Aumentano le manifestazioni contro Israele
Femminismo e imperialismo
Si chiama movimentismo e, nella forma attuale, origina e si espande in tutto l’occidente in concomitanza ecome reazione alla guerra in Vietnam; si colloca in quell’area politica di chi definiva i terroristi degli anni di piombo, come “i compagni che sbagliano” ed accompagna,da anni, la nostra storia moderna con azioni di piazza spesso violente e sempre contro l’ordine costituito. E’ organizzato in comitati, circoli, raggruppamenti ed associazioni, cheprendono il nome di no-global, black-bloce decine di altri nomi e spesso condividono il percorso con grandi movimenti progressisti, sempre antagonisti.
Hanno per fondamento indissolubile un anti-americanismo viscerale che sfocia spesso in anti-occidentalismo. Gli aderenti ai centri sociali, che ne costituiscono lo zoccolo duro, operano in gruppi che si infiltrano spesso in manifestazioni pacifiche per deviarne il corso e le modalità. Costituiscono insommale briciole di quella rivoluzione proletaria che la storia ha condannato in via definitiva e si pongono in alternativa al sistema del dialogo democratico. In questo periodo stanno alimentando l’antisemitismo inneggiando ad Hamas ed alla Palestina libera. Si assiste a manifestazioni contro il massacro di civili che Israele sta perpetrandoin reazione al raid di Hamas del 7 ottobre. Si nota molta confusione nelle piazze, si confonde la Palestina con Hamas, si dimenticano le motivazioni che hanno portato a quella reazione, si confondono i governi con i popoli, i popoli con le loro religioni e non si fanno la analisi dei fatti, delle circostanze e della storia. Sembra che l’obiettivo sia solo quello di rivendicare, di condannare e di inveire ed il condimento contro l’imperialismo americano è sempre presente. Si incolpa di genocidio il popolo ebraico, quel popolo annientato dalla dittatura e che dall’olocausto ha dato vita allo Stato democratico di Israele. Insomma non è un bello spettacolo, anche perché non porta da nessuna parte. Durante le manifestazioni che si sono tenute l’8 marzo che, ricordiamolo, è il giorno in cui si ribadiscono i diritti delle donne, si è assistito a spettacoli poco edificanti. In uno fra i tanti cortei, quello di Milano, insieme alla sterile retorica sul patriarcato in Italia, apparivano striscioni inneggianti alla “Palestina dal Giordano al mare”. Uno slogan che, a parte l’evidente invito all’estinzione dello Stato di Israele e quindi al genocidio degli israeliani e dei due milioni di arabi che ne fanno parte, appare decisamente come una forzatura ideologica in una commemorazione dedicata alle donne. Le “femministe” di Milano, come quelle di altre manifestazioni in Italia hanno inneggiato al popolo palestinese come quello a cui ispirarsi per ribadire i diritti di parità della donna. Anche se può sembrare una chiave di lettura forzata non lo è se è vero come è vero che è la giornata della donna che si stava celebrando. E non è la difesa delle donne contro il bombardamento del nemico ciò per cui si stava manifestando ma la rivendicazione contro la violenza di genere, la violenza degli uomini, la sopraffazione di una politica maschilista e le violenze sessuali e gli stupri. Ma se questi sono i temi delle rivendicazioni perché non urlare con tutta la voce disponibile contro gli stupri, le deturpazioni, le esibizioni di corpi femminili violentati, commesse dagli stessi palestinesi di cui si difendevano le rivendicazioni.
A parte il fatto che delle centinaia di donne violentate e deturpate il 7 ottobre da quei palestinesi, non si fa menzione, la contraddizione più evidente è che cittadine libere e disinibite di Milano, il giorno in cui bisogna ricordare e ribadire i diritti delle donne nel mondo, inneggiano a popoli che considerano la donna come un essere da dominare, un essere che “vale la metà dell’uomo”. Non lo fanno per scelta esistenziale ma come legge dello stato,dettata dalla loro Costituzione, il “Corano”. Che senso ha inneggiare ad un popolo in cui la donna è istituzionalmente sottomessa all’uomo nel giorno della difesa dei diritti della donna? Ha un senso solo nella misura in cui inneggiando a quel popolo si condanna l’imperialismo americano, l’occidentalismo democratico ed il sionismo. Un’occasione da non perdere per scendere in piazza, dar fuoco ad auto e negozi, ferire qualche agente, cacciare in malo modo chi parla di donne israeliane violentate, chi vuole fare una conferenza o presentare un libro e per esibire l’immagine appesa ed insanguinata della Presidente del Consiglio, la prima capo del governo di sesso femminile in Italia, che si è sempre espressa in favore ai due popoli due stati.
La frangia movimentista, ieri figlia delle periferia degradata, oggi figlia della ZTL, esaurirà la sua carica anti-semitica non appena una forma di tregua permanente verrà raggiunta ma troverà un’altra motivazione con cui attaccare “il potere” e l’imperialismo americano a cui l’Italia è asservita.
Sergio Franchi
Interventi a favore dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli
Un compagno a 4 zampe
Gli interventi a favore dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli rientrano tra gli obiettivi primari dell’Associazione “Per Aspera ad Astra” e di UPA - Uniti per l’Ambiente - nella convinzione che il miglioramento del livello culturale, dell’educazione civica e dei valori di legalità di ogni singola persona si riflettano in positivo sulla società tutta.
Con l’obiettivo di condurre i bambini ad una maggior conoscenza degli animali per giungere ad una migliore comprensione ed accettazione del “diverso da sé” oltre, naturalmente, ad insegnare un corretto approccio agli animali, martedì 12 marzo il progetto “Un Compagno a 4 zampe” è stato portato all’interno della Scuola Primaria Santa Lucia Filippini di Nettuno per i bambini di quarta e quinta elementare. Il primo incontro si era svolto il giorno 8 marzo con i più piccini, gli alunni delle prime tre classi della scuola primaria.
Attraverso gli incontri che si sono svolti, i bambini hanno acquisito un bagaglio di conoscenze tali da permettere loro, in futuro, un contatto corretto e rispettoso nei confronti, in primo luogo dei cani, ma in senso più ampio di tutti gli esseri viventi.
Il progetto “Un Compagno a 4 Zampe” è nato dalla necessità di portare nelle scuole la conoscenza del nostro amico a quattro zampe per offrire ai bambini, fin dall’infanzia, l’opportunità di acquisire le competenze utili a stabilire un rapporto armonioso, rispettoso e responsabile verso il cane.
Il valore educativo degli animali da compagnia è dimostrato da molteplici studi. Il bambino che cresce con un cane, un gatto o un altro animale, impara spontaneamente ad essere responsabile e a prendersi cura di un altro essere vivente. Si osserva maggior empatia e serenità nel rapporto con gli altri ed il suo comportamento si dimostra più equilibrato, sano, sereno. La decisione di far entrare un animale in famiglia aiuta a creare armonia e rende tutti più partecipi della vita in comune.
Nell’ultimo decennio il tema degli animali domestici è divenuto centrale: nonostante la crisi economico finanziaria che da tempo attanaglia il nostro Paese, il settore è comunque in crescita rivestendo un ruolo sempre più importante nelle famiglie e nelle società. Pur essendo aumentata la sensibilità verso gli animali, ed in particolare verso i cani, fenomeni come il randagismo, l’abbandono e le aggressioni di cani appartenenti a talune razze (adottate, in molti casi, più per moda e tendenza piuttosto che per le peculiarità proprie di razza) non tendono a diminuire.
Il programma è stato reso possibile grazie alla presenza di quattro Formatori Cinofili della “Dog School” di Anzio, accreditati dal CONI. Dal punto di vista della formazione, il Centro opera con funzioni di Scuola Cinofila attraverso l’organizzazione di molteplici corsi rivolti sia ai neofiti (Corsi base ed avanzati per acquisire il Brevetto di Educatori Cinofili) che ai Tecnici che già operano nel settore e si vogliono qualificare in specifiche discipline sportive o Tecniche.
Il Responsabile della Formazione del Centro è il dott. Pier Paolo Perisotto che, tra l’altro, riveste anche l’incarico di Dirigente Nazionale in seno all’OPES in qualità di Coordinatore del Dipartimento nazionale di Formazione e di Referente OPES Cinofilia per la Regione Lazio.
Le vere star delle due giornate, però, sono state Happy e Ginevra, due bellissimi e dolcissimi Labrador che hanno conquistato il cuore dei tanti bambini che hanno partecipato al progetto. Tutti li hanno accarezzati e coccolati, stabilendo un contatto amichevole con i due protagonisti della mattinata. Si sa che tra cani e bimbi si instaura da subito un legame molto stretto e anche dalle domande poste dai giovanissimi studenti è emerso che ogni “padroncino” ha ben capito quale esempio di amore incondizionato e senza riserve rappresenti il proprio cane.