Riceviamo e pubblichiamo una serie di riflessioni elaborate da Marco Mandelli del Comitato Per la Difesa del Territorio
Ato dei rifiuti: appello a Zingaretti
Il recentemente costituito Comitato per la difesa del territorio (Comi.di.te.) di Anzio ha preso atto del resoconto dei lavori della X commissione di martedi 19 ottobre 2021, in merito alla situazione rifiuti in provincia di Latina. Non vogliamo entrare nel merito della paventata riapertura di “Monte Inferno” (la discarica di Borgo Montello), discarica che è stata utilizzata in passato anche dai Comuni di Anzio e di Nettuno.
La situazione rifiuti in provincia di Latina è da alcune settimane sotto i riflettori dell’intera regione, a seguito della chiusura dell’impianto TMB RIDA ambiente di Aprilia, chiusura intervenuta tra il 15 luglio e il 6 agosto 2021, pare per interventi di manutenzione programmata. Era prevista una seconda chiusura, a partire dal 16 ottobre 2021, ma essa è stata bloccata in extremis.
Si ricorda che l’impianto RIDA Ambiente serve 54 comuni laziali, prevalentemente della provincia di Latina e dell’area metropolitana di Roma. Detta chiusura, nel pieno della stagione turistica estiva, ha creato notevoli disagi ai comuni del litorale romano, in particolare quelli di Anzio e di Nettuno, che vedono triplicare le presenze di abitanti a luglio e agosto.
Conosciamo la situazione dalla società RIDA ambiente, che da anni rivendica l’apertura di una discarica a servizio degli scarti di lavorazione che inevitabilmente un impianto TMB produce. E la società RIDA ambiente ha da tempo un contenzioso aperto con il Comune di Aprilia e con la Regione Lazio, in merito all’autorizzazione per una discarica in località La Cogna.
Il Comi.di.te. non vuole entrare nel merito della vertenza in corso tra RIDA ambiente e le pubbliche amministrazioni coinvolte, ma chiede al Consiglio regionale ed alla giunta della Regione Lazio di sollecitare la realizzazione di impiantistica per la gestione dei rifiuti, siano esse discariche di servizio o altri impianti per il primo trattamento.
Si chiede alla Regione Lazio di spingere la raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta” (in particolare a Roma) e di promuovere in modo drastico il compostaggio domestico e di comunità, che da solo potrebbe contribuire in modo determinante ad abbattere la parte più problematica dei rifiuti urbani, cioè la parte putrescibile, che rappresenta un terzo dei rifiuti totali ed è quella che emette gli odori molesti.
Il trattamento meccanico biologico non è la soluzione, in quanto esso è funzionale solo a produrre combustibile (CSS/CDR) per inceneritori, termovalorizzatori, cementifici ed altri impianti industriali affini.
La frazione organica stabilizzata (FOS) è una schifezza che ovviamente non può essere utilizzata come compost e deve essere conferita in discarica (insieme gli altri scarti rimanenti).
Il Comi.di.te. ha sede ed opera ad Anzio, che è in provincia di Roma, e quindi , apparentemente, non avrebbe titolo per intervenire sulla situazione rifiuti in provincia di Latina.
Si dà però il caso che gli ultimi due piani regionali per la gestione dei rifiuti (PRGR) , sia quello in essere dal 2012 al luglio 2020 che quello approvato nel mese di agosto 2020 e attualmente in vigore, prevedono che i comuni di Anzio e di Nettuno siano ricompresi nell’ATO rifiuti della provincia di Latina (come peraltro già accade da diversi anni per la gestione delle acque – vedasi ATO4). Da una indagine svolta da alcuni aderenti al Comi.di.te lo scorso anno, risulta che i Comuni di Anzio e di Nettuno mai siano stati convocati dalla provincia di Latina per decidere sull’impiantistica provinciale, né tanto meno i sindaci dei Comuni di Anzio e di Nettuno abbiano effettuato sollecitazioni in tal senso. A questa situazione confusionaria si aggiunge il fatto che gli ambiti territoriali ottimali per i rifiuti non sono stati ancora istituiti dalla Regione Lazio, cosa che doveva essere fatta prima del varo del nuovo PRGR; gli enti di gestione degli ATO non avranno capacità miracolose, ma certamente la loro mancata istituzionalizzazione impedisce una sana programmazione provinciale e, di conseguenza, regionale.
A livello di impiantistica si continua a navigare a vista, per la serie “chi prima si sveglia al mattino, meglio alloggia”. Anzio, località Sacida-Padiglione, è testimone di questa logica: da un anno e mezzo è in esercizio un impianto di produzione di biometano da FORSU (Biowaste CH4 Anzio, ex- Anziobiowaste), situato a 300 metri da una scuola e da un centro abitato, autorizzato in contrasto con il PRGR ed il buon senso.
Sempre nella stessa località è in corso di costruzione un impianto di stoccaggio e primo trattamento rifiuti (Eco Transport), sempre a 300 metri da detta scuola; un secondo impianto Eco Transport, per il primo trattamento di sfalci e potature, è in corso di autorizzazione presso la Città Metropolitana di Roma, a poca distanza dal primo impianto ed a 600 metri da detta scuola.
La mobilitazione dei cittadini è riuscita a bloccare l’autorizzazione di un secondo impianto biometano che doveva sorgere a 600 metri dal primo, e sempre a 3000 da detta scuola. Poi ci si stupisce se i cittadini si agitano. Qui non si tratta di sindrome NIMBY. Si tratta di una perversa concomitanza di omissioni di atti di ufficio, di assenza di controlli, di affarismo e di accondiscendenza da parte di Regione Lazio e CMRC, bisognose di impiantistica al punto tale da soprassedere alle leggi da esse stesse prodotte.
Per concludere, si chiede al Consiglio della Regione Lazio di approvare al più presto la regolamentazione degli ATO. Si chiede peraltro al Presidente della giunta regionale, Nicola Zingaretti, di prendere il dossier rifiuti, insieme all’assessore Valeriani, e di metterlo ai primi posti delle urgenze regionali.
La recente nomina di Roberto Gualtieri a sindaco di Roma (che è anche sindaco metropolitano) dovrebbe mettere fine al penoso teatrino a cui abbiamo assistito per 5 anni, laddove Virginia Raggi e Nicola Zingaretti litigavano come due alunni della scuola dell’infanzia, mentre il Lazio andava a fuoco (impianti ECO-X di Pomezia e LOAS di Aprilia, tra i principali, senza contare i roghi tossici stile “terra dei fuochi”) e i cittadini di Roma e Lazio erano seppelliti dall’immondizia.
Ora Zingaretti e Gualtieri (la città di Roma produce il 60 % dei rifiuti regionali, che vengono spediti, a caro prezzo, anche fuori regione), essendo dello stesso partito politico, non hanno più attenuanti e devono dare urgentemente risposte agli esasperati cittadini romani e laziali.
Marco Mandelli – Comitato Per la Difesa del Territorio