Bando della Progetto Ambiente per individuare un’agenzia di lavoro
Cercasi lavoratori interinali
La Progetto Ambiente ha pubblicato un bando per trovare un’agenzia di lavoro in grado di fornire operatori interinali alla società di via delle Valli. Lavoratori che sarebbero utilizzati dall’azienda specializzata nella raccolta e gestione dei rifiuti urbani, in caso di particolari necessità. Il valore del bando pubblico supera il milione e quattrocentomila euro ed ha una durata di tre anni.
“La Progetto Ambiente – si legge nel documento - nel periodo di validità del contratto di somministrazione, si riserva di ricorrere ai prestatori di lavoro interinale in base alle proprie necessità e per i periodi che riterrà necessari.
Al fine di garantire le prestazioni occorrenti, l’agenzia ha l’obbligo di fornire le figure professionali richieste entro il termine di 60 giorni o altro termine migliorativo indicato in sede di offerta a pena di inadempimento del contratto e di irrogazione delle conseguenti sanzioni. Il servizio di somministrazione comprende quindi l’attività di ricerca, di selezione e sostituzione del personale assente per legittimo impedimento”.
L’agenzia dovrà fornire alla società partecipata del comune di Aprilia determinate figure professionali: addetti alla selezione manuale e meccanizzata dei rifiuti presso l’impianto di trattamento, lavoratori addetti ad attività amministrative e contabili per attività di registrazione e tenuta della documentazione aziendale, operatori tecnici-cimiteriali e di polizia mortuaria e addetti al lavaggio dei mezzi. In tutto una decina di lavoratori previsti.
“Questi lavoratori verranno utilizzati in caso di necessità dall’azienda – spiega l’amministratore delegato della Progetto Ambiente Stefano Cicerani – in determinati periodi dell’anno. Per esempio in estate per la raccolta del vetro, oppure per potenziare il settore del verde pubblico oppure per la gestione dei servizi cimiteriali. E’ una possibilità a cui possiamo ricorrere come azienda. In questo momento, per esempio, abbiamo soprattutto bisogno di operatori cimiteriali”.
Nel frattempo però vanno avanti le assunzioni nella Progetto Ambiente attraverso il concorso per operatori pubblicato lo scorso anno.
“Poco prima di Natale – continua Cicerani – ne abbiamo assunti dieci. Nei prossimi giorni assumeremo altre sei persone. Anche grazie a questi nuovi innesti, in questo momento, l’azienda per quanto riguarda il personale è a pieno regime. Siamo in 160 all’interno della Progetto Ambiente.
Nelle prossime settimane verrà nominato anche il nuovo direttore generale. Ci sono cinque profili che la commissione esaminatrice dovrà valutare. Penso che il potenziamento dell’organico era uno degli obiettivi dell’azienda.
Anche attraverso gli operatori interinali, la società dell’ente comunale di piazza Roma sarà in grado di garantire in futuro un servizio alla cittadinanza di alto livello”.
Alessandro Piazzolla
Annullato il diniego per la cava di via Riserva Nuova
Tar condanna il Comune
La cava di via Riserva Nuova poteva essere ampliata, il Tar del Lazio annulla il diniego espresso dal Comune di Aprilia e impugnato dalla società proprietaria della cava stessa.
Con la sentenza del 17 dicembre 2024 i giudici della prima sezione (Riccardo Savoia, Presidente, Francesca Romano, Consigliere e Valerio Torano Estensore) hanno accolto il ricorso presentato dalla Stradaioli srl e della Stradaioli Holding srl, che avevano impugnato la nota del 16 aprile 2024 con la quale l’Ente di piazza Roma aveva detto «no» all’ampliamento della cava estrattiva già esistente.
Era marzo 2022, quando la conferenza dei servizi convocata dalla Regione e finalizzata all’emissione del provvedimento autorizzatorio regionale (Paur) si concluse con l’ok al progetto e con la determinazione dirigenziale n. G10412 del 3 agosto 2022, la Regione Lazio si pronunciò per la compatibilità ambientale dell’intervento proposto.
Intervento che il 28 settembre 2022 ottenne il parere favorevole della commissione regionale consultiva per le attività estrattive.
Il 9 dicembre 2022 però i Carabinieri Forestali operarono un sequestro nell’area, dopo aver scoperto un’attività di scavo in assenza dei titoli abilitativi prescritti su una porzione di terreno compresa nell’istanza di ampliamento richiesta dalle società.
A gennaio 2023 l’Amministrazione comunale ordinò la sospensione delle attività e il ripristino dello stato originario dei luoghi ed a febbraio 2024 preavvertì del rigetto dell’istanza di valutazione di impatto ambientale per la quale la conferenza di servizi del marzo 2022 si era chiusa favorevolmente affermando che: “l’area di progetto non è risultata corrispondente alla effettiva conformazione geomorfologica antecedente all’abuso rilevato, constatando l’esistenza di un’attività di sbancamento del terreno”.
Il Comune di Aprilia si è costituito in giudizio contro il ricorrente, ritenendo che il via libera fosse stato dato sulla base di una falsa rappresentazione della realtà, ma i giudici alla fine hanno dato torto alla tesi esposta dall’ente di Piazza Roma.
“Ciò che è certo - si legge nella sentenza - è che il Comune di Aprilia, il quale non ha neppure attivato i propri poteri di autotutela per rimuovere gli effetti del parere favorevole di propria competenza che è stato versato in conferenza di servizi e che risulta ancora pienamente valido, non ha alcun titolo per trarre dalle sopravvenienze evidenziate delle conclusioni anche a nome degli altri enti pubblici intervenuti alla conferenza di servizi.
Men che meno può affermare unilateralmente che la Via rilasciata dalla Regione Lazio alla ricorrente “non possa essere considerata efficace e/o valida, essendo stata cassata, per effetto della falsa rappresentazione dello stato di fatto, tutta la fase istruttoria compiuta nel corso di quel procedimento (...).
La situazione denunciata, che appare ascrivibile al diverso vizio della violazione di legge, è nella sostanza sovrapponibile a quella sottesa a un’ipotesi di incompetenza, perché la decisione del Comune di Aprilia è stata assunta eludendo l’esistenza di una motivata determinazione conclusiva della conferenza di servizi avente gli effetti di un provvedimento autorizzatorio unico regionale, determinazione che non risulta essere stata impugnata e che per legge incorpora anche le valutazioni (peraltro favorevoli) di competenza dell’amministrazione civica resistente”.
L’Ente di piazza Roma é stato condannato al pagamento delle spese. Ora il privato potrebbe intentare una causa per ottenere il risarcimento del danno.
Francesca Cavallin