Il Rotary italiano si è attivato dopo la catastrofe
Per la Turchia e la Siria
Il Rotary risponde immediatamente alla catastrofe del devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria il 6 febbraio.
Sono stati subito attivati gli sforzi per rispondere a questo disastro organizzando, valutando i bisogni, condividendo le informazioni sulle iniziative di soccorso per poter amplificare le richieste di sostegno. In collaborazione con ShelterBox, partner del Rotary dal 2012 per progetti di soccorso dopo i disastri, i Distretti ed i Club italiani hanno deciso di intervenire in maniera rapida per rispondere alla catastrofe che ha distrutto una parte della Siria e della Turchia. Circa mille soci del Rotary sono coinvolti con ShelterBox come volontari, staff o come membri delle squadre di soccorso. Il Rotary Club Costa Neroniana si è subito attivato per inviare un aiuto immediato e concreto acquistando una tenda progettata per più persone che è fornita di materassini impermeabili, coperte di pile termico, strumenti essenziali per lo sgombero di macerie, fornello, contenitori per la purificazione dell’acqua, utensili da cucina, berretti e guanti caldi, kit di attrezzi, confezione di attività per bambini e zanzariere. Grazie a ShelterBox si ha la certezza che entro 24/48 ore ripari di emergenza e materiali salvavita per le persone rimaste senza casa possano essere consegnate sul luogo della catastrofe.
L’invio di denaro direttamente in loco non è al momento raccomandato, sia per le difficoltà di verificarne destinazione ed utilizzo, sia perché vi sono serie difficoltà a reperire ed acquistare il materiale necessario, stante la situazione gravemente emergenziale.
Per questo motivo il Rotary Club Costa Neroniana ha aperto una raccolta fondi per concentrare gli aiuti da destinare alla popolazione turca e siriana a chi volesse adoperarsi sui luoghi del disastro fornendo realmente ciò che serve.
L’IBAN a cui si possono inviare eventuali offerte è il seguente:
IT 03V 0200 8388 91000 1065 38678 intestato a: Rotary Club Costa Neroniana - UniCredit filiale di Anzio - causale: “Fondo di Solidarietà per Turchia e Siria”
Il Rotary Club Costa Neroniana assicura tutti coloro che vorranno partecipare a questa iniziativa che i fondi saranno destinati esclusivamente agli aiuti per queste popolazioni ed informa che il costo di una tenda attrezzata è di € 750.
Il Vice Presidente del Rotary Club Costa Neroniana Achille Terzo ha dichiarato che spera che i cittadini del nostro territorio possano aiutare a supportare le comunità turca e siriana in questo momento di disperato bisogno di alloggi temporanei di emergenza e di articoli di prima necessità dopo un disastro naturale di tali proporzioni.
Rotary Club Costa Neroniana
Il festival della canzone italiana è diventato la vetrina di tutti i mali
Il Festival tradito
Si chiama Festival della Canzone Italiana e dovrebbe essere il laboratorio musicale, di tradizioni e tendenze musicali che riguardano la melodia italiana, la musica leggera. Quest’anno era la settantatreesima edizione e, come è avvenuto in precedenti edizioni si è giunti all’inizio della manifestazione scandendo i giorni di avvicinamento, come si trattasse dell’evento dell’anno. Ero un ragazzino quando con gli occhi fissi al nostro nuovissimo Geloso19 pollici, rigorosamente in bianco e nero, restavo incollato a vedere, stando comodamente seduto in poltrona, Claudio Villa che trionfava con “buon giorno tristezza” al Festival di San Remo. Ero incantato dallo spettacolo e anche se non lo fossi stato non avrei avuto scampo, perché il canale TV era unico e l’alternativa era di quella di andare a dormire. Quanta acqua è passata sotto il ponte prima del Casinò di San Remo e, dal 1977, del teatro Ariston, quante storie ed anche qualche tragedia e canzoni, mille canzoni che hanno raccontato del cuore che fa rima con amore ma hanno anche cantato la contestazione ed il disagio. Lo facevano le canzoni, lo faceva una kermesse di canzoni e canzonette italiane qualche volta impreziosita da illustri presenze di ospiti di notorietà planetaria come Louis Armostrong, Neil Sedaka, Paul Anka e tanti altri che cantavano le nostre canzoni con un accento tremendamente inglese.
Ma era una gara fra canzoni e quelle che prevalevano sono ancora oggi, a distanza di decenni, canticchiate e non solo da quelli con i capelli bianchi. Esempio ne è che quelle canzonette hanno spopolato a Sanremo quest’anno, cantate da tanti dinosauri della canzone italiana: Albano, Morandi e Ranieri e da quel monumento nazionale che è Peppino di Capri e da icone come Gino Paoli e Ornella Vanoni. Che cosa è diventato il festival della canzone italiana? Da un calcolo indicativo su quasi 5 ore di durata, delle due puntate iniziali, solo circa 40 minuti sono stati dedicati alle esibizioni musicali. Poi c’è un po’ di tutto, tutti cercano di metterci qualcosa e qualche volta lo fanno senza nemmeno avvisare chi del festival è responsabile, se è vero come è vero che la Presidente della Rai, che è l’ente “proprietario” del festival, è venuta a sapere della presenza del Capo dello Stato da una conferenza stampa, lo stesso vale per i consiglieri eletti in Parlamento. Anche se la presenza del Presidente della Repubblica ha aggiunto prestigio al Festival è indubbio che essa lo ha caratterizzato ed ha contribuito a modificarne il significato. Come ne ha modificato il significato la presenza di Benigni che, con un’enfasi esagerata ed una verve eccessiva, anche per lui che è eccessivo di natura, ha recitato alcuni brani della nostra Costituzione con la solita banale affermazione che si tratta della “costituzione più bella del mondo”.
Mi domando quante altre costituzioni Benigni abbia letto. Roberto Benigni ha fatto un intervento che è durato un ventina di minuti, il tempo in cui il mio barbiere ha impiegato per fare un taglio di capelli. Benigni ha contribuito in modo importante allo spettacolo ed allo share, non ha cantato e questo è un fatto positivo; ma chiedo a tutti coloro che si sono sentiti emotivamente coinvolti dal suo passionale intervento se sanno che, stando a quanto è costata la sua partecipazione dell’anno precedente, il comico italiano dovrebbe avere incassato circa 15.000 euro per ogni minuto del suo monologo, se è vero come dicono che l’intervento precedente costò alla RAI 300.000 Euro; ventimila volte di più del mio barbiere che è un ottimo artigiano, professionista del taglio maschile, ha cui ho dato 15 Euro, inclusa la mancia . Resta la domanda: che cosa è il Festival di San Remo oggi? se dopo ogni puntata si parla di interventi e di fatti che spesso con i cantanti hanno poco a che fare. Che cosa è diventato il Festival di San Remo se un ragazzino viziato e nervoso può oltraggiare gli spettatori ed il simbolo di San Remo, i fiori, cavandosela con qualche fischio, senza essere preso a calci nel sedere e cacciato dal palco? Che comicità è quella di quell’altro giovanotto che pretende di essere dissacrante ma rischia di essere banalmente scontato, vicino al ridicolo, nel mostrarsi in mutande? Chi scrive partecipa in modo attivo ed emotivamente intenso al dramma della repressione in Iran ed alla tragedia della condizione femminile in quel paese, vorrei sottolinearlo, ma un festival della musica non dovrebbe essere turbato da drammi sociali come quello in atto nella repubblica islamica; è la politica ed il governo che dovrebbero fare molto di più di quello che fanno per fermare quella tragedia umana.
L’intervento di quella giovane italo-iraniana che, debbo ammetterlo mi ha commosso, non ha modificato di un millimetro la situazione in atto. Questo vale per la condizione nelle carceri, per le discriminazioni, per l’ipotesi di razzismo, per i diritti della donna rivendicati da una donna che, per essere certa di non essere fraintesa si è presentata praticamente nuda. Un capitolo a parte riguarda il ruolo di Fedez, perché il rapper aveva un ruolo ben definito che con la musica non aveva assolutamente niente da spartire. Sfido chiunque ad affermare che il suo intervento e la sua incombente presenza in platea, culminata col ben programmato bacio con un cantante che si chiama Rosa, avevano qualche attinenza con un festival di canzoni. Alcuni dei temi, non certamente quelli di Fedez che ha toccato il fondo del bicchiere e del suo amico Rosa, hanno una loro rilevanza sociale. Alcuni sono argomenti importanti, degni di essere conosciuti e dibattuti ma la domanda resta: E’ il Festival di San Remo, che è uno spettacolo visto in molti Paesi del mondo, particolarmente nei paesi dell’est europeo, il luogo in cui tutti i panni sporchi ed i sensi di colpa debbono essere lavati? Se il Festival deve essere il contenitore dei mali dell’umanità, uniti fra loro da brani musicali, allora perché non dare spazio diretto all’evento più drammatico dell’Europa? perché declassare l’intervento del presidente ucraino a messaggio tradotto e trasmesso a notte fonda, mentre quel messaggio sarebbe potuto entrare in viva voce nella case dei tanti russi che vedono il festival e parlare alle loro coscienze in una lingua che essi comprendono perfettamente? Sentivo un eminente uomo politico definire, con aria un po’ rassegnata, il festival come una vetrina della società: ed io che pensavo si trattasse di una competizione musicale fra cantanti e fra canzoni come quelle che hanno parlato di musica italiana nel mondo. Il festival ha tradito i suoi intenti: è diventato un mezzo di divulgazione sociale, un contenitore in cui partiti e tendenze trovano sfogo ideologico ed alcuni personaggi soddisfazione alla loro ansia di protagonismo, un protagonismo che è spesso loro necessario per esistere.
L’immensa audience non può giustificare lo snaturamento di questa manifestazione perché altrimenti ci ritroveremmo a discutere di aborto ed eutanasia fra un tempo e l’altro di Roma-Lazio e sarebbe intollerabile. Pur se in un contesto un po’ arzigogolato, che ha creato molta sperequazione fra i partecipanti, di canzoni ne sono arrivate a iosa specialmente nella quarta serata. Brani belli, esecuzioni a volte magistrali, tante vecchie e meno vecchie glorie, ma resta e continua ad incombere la domanda: che cosa è diventata la gara delle canzoni italiane se a vincere la quarta serata è stato un cantante che ha cantato in inglese, accompagnato dai Kingdom Choir, un gruppo gospel inglese e che ha presentato uno dei brani immortali dei Beatles? Se poi il Festival della Canzone Italiana è diventato una estenuante maratona di musica e polemica; di canzoni ed esibizioni a tema sociale, può anche andar bene, può anche essere uno spettacolo di successo ma per favore si modifichi il nome, non si chiami più Festival della Canzone Italiana.
Sergio Franchi