La Corte di Cassazione ha ritenuto congruo il valore dell’esproprio del 1998
Esproprio Zona Leda
Oltre ai numerosi espropri effettuati da anni e mai portati a compimento, che hanno costretto l’ente a dover far valere le sue ragioni in tribunale, il Comune di Aprilia ha dovuto difendersi anche dall’accusa di aver liquidato una somma esigua ai proprietari del terreno servito per realizzare una scuola pubblica. L’atto di riferimento è una delibera di giunta approvata nel lontano 1998, quando l’esecutivo decise di realizzare l’istituto comprensivo Zona Leda in via Carano, ma solo nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha scritto la parola fine sul contenzioso che si trascina da anni, relativo alle modalità con le quali il Ctu aveva determinato l’ammontare dell’indennizzo a favore della famiglia espropriata, che ha presentato ricorso risultando soccombente già in secondo grado. Sentenza confermata nella sostanza anche dalla Corte di cassazione, che ha rigettato l’istanza e stabilito a favore del Comune di Aprilia il pagamento delle spese di giudizio per 5.400 euro. Con la delibera 539/98, la giunta approvò il progetto per la realizzazione della nuova scuola e il relativo atto di esproprio per ragioni di pubblica utilità venne poi notificato alla propritaria del terreno, a favore della quale - anche in ragione della destinazione agricola del lotto - veniva stabilito un indennizzo di 32 mila 400 oltre a 9000 euro quali oneri di occupazione. Una cifra ritenuta insufficiente dalla proprietaria del terreno, che in ragione della sua professione di imprenditrice agricola pretendeva una cifra più alta. Oltte venti anni dopo l’inizio del contrnzioso, nato proprio per l’ammontare delle indennità di esproprio stabilita dal Ctu, è stata la cassazione a rigettare il ricorso, ritenendone infondate le ragioni. In particolare, dando seguito alla linea difesiva del legale del Comune di Aprilia, l’avvocato Giuseppe Naccarato, i giudici hanno confermato la validità delle valutazioni a suo tempo fatte dal Comune: l’area espropriata secondo il piano regolatore vigente, era situata in area agricola e gli importi andavano stabiliti tenendo conto di questo dato.
“Va osservato - si legge nella sentenza - che la doglianza sollevata dalla ricorrente circa l’inserimento del terreno in questione in una zona edificatoria sin dal 1993, è inammissibile perché priva di autosufficienza”.
“Il Ctu - si legge inoltre - ha tenuto conto del valore effettivo di mercato, sulla base delle concrete caratteristiche del terreno agricolo”.
Francesca Cavallin
30mila euro l’anno per il direttore dell’esecuzione
Controllo della Progetto Ambiente
Un incarico affidato esternamente per tenere sotto controllo il rispetto del contratto e i conti della Progetto Ambiente, la partecipata del Comune di Aprilia che gestisce la raccolta e il conferimento dei rifiuti urbani e assimilabili, i servizi di spazzamento, la gestione dell’Ecocentro comunale e la manutenzione del verde pubblico, con un bilancio che supera i 12 milioni di euro l’anno.
Un adempimento di legge dietro la scelta dell’ente di piazza Roma, di individuare una figura che per un costo di 30 mila euro l’anno ricopra l’incarico di direttore dell’esecuzione del contratto tra Comune e Progetto Ambiente, come si evince dai contenuti della determinazione 60 dell’8 giugno a firma del dirigente del settore Marco Paccosi, ma certamente motivata anche dalla vastità dei servizi gestiti dalla partecipata con costi rilevanti per la pubblica amministrazione e per la collettività.
Basti pensare che, come emerso durante la commissione finanze dedicata alla disamina del bilancio consuntivo del Comune di Aprilia per il 2020, i servizi svolti dalla partecipata hanno comportato un impegno economico di 13 milioni 709 mila 795 euro.
“L’importo contrattuale tra il Comune di Aprilia e la Società “Progetto Ambiente S.p.A.” - si legge nella determinazione - per i servizi in premessa, è superiore alla soglia di € 500.000,00. Si ravvisa pertanto, ai fini delle funzioni di coordinamento, direzione e controllo tecnico-contabile dell’esecuzione del contratto relativo alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, spazzamento, gestione dell’ecocentro comunale e manutenzione del verde pubblico, l’esigenza di individuare un Direttore dell’Esecuzione (di seguito, “DEC”), che svolga le attività di competenza per la durata di 1 anno a decorrere dalla data di affidamento, salvo eventuale rinnovo per un ulteriore anno”.
L’incarico avrà la durata di un anno, rinnovabile per un ulteriore anno e avrà un costo di 30 mila euro. L’amministrazione, attraverso l’atto dirigenziale, ha già dato il via libera alla scelta degli operatori abilitati a svolgere le funzioni.
Una funzione di controllo degli atti, dei conti e della corretta esecuzione degli adempimenti contrattuali. Oltre a relazionare per iscritto con cadenza mensile la puntualità delle prestazioni erogate dalla Progetto Ambiente, il direttore avrà il compito di relazionare e rendicontare ogni anno l’andamento delle principali attività svolte, controllando il raggiungimento degli obiettivi specifici assegnati valutandoli in rapporto alla carta dei servizi, oltre a verificare la congruità in ragione dei documenti contrattuali , al fine della liquidazione delle competenze periodiche. Infine la figura dovrà segnalare tempestivamente all’ente eventuali ritardi, disfunzioni o inadempimenti applicando eventualmente anche delle penali inserite nel contratto. Insomma un adempimento di legge che di fatto preannuncia una rivoluzione all’interno della Progetto Ambiente, prevedendo quel controllo stringente e serrato chiesto a più riprese anche dall’opposizione.
Francesca Cavallin