Una pianta di Ginkgo giapponese presso l’area verde di via Scarlatti
Stop per sanificare
Rida Ambiente: “Prevenire è meglio che curare. Noi aderiamo alle norme dell’ Istituto Superiore di Sanità per la tutela della salute dei nostri dipendenti e dei cittadini”. L’emergenza Coronavirus, che sta modificando abitudini e stili di vita di tutti i cittadini del nostro Paese, impone di rimodulare anche gli aspetti più comuni della vita delle aziende, soprattutto quando la loro attività sia intrinsecamente connessa a profili di rilievo sanitario. E’ questo il caso, fra gli altri, degli impianti di trattamento dei rifiuti, categoria della quale Rida Ambiente fa ovviamente parte.
Proprio per questo motivo, in ottemperanza alle disposizioni dettate dall’Istituto Superiore di Sanità e recepite dalla Regione Lazio con una direttiva pubblicata in data 17/03/2020, Rida Ambiente, che nel corso degli anni ha fatto del valore del rispetto delle regole un principio cardine della propria attività, sospenderà temporaneamente i conferimenti per i comuni utenti della Provincia di Roma, Latina e Frosinone, così da poter dare luogo a tutti gli adempimenti di sanificazione e disinfezione dei locali di lavoro, e di farlo il prima possibile. In particolare si provvederà all’applicazione del prodotto disinfettante a norma di legge, tramite spugnatura manuale, in tutte le aree interne
all’azienda, mentre per quanto riguarda le aree esterne i prodotti indicati direttamente dal Ministero della Salute verranno irrorati ed applicati a mezzo di pompe manuali, elettriche ed atomizzatori.
Una procedura da svolgersi, chiaramente, in assenza totale di personale non autorizzato, che richiederà un lavoro complessivo di circa 13 ore ed un’attesa aggiuntiva, per dar modo ai prodotti applicati di avere pienamente effetto sugli ambienti dell’azienda, di ulteriori 24 ore. Per queste ragioni l’attività rimarrà sospesa in data 22 e 23 marzo, nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza dei cittadini: valori che per Rida Ambiente non sono mai passati, e mai passeranno, in secondo piano.
P.N.
Ordinanza per rimuovere i rifiuti pericolosi al capannone di proprietà dell’Arsial
Bonifica dell’ex Ceef
Una discarica a cielo aperto con rifiuti pericolosi tra cui materiali in eternit sul terreno di proprietà dell’Arsial, teatro dell’incendio che nel 2017 distrusse completamente il capannone dell’ex Ceef di Campoverde. Ora il primo cittadino pretende che l’Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura, in qualità di ente proprietario provveda entro 30 giorni alla rimozione dei rifiuti depositati sul terreno, dopo aver eseguito anche un’indagine preliminare sui parametri per verificare l’inquinamento ambientale e il livello dei valori di attenzione.
Queste le misure disposte dal sindaco di Aprilia Antonio Terra, che l’11 marzo scorso ha firmato l’ordinanza numero 76, incentrata proprio sugli obblighi che l’ente proprietario del terreno di Campoverde dovrà rispettare nell’immediato o comunque non oltre 30 giorni.
Nel 2017 il capannone dell’ex Ceef, dove gruppi di stranieri, per lo più lavoratori stagionali trovavano rifugio, fu teatro di un vasto incendio che rase letteralmente a fuoco la struttura. Da allora quel terreno si è trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto, con il riversamento tra gli altri anche di rifiuti speciali e pericolosi quali materiali in cemento amianto, come rilevato anche dai sopralluoghi effettuati dall’Arpa Lazio, Carabinieri Forestali, oltre che dagli uffici comunali del settore Ambiente ed Ecologia. Per di più i terreni dove sorgeva il capannone di cui in passato il Comune di Aprilia aveva chiesto la cessione, dopo l’incendio sono stati oggetto di un vero e proprio saccheggio dei materiali in ferro o altri metalli da parte di cittadini rom.
Una situazione di degrado e di elevato rischio ambientale a cui il Comune di Aprilia sta cercando di porre rimedio. Dopo una verifica sull’effettiva proprietà della particella interessata che risponde ancora all’agenzia regionale, è stata emessa l’ordinanza, motivata dal fatto che fino ad oggi le comunicazioni inoltrate all’Arsial finalizzate a richiedere di espletare le attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti sono cadute a vuoto. La norma infatti oltre a imporre “il divieto di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo, nonché l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere nelle acque superficiali e sotterranee”, prevede anche che spetti al sindaco la potestà di disporre attraverso ordinanza “la rimozione, l’avvio a recupero e smaltimento e ripristino dello stato dei luoghi nei confronti dell’ente proprietario “Su quei terreni oggetto di incendi e furti – commenta il Primo Cittadino – sono riversati rifiuti di ogni tipologia speciali e pericolosi, tra i quali materiali in eternit altamente inquinanti. E’ il momento che l’Arsial, più volte sollecitata nel corso del 2019 dopo i sopralluoghi avvenuti sin dal 2018, si attivi con la predisposizione dei piani di bonifica”.
Francesca Cavallin