Come provare il tradimento del proprio partner
Tradimenti ed investigatori
Nel corso del giudizio di separazione giudiziale dei coniugi, è possibile chiedere l’addebito della separazione stessa a carico del coniuge cui deve attribuirsi la responsabilità della crisi del matrimonio. Tale responsabilità, deriva dalla violazione dei doveri che gravano sui coniugi e che sono elencati nell’art. 143 del codice civile, ovvero: l’obbligo reciproco alla fedeltà, l’obbligo all’assistenza morale e materiale, l’obbligo alla collaborazione nell’interesse della famiglia, l’obbligo alla coabitazione. Tra gli effetti più rilevanti dell’addebito c’è la perdita del diritto al mantenimento del coniuge nei cui confronti sia pronunciato. Ma attenzione, perché non è sufficiente la violazione dei suddetti doveri per ottenere l’addebito, è anche necessario che da questo comportamento sia derivata l’intollerabilità della convivenza e, quindi, la crisi del matrimonio. Se invece la coppia era già in crisi prima del comportamento contestato, non può esserci addebito, perché la crisi precedeva il comportamento e non è stata provocata da questo.
Una delle ragioni più comuni di richiesta d’addebito è il tradimento, ovvero la violazione dell’obbligo di fedeltà ed è di questo che parleremo in questo articolo, con specifico riferimento all’utilizzabilità in giudizio delle relazioni degli investigatori privati.
Cominciamo infatti col precisare che “grava sulla parte che richieda l’addebito l’onere di provare sia la contrarietà del comportamento del coniuge ai doveri che derivano dal matrimonio, sia l’efficacia causale di questi comportamenti nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza’’ (Cass. 16691/2020). Questa prova è tutt’altro che agevole da raggiungere ed implica una valutazione tecnica delle prove a disposizione. Infatti non tutto può essere utilizzato in un giudizio e non tutto ha la stessa efficacia probatoria, ovvero la stessa capacità di dimostrare l’esistenza di un tradimento.
Può capitare che, a fronte di un sospetto, il coniuge tradito chieda aiuto ad un investigatore privato, com’è accaduto al marito pugliese di cui si è recentemente occupata la Corte di Cassazione nella sentenza 4030 del 14.02.2024. Questi era stato informato del tradimento della moglie da una lettera anonima ed aveva ingaggiato un investigatore privato, che gli confermava la notizia redigendo una relazione, corredata di fotografie della moglie insieme all’amante. Questa relazione poteva essere prodotta in giudizio? Che valore assume nel processo? E’ una prova decisiva per attribuire l’addebito della separazione alla coniuge traditrice?
Iniziamo dicendo che la relazione investigativa e le foto possono essere prodotte nel giudizio di separazione, purché siano pertinenti alla causa ed all’oggetto del processo e non eccedenti la finalità di quest’ultimo. La relazione investigativa rientra tra le prove atipiche che possono essere liberamente valutate dal giudice ed alla quale può riconoscersi un valore indiziario, quindi non ha piena efficacia probatoria in sé madeve essere valutata unitamente ad altri elementi di prova ritualmente acquisiti (Cass. 4030/2024).
Per quanto riguarda le foto, la giurisprudenza ha riconosciuto che sono idonee a provare il tradimento quando ritraggono il/la coniuge con l’amante in atteggiamenti che, per la comune esperienza, inducono a presumere l’esistenza di una relazione extraconiugale (Cass. 4899/2020). La loro “utilizzabilità a fini decisori è espressamente riconosciuta dall’art. 2712 cod. civ., anche in presenza di un disconoscimento della parte contro la quale il materiale fotografico viene prodotto; nel senso che, neppure il disconoscimento esclude l’autonoma valutazione della veridicità di detto materiale fotografico da parte del giudice, mediante il ricorso ad altri mezzi probatori. In particolare, è stato chiarito da questa Corte che, in tema di efficacia probatoria delle riproduzioni fotografiche, il disconoscimento delle fotografie non produce gli stessi effetti del disconoscimento previsto dall’art. 215, secondo comma, cod. proc. civ., perché mentre questo, in mancanza di richiesta di verificazione e di esito positivo di questa, preclude l’utilizzazione della scrittura, il primo non impedisce che il giudice possa accertare la conformità all’originale anche attraverso altri mezzi di prova, comprese le presunzioni” (Cass.4030/2024).
In conclusione, è sempre opportuno chiedere al proprio avvocato di fiducia di studiare il materiale probatorio di cui si dispone (testimonianze, sms, foto, screen shot, immagini tratte dai social networks, e mail….), onde verificarne la producibilità in giudizio e l’ efficacia probatoria. E’ infatti necessario valutare insieme ad un tecnico l’opportunità dell’azione, anche attraverso un bilanciamento ponderato dei costi e dei benefici.
Avv. Alessandra Lupi
Se avete domande su questo argomento potete scriverle all’indirizzo e-mail studiolegaleal@virgilio.it. L’Avv. Alessandra Lupi riceve a Lido dei Pini ed a Roma, previo appuntamento telefonico al numero 06.9178201 o al numero 349.6358027 (anche WhatsApp). Su Instagram, questi ed altri contenuti possono essere consultati su #iltaccuinogiuridicodellavvalessandralupi
Lo spettacolo dell’8 marzo dei Liberi Teatranti vicini alle donne vittime di violenze
“Se mi ami non mi uccidi”
L’Associazione di promozione sociale “Liberi Teatranti & Teatranti”, in quel luogo privilegiato di incontro e scambio, di svago e di riflessione che è il “Teatro Studio 8”, ancora una volta è stata messaggera di un percorso di sensibilizzazione verso il femminicidio e la violenza maschile sulle donne.
Alle innumerevoli attività culturali, di ricerca, di formazione, ricreative (teatro, musica, danza e spettacolo), con una fiorente produzione, organizzazione e direzione di eventi, rassegne, e conferenze, selezioni per importanti avvenimenti artistici di livello nazionale, anche quest’anno i “Liberi Teatranti & Teatranti” APS hanno fornito un decisivo contributo alla perfetta riuscita di un Progetto ideato e diretto da Tiziana Tozzi con musiche e cantanti della Myxilon Studios Production di Massimo Di Muro.
“Se mi ami non mi uccidi”, questo il titolo dello spettacolo che si è tenuto lo scorso 8 marzo presso il Teatro Studio 8, in occasione della Giornata internazionale della Donna, che ha voluto ricordare in un modo diverso e originale quanto sia importante valorizzare la figura della donna finalmente protagonista e non più vittima.
Oltre alla citata Tiziana Tozzi, regista dello spettacolo, sono stati accolti con la consueta cordialità dal Presidente dell’Associazione Giampiero Bonomo e dal Direttore artistico Francesco Ruggirello illustri ospiti, quali Valentina Spampinato - Presidente mondiale del Performer Cup, Maura Paparo -coreografa /ballerina e insegnante di ballo, nonché Garrison Rochelle - coreografo/ballerino e insegnante di ballo. La presenza dell’ANDOS con numerose associate, oltre alla Presidente Carla Magliocchetti, ha ulteriormente rafforzato quei concetti di inclusività e buone relazioni che da sempre i Liberi Teatranti & Teatranti trattengono sul territorio con numerose associazioni.
Uno spettacolo permeato intorno a quei simboli contro la violenza sulle donne ormai iconici ed altamente rappresentativi, da diversi anni, - la panchina rossa e le scarpe rosse che raccontano proprio la battaglia contro i maltrattamenti e i femminicidi. La loro storia nasce in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante di omicidi femminili avvenuti negli ultimi vent’anni. Un’artista messicana, Elina Chauvet, per ricordare le donne vittime di violenza, compresa la sorella assassinata dal marito a soli vent’anni, nel 2009 posizionò in una piazza della città 33 paia di scarpe femminili, tutte rosse. Uno spettacolo le cui musiche, parole e gesti, ruotanti intorno ad una panchina e alle scarpette rosse hanno risuonato tra il pubblico creando emozioni palpabili per l’immedesimazione alla sofferenza delle donne nel vedere negati i propri diritti... la propria libertà di vivere senza umiliazioni fisiche e morali. I cantanti della Myxilon Studios Production di Massimo Di Muro, con grande trasporto e suggestione artistica non solo canora ma anche con le loro gestualità e recitazione, hanno condotto il pubblico a percorrere un excursus sul tema della violenza anche geografico oltre quello sociale, che ha spaziato dalle mutilazioni femminili in Africa alle violenze domestiche, tra quelli che erano amori poi culminati in tragedie umane, dove spesso alla morte si affianca il dolore verso i tanti figli orfani a causa di femminicidi e dei quali si parla poco. Emozioni e riflessioni che hanno generato appassionati commenti del foltissimo pubblico presente e convinti applausi agli artisti e alla regista. Parking gratuito.
Teatro Studio 8
Io e Kafka
Inizia mercoledì 10 aprile 2024 alle 19, presso la Libreria Magna Charta di Lavinio, che la organizza insieme all’Istituto Culturale Italo-Tedesco di Anzio e Nettuno, la manifestazione “IO E KAFKA”, ideata e presentata da Salvatore Santucci..A 100 anni dalla morte di Kafka, si prendono in esame 3 racconti: La metamorfosi, Relazione per un’Accademia e Lettera al Padre. La Metamorfosi, il racconto più noto dello scrittore,fu pubblicato nel 1915. All’inizio il protagonista Gregorio Samsa si risveglia una mattina ritrovandosi trasformato in un enorme insetto.
Temi fondamentali del racconto sono l’alienazione e la spersonalizzazione dell’individuo imposta dalla società. Relazione per un’Accademia vede invece come protagonista una scimmia, Pietro il Rosso, che viene catturata dagli uomini con i quali scende a patti per ricavarsi una specie di libertà. Infine si affronterà la sua Lettera al Padre, a tratti struggente,a tratti carica di rancore, senso di colpa e frustrazione.
Il primo incontro introduttivo analizzerà un tema importante “La lettura ad alta Voce”, a seguire ogni due appuntamenti, sempre di mercoledì alle 19 (eccetto primo maggio), si affronteranno i tre racconti. Il lavoro vedrà partecipare anche il pubblico che non solo leggerà,ma entrerà nel mondo dello scrittore per costruire una forma di spettacolo sotto la guida di Salvatore Santucci ,attore e regista teatrale. Al termine degli incontri, inizierà la seconda parte che trasferirà il progetto in altri luoghi e con proposte più definite e caratterizzate da letture ad alta voce e interpretate, alla stregua di veri e propri spettacoli.
Essendo pochi i posti a disposizione, è obbligatoria la prenotazione allo 069815472.
Ecco il programma: Mercoledì 10 aprile ore 19 Kafka e la lettura ad alta voce. Mercoledì 17 e 24 aprile ore 19 La Metamorfosi parte prima e seconda. Mercoledì 8 e 15 maggio ore 19 Relazione per un’Accademia prima e seconda parte. Mercoledì 22 e 29 maggio ore 19 Lettera al Padre prima e seconda parte.
Il progetto, che nasce dalla mente di Salvatore Santucci , segna l’inizio delle sue ultime uscite teatrali che durante l’estate saranno caratterizzate anche da un ricordo di Fabrizio De André, a 25 anni dalla morte, e dalla visione di una serie di video di alcuni suoi spettacoli.