettuno,
se si vuole provare davvero
a mettere in campo un’alternativa
progressista bisogna mettere da
parte le antipatie, i rancori e le divisioni
(specie se di carattere nazionale)
e ragionare sui temi comuni,
mettendo insieme tutti
quelli che hanno voglia di fare sul
serio. Al bando i tatticismi e le
trattative sottobanco. E se è vero
che l’unione delle forze è una
condizione necessaria, è altrettanto
vero che l’unità non può avere
come unico collante il “sennò
vincono quegli altri”, ma deve
poggiare su idee condivise, su
una comune visione delle nostre
città e su un nuovo modello di
sviluppo.
Per questo, con tutti i partecipanti
all’assemblea ci siamo ripromessi
di continuare ad incontrarci in
maniera permanente, auspicando
una partecipazione sempre maggiore,
per costruire insieme un
progetto credibile per cambiare
davvero le nostre città.
Alternativa per Anzio
Interrogazione a Piantedosi di Ilaria Cucchi e Tino Magni
Mafia Anzio e Nettuno
I senatori Ilaria Cucchi e Tino
Magni hanno presentato un’interrogazione
al ministro dell’Interno,
Matteo Piantedosi, per sapere
se abbia attivato la richiesta di incandidabilità
degli amministratori
delle due cittadine a sud di Roma,
sciolte per infiltrazioni della criminalità
organizzata. “Le città di
Anzio e Nettuno - si legge nell’interrogazione
parlamentare - sono
realtà dove le organizzazioni mafiose
sono fortemente radicate,
come attestano numerose sentenze,
anche definitive, che hanno
statuito l’operatività di clan camorristici
dei Casalesi (sentenza
“Sfinge”) e del clan Gallace,
ascrivibile alla ‘ndrangheta (sentenza
“Appia”).
La DDA di Roma ha coordinato,
il 18 febbraio 2022, un’importante
inchiesta denominata “Tritone”,
che ha portato all’esecuzione
di 65 misure cautelari contro
un’imponente organizzazione
‘ndranghetista su Anzio e Nettuno,
facente capo alle ‘ndrine di
Santa Cristina di Aspromonte.
Negli atti dell’inchiesta sono
emersi rapporti stabili e reiterati
tra diversi amministratori locali
di Anzio e Nettuno ed esponenti
apicali della locale ‘ndrangheta.
Il 22 novembre scorso il Consiglio
dei ministri ha sciolto per
condizionamento mafioso i Consigli
comunali di Anzio e Nettuno.
Sono state pubblicate le relazioni
ed i decreti di scioglimento, dai
quali si evince il coinvolgimento
di numerosi ex consiglieri ed ex
assessori nel condizionamento da
parte della criminalità organizzata.
L’art. 143, comma 11, del Testo
unico degli enti locali (decreto
legislativo n. 267 del 2000) statuisce
che: “gli amministratori
responsabili delle condotte che
hanno dato causa allo scioglimento
(...) non possono essere
candidati alle elezioni per la Camera
dei deputati, per il Senato
della Repubblica e per il Parlamento
europeo nonché alle elezioni
regionali, provinciali, comunali
e circoscrizionali, in relazione
ai due turni elettorali successivi
allo scioglimento stesso, qualora
la loro incandidabilità sia dichiarata
con provvedimento definitivo”.
Tale incandidabilità è deliberata
dal tribunale su richiesta
del ministro dell’Interno”.
Cucchi e Magni chiedono, nell’interrogazione
presentata a
Piantedosi, “di sapere se il ministro
in indirizzo abbia attivato la
richiesta di incandidabilità degli
amministratori locali di Anzio e
Nettuno, ai sensi dell’art. 143,
comma 11, del Testo unico e se il
Tribunale di Velletri si sia pronunciato
in merito a tale richiesta”.
Laura Petrarca