In due maniere ponno esser trattate le cose scientifiche, o come linguaggio o come soggetto. I buoni poeti hanno sempre usato il linguaggio scientifico, qualunque fosse l’argomento che avevano tra le mani. Mirate Virgilio: se parla di religione, se di guerra, se di vita sul mare, se di natura o cose celesti, non usa parole gittate a caso, e i termini che adopera sono propriissimi di quella tal scienza. Altri poeti han fatto bene come Virgilio. Ma tantissimi no. Il trattare soggetti o argomenti (oggetti) scientifici in poesia è poi ancora cosa più difficile e che a pochi è riuscita con lode. Una ragione di ciò è che il linguaggio scientifico o l’uso di soggetti scientifici presuppone ordine, metodo, rigore, pesantezza didascalica che in genere toglie qualcosa alla fantasia e all’immaginazione, rischiando di diventare secco e stucchevole. Molta roba che i poeti hanno scritto in questo modo è finita chissà dove. Magari (assieme a quell’esercito di poeti che negli ultimi duecento anni ha scritto e riscritto le solite e ripetitive tediose lagnose poesie d’amore) è finita nell’archivio segreto di Parnaso, dove si conserva sempre con venerazione per rispetto degli autori, ma senza che alcuno si degni di aprirli.
LA SOFFITTA DEI POETI
Come si vede una critica lucida, acuta e anche un po’ spietata per spiegare il suo punto di vista. Che poi è anche il mio e magari pure il vostro. Anche se può apparire buffo e impietoso (ma quanto è reale!) quel ridurre il Sacro Monte Parnaso a una specie di soffitta dove mettere “tutto il resto delle scartoffie”. E anche un po’ irriverente visto che su quel Sacro Monte dimorano ancora oggi Apollo e le nove Muse.
I RACCONTI DAL FARO
IL VIAGGIO DEL KON-TIKI
LE CORRENTI OCEANICHE - Lo scorrere di una corrente oceanica, all’interno della massa d’acqua che la contiene, ha tutte le caratteristiche di un fiume in terraferma: controcorrente, la si contrasta e si rallenta; seguendone il corso, se ne sfrutta il moto con evidenti vantaggi.
LA ZATTERA - Alla fine degli anni‘40, l’esploratore-etnografo norvegese Thor Heyerdahl stava pensando ad una impresa: raggiungere, partendo dal Sud America, le isole della Polinesia sfruttando la Corrente di Humboldt, che, proveniente dalla zona antartica, saliva verso l’Equatore al largo del Cile e del Perù per poi girare ad Occidente, verso il Sud Pacifico.
Con una struttura galleggiante a zattera, Heyerdahl intendeva seguirne il corso e, aiutato anche dai vènti, lasciarsi trasportare per dimostrare che, nel lontano passato, genti del Continente americano avrebbero potuto raggiungere le isole del Sud Pacifico. Aveva avuto l’idea nel 1937, durante un soggiorno nelle polinesiane Isole Marchesi, avendo ascoltato miti e leggende locali che parlavano di contatti avvenuti in epoche remote con genti del Sud America. Sapeva, inoltre, di un mito dei sudamericani Incas peruviani che parlava di un leggendario“popolo Tiki” (una etnìa di genti, adoratrici del dio del Sole, dalla pelle chiara e dagli occhi azzurri, dai capelli biondi o rossi, alti di statura, con la barba gli uomini) partito intorno all’anno 500 dalle coste del Perù per l’Oceano Pacifico, guidato da Con-Tici (o Kon-Tiki) Viracocha, dio della mitologia pre-incaica, Creatore assoluto dell’Universo, di tutte le cose e degli esseri umani, dio del Sole e delle tempeste.
Anticipiamo subito che, pur con il successo che il “viaggio alla deriva” sulla Corrente di Humboldt avrebbe poi avuto, la tesi heyerdahliana si è dimostrata nel tempo (ad eccezione di insediamenti nell’Isola di Pasqua) non scientificamente esatta. Infatti, prove archeologiche, linguistiche, culturali e genetiche, indicano che le genti che colonizzarono le isole polinesiane non arrivarono nel Pacifico dal Sud America, bensì dalla zona del Sud-Est insulare dell’Asia, nel periodo 3000-1500 a.C.
ALLA DERIVA - Nel porto di Lima (Cile), Heyerdahl fece costruire una zattera con materiali e tecniche degli antichi Incas. Per il viaggio utilizzò, comunque, dispositivi e strumenti moderni (un apparecchio radio, orologi, carte, sestanti, coltelli) per meglio garantire la sopravvivenza ai sei avventurosi che costituivano l’equipaggio. La base galleggiante della zattera (il corpo principale) era costituita da tronchi peruviani di balsa di 14 metri accostati tra loro, spaziati di circa un metro, legati ai sovrastanti traversi da robuste funi di canapa. A sostenere la grande vela quadra, vi era una struttura a forma di lettera “A” (maiuscola) in fusti di mangrovia. A fare da timone, un lungo remo dello stesso legno, a poppa.
Heyerdahl aveva dato il nome del barbuto dio Kon-Tiki (la cui effige era sulla vela) alla zattera che, nell’Aprile del 1947, dal porto di Callao in Perù fu trainata in mare aperto a circa 50 miglia dalla costa, per essere rilasciata all’interno della Corrente di Humboldt, con destinazione Polinesia. Fu così che, in 101 giorni, percorse 3.770 miglia marine (circa 6.890 km), il viaggio si concluse positivamente, con la forza delle ondea spingere la zattera a naufragare sulla barriera corallina di un atollo polinesiano delle francesi Isole Tuamotu. L’equipaggio fu raggiunto dagli abitanti delle isole vicine e festeggiato con canti e danze tradizionali di benvenuto.
La zattera Kon-Tiki, restaurata, è oggi esposta al Kon-Tiki Museet di Oslo.
Il Guardiano del Faro
LA COMPLESSA STORIA DELLA RUSSIA/3
di Francesco Bonanni
La Russia è lo Stato con la maggiore estensione territoriale al mondo: 17mila Kq. Il suo Territorio è però caratterizzato da una certa stabilità precaria, con vaste zone tutt’ora disabitate e con poche città.
La parte europea è quella più densamente abitata, ma con una Popolazione mista e quindi con numerose Minoranze Etniche a causa del suo particolare processo espansionistico.
Difatti La Russia è un Impero che, a differenza di altri Imperi, le sue Colonie le ha incorporate nel proprio territorio con la funzione di Regioni Cuscinetto con la conseguenza dell’esistenza di una latente conflittualità al suo interno. Inoltre ha una Capitale situata molto a Nord, a circa alla latitudine di Terranova, ed invece i suoi granai si trovano molto più a Sud con una stagione di crescita dei raccolti estremamente breve e con un clima che condiziona notevolmente sia la produttività dei terreni che l’efficienza dei trasporti.
Difatti il serio problema che affligge l’Economia russa è rappresentato dalle difficoltà e dai costi del trasporto dei raccolti dai campi alle città ove vive la gran parte della Popolazione. Poi le difficoltà di rifornimento si presentano in misura maggiore nelle zone lontane e scarsamente popolate dell’interno.
In passato il Governo Centrale ha imposto agli Agricoltori del Sud-Ovest di fornire a prezzi prefissati notevoli quantità di derrate alimentari alla Capitale ed a tutte le città industriali, talvolta ricorrendo addirittura a metodi violenti.
Come fece Stalin quando nel 1932-33 ordinò all’Armata Rossa di requisire l’intero raccolto dell’Ucraina causando in tal modo la morte per fame di alcuni milioni di Agricoltori, con l’accusa di non aver prodotto le quantità stabilite dalle Autorità della Programmazione.
Fu un vero e proprio Genocidio che gli Ucraini chiamarono “Holodomor”.
La Russia sia per le sue dimensioni che per la sua composizione etnica sembra destinata ad essere governata da un Potere Forte e da una Burocrazia Centralizzata supportata da un potente Apparato di Sicurezza in modo da garantire il mantenimento dell’Unità dell’Impero.
Inoltre la Russia è un gigante dai piedi d’argilla in quanto è afflitta da due rilevanti Problemi Geopolitici.
Il Primo è rappresentato dalla necessità di garantire un elevato livello di Sicurezza Interna e quindi di tener unito un Paese dalle eterogenee e notevoli dimensioni territoriali in cui i Russi sono poco numerosi.
Il Secondo quello di assicurare la Difesa Nazionale, particolarmente complessa a causa della sua stessa conformazione geografica.
Poiché la stragrande maggioranza del territorio dello Stato non è abitata da Popolazioni russofone diventa necessario per il Governo Centrale esercitare una politica piuttosto autoritaria onde evitare il pericolo che le numerose Minoranze possano allearsi con Potenze ritenute nemiche
Una sua ulteriore costante preoccupazione è stata da sempre la possibilità di garantirsi ad Occidente“frontiere sicure”.
Per questo dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Unione Sovietica perseguì l’obiettivo di stabilire il confine sul fiume Elba ritenendo che l’unica Linea di Difesa si trovasse in Polonia lungo i 400 Km. che intercorrono tra il Mar Baltico ed i Carpazi mentre gli altri tratti di pianura per la loro ampiezza fossero praticamente indifendibili.
Infine un’altra necessità fondamentale della Russia è quella di espandersi verso i porti situati sulle sponde dei mari caldi allo scopo di poter commerciare con il resto del Mondo.
IL PANE
PER LA PASQUA
Molte le regioni che continuano questa tradizione dai diversi significati simbolici e pratici.
Facciamo un pane e il profumo della festa si spanderà per tutta la casa.
Lo prepariamo alla sera, l’impasto lieviterà mentre dormiamo. Al risveglio, penseremo alla Madre terra, all’antica forza di rinascita.
Alle spighe che Demetra protegge e fa germogliare. Le campane suonano per la messa: si celebra il rito dell’Eucarestia.
Il pane è un sacro dono, dal chicco rinasce la vita.
La semplicità di un pane… bastano farina, acqua tiepida, un poco di lievito di birra, sale… tutto qui.
Buona Pasqua a tutti