Un numero esiguo, per fortuna, rispetto ai territori vicini
Otto casi ad Aprilia
Sono otto i casi di Coronavirus ad Aprilia ad oggi, giovedi 19 marzo. Nel momento in cui andiamo in stampa la nostra città ha registrato otto casi di COVID 19. Un numero comunque esiguo rispetto ad altri centri della provincia pontina come Latina e, soprattutto Fondi, dove la situazione è più preoccupante. Numero inferiore anche alla vicina Pomezia. Tutte le persone risultate positive al Coronavirus sono al momento in buone condizioni. Una è guarita completamente.
“Allo stato attuale, la situazione ad Aprilia non mostra particolari criticità né dati allarmanti – commenta il Sindaco Antonio Terra – i casi di positività per ora sono pochi e fortunatamente nessuno dei contagiati è in condizioni critiche. Siamo costantemente in contatto con le autorità sanitarie per monitorare l’evoluzione dell’epidemia sul nostro territorio. La Città, comunque, sta reagendo in modo responsabile e ordinato alle indicazioni che riceviamo in questi giorni e questo credo sia un buon segnale, che non può che far bene e limitare il più possibile il contagio sul nostro territorio. Non mi stanco di ripetere a tutti, comunque, di rimanere in casa ed evitare i contatti con altre persone, se non per motivi di lavoro e salute, o per assoluta necessità. Continuiamo a ricevere segnalazioni di qualche cittadino – comunque pochi – che ancora fa fatica a rispettare il divieto di assembramento. Nei prossimi giorni intensificheremo i controlli, in modo tale da scoraggiare ulteriormente chi non rispetta le indicazioni date”.
Alessandro Piazzolla
I ricercatori tra una settimana prepareranno le prime 1000 dosi da sperimentare
All’Irbm pronto il vaccino
Il 9 marzo ha fatto notizia su tutti i giornali on line i segnali incoraggianti per la realizzazione del vaccino contro il Covid 19 che sono arrivati dall’Irbm, il prestigioso centro di ricerca che ha sede nella nostra città e che già nel 2014 stupì il Mondo con la produzione del primo vaccino anti Ebola.
“Stiamo lavorando in partnership con l’istituto Jenner dell’Università di Oxford - ha dichiarato il dottor Piero Di Lorenzo, amministratore dell’IRBM - ed a luglio il vaccino sarà pronto. Inizieremo a sperimentarlo a giugno sui topi e subito dopo sull’uomo.
È stata determinante - ha sottolineato il dottor Di Lorenzo - la collaborazione con l’Università di Oxford che ha messo a punto il vaccino per la Mers in sperimentazione sull’uomo in Arabia Saudita e ha un’expertise importante sul Coronavirus. Da parte nostra, invece, contano gli studi sugli Adinovirus che hanno portato alla creazione del farmaco anti Ebola.
La combinazione di queste due competenze ci sta portando alla realizzazione del vaccino anti Covid 19. Quando a dicembre i cinesi hanno isolato il virus, l’istituto Jenner ha subito sintetizzato il gene della proteina «spike» (la corona, la parte più cattiva, quella che trasmette il contagio).
Ora, quel gene sintetizzato e depotenziato va inoculato nell’organismo umano per generare gli anticorpi - conclude Di Lorenzo - ma per fare questo serve una sorta di shuttle, un carrello trasportatore all’interno dell’uomo che, come per il nostro farmaco anti Ebola, è rappresentato dall’”adenovirus”, quello di un banale raffreddore, su cui lavoriamo da anni. Stiamo purificando la molecola e tra una settimana cominceremo a produrre le prime mille dosi. Non è escluso che, se la pandemia si aggravasse, possa essere autorizzato in tempi brevissimi”.
A.S.