OSSERVATORIO LINGUISTICO
Rubrica aperta ai contributi
di tutti gli interessati
VOX POPULI
di Giancarlo Marchesini
Vox populi, vox Dei, voce di popolo, voce di Dio recita l’antico detto medievale per segnalare che un’opinione largamente diffusa non può che essere vera, chiamando addirittura in causa la volontà divina.
Che io sia agnostico o meno, ateo o credente, mi permetto di dissentire da questa espressione di saggezza, almeno per quanto riguarda la nostra lingua.
Qual è. Il fatto che ad oggi molte persone scrivano qual è con l’apostrofo, senza sapere o riconoscere che “qual” è voce tronca di “quale” non significa che il mostro ortografico con l’apostrofo abbia diritto di cittadinanza nella nostra lingua. Lo stesso vale per la parola po’ voce tronca che sta per “poco” ma che molti scrivono erroneamente con l’accento.
Sé stesso. Esiste una regola grammaticale antiquata quanto immotivata secondo la quale il pronome riflessivo sé, seguito dalle parole stesso o medesimo, perde l’accento. Regola immotivata, dicevo, perché il pronome sé significa invariabilmente la stessa cosa e non si vede perché debba cambiare veste grafica quando è seguito da alcune parole specifiche. Confortando la mia opinione il vocabolario Treccani specifica che “il pronome sé è scritto spesso, ma senza valide ragioni che lo giustifichino, senza accento: se stesso, se medesimo (in ogni altro caso la grafia senz’accento è antiquata)”.
Insidie generiche di – dì – di’ – da –dà – da’. Di è la preposizione che tutti conosciamo, dì indica il giorno (una compressa al dì, scrivono i dottori) di’ (con apostrofo) è l’imperativo del verbo dire. Da è la preposizione, dà (accento) è la terza persona del presente indicativo (egli / lui dà), da’ (apostrofo) è voce tronca dell’imperativo dare (es.: da’ qua).
Non ne capisco un’acca. Vi risparmio le regole dell’acca (h) nelle quattro forme del verbo avere perché, per ragioni di spazio, vorrei affrontare altri casi della non applicabilità del detto vox populi, vox Dei. Resta però il fatto che esiste una quantità impressionante di “voci di popolo” abnormi, errate o semplicemente dovute all’ignoranza che popola i blog e le esternazioni degli influencer.
Smart, ma non è l’automobile. Uno dei casi, forse il più evidente, in cui la vox populi si trova in contraddizione con la logica e la linguistica è la scarsa competenza, la poca dimestichezza e la faciloneria con cui in Italia si affrontano le lingue straniere. Usare parole straniere, specialmente inglesi, “fa figo”, induce a pensare che quella tale persona, influencer o giornalista non faccia altro che leggere ed informarsi presso le più qualificate fonti mediatiche internazionali. I nostri politici non sono esenti da questo malvezzo: il lavoro a distanza, istituito a causa della pandemia, è stato battezzato smart working: questa espressione indica in inglese soluzioni di flessibilità nell’assegnazione degli incarichi, capacità di delegare, autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare e non il puro e semplice lavoro fatto da casa col computer).
Vox populi – vox memi: per la maggior parte degli italiani un meme è un contenuto internet che si diffonde in modo virale, rimbalzando da una piattaforma all’altra e magari causando liti, insulti, false interpretazioni e diffamazioni. Facendo un confronto con la stampa e i media angloamericani ci accorgiamo che l’italiano “meme” deriva da una carente, e tracotante, interpretazione dell’inglese: il meme, quello vero, è stato descritto da Richard Dawkins (1976) come un’unità culturale trasmessa per imitazione da una persona all’altra (meme/gene). I pubblicisti angloamericani si sono impossessati di questo termine aggiungendovi però la parola internet proprio per indicare la diffusione di contenuti virali. Gli “esegeti” italiani dell’inglese hanno pensato che la parola internet fosse superflua, forse proprio perché internet costituisce la loro unica fonte di informazione (alla faccia dei libri, dei saggi e degli articoli scientifici). Per quanti sforzi io faccia non riuscirò mai a convincere i miei connazionali che dovremmo parlare di memi digitali. La parola meme ha ormai attecchito nell’italiano mediatico in modo ineluttabile. Per una volta la vox populi è diventata la vox di un dio pagano!
A CORTONA “città del mondo”
Le molteplici visioni d’amore
CORTONA
2023 - X edizione
Concorso Letterario Internazionale
La cerimonia della consegna dei Premi si è svolta nel Teatro Signorelli, la prestigiosa sede di eventi culturali nella città di Cortona, che ha visto in questo Concorso protagonisti anche alcuni poeti/narratori del Simposio. Giuliana Bianchi Caleri, la presidente del Premio di Cortona, che in passato aveva onorato, a nome della città, la memoria di Ettore Malosso, quest’anno 2023, in "Molteplici Visioni d'Amore”, sempre da Lei organizzato con a capo della giuria Lia Bronzi (Presidente emerita della Camerata dei poeti di Firenze e del Giglio Blu di Firenze), ha premiato le opere di alcuni dei nostri amici poeti/scrittori. L’avventura con gli amici toscani è iniziata nel 2013 con il Gemellaggio sancito con la storica “Camerata dei poeti di Firenze”, che più volte ha invitato i nostri poeti a presentarsi con le loro opere. Ma dobbiamo anche ricordare il movimento ITALIA POESIA CHIAMA “Corrispondenze letterarie dal mondo”, nato nel dicembre 2015 da un’idea di Lia Bronzi, che prese forma in un sodalizio tra la Camerata dei Poeti, il Giglio blu di Firenze (presidente Enrico Taddei) e il Simposio di Anzio.
Domenica 21 maggio 2022
ore 16.30
Simposio in via Venezia, 19 - Lido di Cincinnato – ANZIO
Protagonisti del Simposio a Cortona
Vecchi e nuovi poeti amici che hanno il dono di saper esprimere i propri sentimenti. Da Ornella, veterana del Simposio che l’ha vista nascere sotto il segno della Poesia. A Maria Grazia rivelatasi in tutta la sua raffinata e colta scrittura. Infine la scoperta di Rita che sa coglier con spontanea semplicità la “bellezza” anche nel dolore della quotidianità.
Segnalazione di merito - Rita Silimbeni
«È poesia dedicata ai migranti che attraversano il Mare Mediterraneo, questa dal titolo “Anima grigia…”, in cerca di sponde dove regna la libertà, per i residenti sicuramente, ma per molti sarà più facile trovare una ingiusta morte.
Questa è la tematica della poesia sociale e civile, nonché umana, di Rita Salimbeni, che con un contenuto meritevole, ha saputo affrontare questo difficile problema».
Sezione Narrativa Inedita
2° Premio - Maria Grazia Vasta
«Poesia lirica. Questa dal titolo “L’onda” di Maria Grazia Vasta, capace di creare immagini di rara bellezza con delicate metafore di natura, qualità che riportano una nostalgia del tempo passato, pur anche attraverso il sogno, che si rivela quasi realtà con aspetto narrativo. Lo stile possiede una metrica musicale che dona all’insieme un particolare aspetto di poesia pura».
Sezione Poesia Inedita
1° Premio - Ornella Ferrari Pavesi
«Il romanzo inedito dal titolo “Sulle tracce del Destino” di Ornella Ferrari Pavesi possiede carattere storico che sviluppa il proprio modo di essere a partire dal “326 Anno Domini”. I fatti storici sono documentati con attenzione da parte dell’autrice, mentre il procedere narrativo è svelto e di piacevole lettura».