SIMPOSIO
PASQUA 2022
termina la quaresima nel doloroso cammino della Via Crucis. Un Requiem ci ha uniti ad ogni Venerdì Santo, per molti anni, sotto la guida all’ascolto del m° Carlo Liberatori. Un incontro purtroppo sospeso, a causa di una quarantena diversa e, in questo tempo, sicuramente più osservata. Ma com’è possibile ignorare un Calvario, oggi così vicino alla nostra casa? Come possiamo festeggiare la Pasqua come se nulla stesse accadendo? La tavola imbandita, ricche focacce, le uova con la sorpresa. Un’autentica compassione verso gli afflitti penetra nel cuore di pochi e il “sacro”, per i più, oggi è superato come cosa inutile, più simile alla superstizione. La TV è in costante diretta sui luoghi del dolore, commentiamo indignati, condanniamo. Parole… tante… insieme a qualche azione caritatevole, una donazione, un pacco, qualche vestito smesso. Certo, qualcuno fa di più, si impegna, cura, aiuta in prima linea… ma per la maggioranza, la Festa continuerà come da tradizione.
… da lo spalto della sera / scorgo l’illusione del giorno
Nel poeta, voce intima e sincera, spesso inconfessabile, c’è l’aspirazione di ogni essere umano all’armonia in comunione con la natura che continua il suo corso al di là di ogni altro evento:
nel deserto della sera / un filo d’erba / induce alla speranza
“Le nuvole silenziose” di Roberta Collu hanno illuminato, di un sapere interiore che rispecchia disagio e speranze, sogni e rimembranze di una vita. Uno specchio in cui tutti possono ritrovarsi.
Giuliana
Appuntamento con il libro di Roberta Collu "Le nuvole silenziose" a Forte Sangallo il 29 aprile alle 17.30
PACE!
L’aria è de foco.
Un corpo squarcia l’aria
Fa arzà ‘na nuvola /
de carcinacci impazziti
Che s’aggita ner vento
Gira, svortica, fa la giravorta
Se posa, se riarza, poi ricasca.
Acceca l’occhi de li sordati.
Annisconne er celo, le perzone
Li cararmati, li cannoni.
Quanno finarmente /
se carma er vento,
Tutto è coperto /
d’un velo grigiastro
E l’ommini, le divise, le bandiere,
So pitturati
De lo stesso colore.
È la natura
Che urla all’omo: PACE!
Laura Ferretti, marzo 2022
25 APRILE ANCHE
PER LA MUSICA
Una data questa per noi italiani esclusiva di sentimenti legati al nostro paese che rinasce in segno della democrazia dopo la guerra e le lotte fratricide.
Oggi un’altra guerra a noi troppo vicina ha riacceso il timore della rovina di tante conquiste.
Ma un sentimento unisce tutti e cancella i confini geografici contesi, conquistati, liberati, e altro ancora in nome di “ragioni” geo-politiche.
Se oggi un paese si è avvicinato a noi attraverso il coinvolgimento drammatico cui è sottoposto, il calendario scorre inesorabile e qualche avvenimento può essere ripensato come presupposto di un’innata fiducia del potere della cultura che unisce di una stessa passione. Confini che non conosce l’animo umano sensibile alla bellezza e soprattutto alla musica che può esprimere questo sentimento con il linguaggio che tutti possono comprendere perchéuniversale.
IL 25 APRILE 1898 A LEOPOLI
in Ucrainaa quel tempo regione dell’impero austro-ungarico nasce Stefania Turkewich musicista, compositrice e musicologa che ebbe la fortuna di appartenere a una famiglia dedita alla musica che decise del suo futuro interamente dedicato alla musica.
In Ucraina è la prima donna compositrice del suo tempo.
A vent’anni La Liturgia, la sua prima composizione verrà eseguita molte volte a Leopoli nella cattedrale di San Giorgio.
Inizia i suoi studi con il grande musicista ucraino VasylBarvinsky ancora legato a stilemi tardoromantici ma con aperture impressionistiche, oltre all’interesse per ilfolklore ucraino.
Nel 1921 è a Vienna per studiare sotto la guida del musicologo Guido Adler e Joseph Marxe si laurea nel 1923.
Nel ’25, il matrimonio. Dal 1927 al 1930 con il marito si traferisce a Berlino ove ha l’opportunità di studiare al conservatorio con Arnold Schönberg e Franz Schreker. Nel 1927 nasce la figlia Zoya.
Nel 1930 è al Conservatorio di Praga e nel 1934 nella “Libera Università Ucraina” discute una tesi sul Folklore ucraino nelle opere russe.
È la Prima donna della Galizia (in quegli anni regione delle Polonia) a ricevere il Dottorato di Ricerca. Dal 1934 di nuovo a Leopoli come insegnante di Teoria musicale e pianoforte al Conservatorio e contemporaneamente membro dell’“Unione dei musicisti professionisti ucraini”.
Con lo scoppio della guerra ritorna a Vienna e poi si sposta dall’Austria in Italia. Con il secondo marito di origine inglese si trasferisce definitivamente nel Regno Unito.
Riprende a comporre verso la fine degli anni ’40 e nel 1957 come pianista offre una serie di concerti per le comunità ucraine.
Nel 1959 è a Bristol per un Concerto di musica per pianoforte.
Diventamembro della “British Society of Women-Composers and Musicians” (Società attiva fino al 1972).
Nel 1970, la sua opera Cuore di Oksana fu eseguita nella “Centennial Concert Hall di Winnipeg in Canadà”.
Sempre in aprile, il giorno 8, quasi ottantenne si spense a Cabridge.
Stefania Turkewich scrisse opere di carattere moderno con richiami nostalgici alle canzoni popolari della sua terra che dovette abbandonare al tempo del comunismo. Accanto ai motivi post-romantici c’è la sperimentazione atonale ed espressionista.
Purtroppo molte delle sue opere non sono mai state eseguite.
G.B.
CURIOSITÀ NELLA POESIA/17
di Sergio Bedeschi
NASCE LA SCIENZA…
Si potrebbe dire che la Scienza nasce nel 1500. Scienza però per modo di dire: in effetti il Rinascimento segna il trapasso dalla Magia, l’Astrologia e l’Alchimia alla pura Scienza. E novelli scienziati ne trovate quanti ne volete, per lo più sono quelli che provengono dal mondo della Filosofia, i filosofi naturali come appunto erano chiamati per distinguerli dai filosofi teoretici.
… E LA TECNOLOGIA
Inutile dire che insieme alla Scienza nasce e si sviluppa la prima tecnologia: si vedono le prime “macchine”, i primi “automi”: la forza muscolare viene sostituita dalle forze idrauliche, dalle forze gravitazionali o dalle forze dell’aria e del vento. Scrittori e cronisti di questa nuova avventura ce ne sono non pochi da Leonardo o dall’Alberti in su. Ma poeti che trattino questioni di Scienza davvero pochini. Si direbbe che la poesia si sia presa una breve vacanza rispetto al suo interessarsi di Scienza. Ma basta poco perché tutto si riaccenda come vedremo.
GIANVINCENZO GRAVINA
Lo testimonia più di ogni altro uno scritto di Gianvincenzo Gravina in proposito. Letterato e giurista insigne, alla fine del ‘600 scrive circa le “cose scientifiche nella poesia” nel suo Opere scelte in cui ama precisare le due modalità con cui la scienza può “entrare” nella poesia, vale a dire o come portatrice di un linguaggio del tutto nuovo ispirato appunto alle grandi novità oppure come portatrice di nuovi soggetti, nuovi oggetti, macchine, marchingegni, invenzioni del tutto inediti. Prendere atto di questo documento significa prendere consapevolezza delle grandi trasformazioni che stanno dilagando in tutta l’Europa.