S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
ANZIO
E-mail: simposioxx@gmail.com .•...... amici del simposio di Lavinio..•...... il simposio incontri culturali
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
LA PACE
Un anno fa, quando forti venti di guerra si erano levati a poca distanza da noi, abbiamo aperto su queste pagine un piccolo spazio "per la PACE”. Come un salvadanaio, per raccogliere monetine utili a costruire un piccolo edificio di riflessione seria, di consapevolezza della necessità di portare ognuno un contributo. Certo, non un contributo che potrà fermare le guerre esponenzialmente ingranditesi per l’insuccesso della diplomazia, ma uno spazio di condivisione per mantenere salda la nostra attenzione, in un mondo in cui una sola verità non esiste e tutti hanno e pretendono la loro ragione. Sia nel silenzio che nella protesta, noi esprimiamo sempre un’idea o semplicemente l’assenza di averne una e il terreno diventa fertile per qualsiasi tipo di semenza, di semi piccoli o grandi ma potenzialmente sempre generatori di vita. Ma quale vita?
Giuliana
Contributo per osare la Pace
Osservo
Caduto per caso
su un grumo di terra,
ho inteso il bisogno
di conoscere l’uomo;
e proprio per questo,
con l’ala del cuore,
sono volato nell’alto
del cielo,
per vedere con l’occhio
di sole
la gente che in basso
veloce cammina.
Così ho notato,
l’enorme contrasto
che esiste da sempre
nel genere umano.
Amore - odio.
Guerra - pace.
Abbondanza - miseria.
Generosità - egoismo.
Intelligenza - stoltezza.
Bellezza e orrore.
E poi danaro, danaro, danaro:
un fiume che cambia
spesso percorso.
Adesso però,
sconvolto da tanto,
sento il bisogno
di ritirarmi
per riflettere e capire,
se la storia umana,
è davvero “Umana”.
Oppure è soltanto:
“Pura illusione”..
Pino Pieri - 2022
La profonda bellezza dello yoga
e la pratica Heartfulness
DALLA PACE
INTERIORE ALLA
PACE NEL MONDO
di Ivana D’Amore
Tante volte condanniamo le guerre, le violenze di ogni genere, vorremmo tutti vivere in pace. Ma qual è il nostro contributo al cambiamento? Nella nostra vita quotidiana come ci comportiamo in famiglia, con gli amici o con i colleghi di lavoro? Siamo pronti al litigio, pur condannando le guerre, alla critica, all’accusa dell’altro puntando il dito per ogni cosa. Abbiamo mai provato a cambiare i nostri comportamenti che spesso non portano a nulla di positivo? È vero il rinnovarsi ci turba profondamente, ma spesso la tentazione di dare una risposta alle domande cosa siamo, da dove veniamo, dove andiamo ci attira intimamente. Perciò tanti anni fa accolsi di buon grado l’invito ad un meeting di Raja Yoga tenuto da un maestro indiano proveniente dal nord dell’India. Era un uomo sulla sessantina, esile, con un viso magro incorniciato da una barba bianca. Indossava un paio di pantaloni di cotone chiaro ed una giacca nera lunga dal colletto alla coreana abbottonata fino alle ginocchia. Aveva un aspetto semplice e un’aria dimessa. Tutto il suo essere emanava amore.
«Miei cari - esordì in un perfetto inglese, - sono giunto dall’India per portarvi un messaggio d’amore. L’homo sapiens si è evoluto naturalmente, in ogni campo dello scibile umano, ma oggi è necessario che evolva anche spiritualmente. Le atrocità commesse, le ingiustizie, l’inquinamento ed altro ancora ci fanno capire che l’uomo è lo stesso di tre o quattro mila anni fa. La pratica di ricerca spirituale che vi propongo è antichissima: riscoperta all’inizio del secolo scorso in India, fa parte del Raja Yoga ed adotta un mezzo semplice quale la meditazione sul cuore. Questa meditazione Heartfulness, porta l’individuo alla libertà completa per giungere dalla pace interiore alla pace nel mondo. Il metodo ha bisogno di una guida sicura (il maestro) ossia uno yogi che possegga la capacità di un servizio incondizionato e senza tornaconto personale. Per tutti voi che cercate, prego Dio che lo troviate». Concluse.
Al termine del seminario, ritornando a casa, mi sentii inquieta, fui tormentata dal dilemma: “cambiare il proprio cuore o dimenticare per sempre il maestro indiano?”. Dopo giorni decisi che se avessi voluto cambiare il mondo, avrei dovuto prima cambiare me stessa. Quell’uomo semplice riuscì in pochi giorni ad aprire un varco nella mia coscienza e a farmi credere che la vita può essere resa perfetta nel mondo!
SOS MEMO/3
Surrealtà e mnemotecnica
dantesca
di Vincenzo Corsi
Memoria artificiale e memoria naturale.
Hai mai notato che un’immagine che deriva da una situazione insolita resta impressa nella memoria? È così: più una situazione è bizzarra più colpisce la nostra memoria e resta impressa.
Legare poi un’immagine ad un’informazione da ricordare è un esercizio molto proficuo. Nel suo trattato “L’Arte della Memoria”, l’Aureli dice:
… questo mezzo è detto dei quadri e consiste nell’aggiungere a ciascuna informazione una vignetta o un quadro … per lo più con una grande esagerazione perché le cose esagerate sogliono produrre più durevole ricordanza di altre”.
Siamo nel campo della memoria artificiale ove ad ogni ricordante, ossia un elemento che uso per ricordare, corrisponde un ricordato, ossia l’informazione da ricordare. Questo gioco può essere superfluo per chi ha una buona memoria naturale.
Prendiamo i primi due versi del primo Canto del Paradiso di Dante: La gloria di Colui che tutto move / per l’Universo penetra e risplende.
Voglio ricordare attraverso il quadro alcune parole chiave. Ecco che Colui che tutto move è ricordato dall’immagine di un burattinaio a destra e per l’universo penetra ha come ricordante un trapano che penetra L’Orsa Maggiore che richiama l’Universo. Non è divertente? Inoltre il quadro ha una sua autonomia estetica. Puoi provare anche tu.