Le denunce del Tribunale del Malato di Aprilia
Bilancio sanità
Tdm: Troppe lacune nel servizio sanitario pubblico, serve un cambio di marcia. Il tribunale dei diritti del malato di Aprilia presenta il dossier 2020. Bilancio del TDM sulla sanità apriliana. Il bilancio della sanità di Aprilia segna ancora il rosso, nonostante qualche “entrata” che fa sperare in un prossimo anno con maggiore positività. Le buone notizie: Il 16 dicembre 2019, alla presenza del Direttore Generale della ASL di Latina Dott. Giorgio Casati e dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Dott. Alessio D’Amato, è finalmente stata inaugurata la Casa della Salute di Aprilia, dopo lungaggini burocratiche e difficoltà per portare a termine i lavori di adeguamento degli edifici della ASL alle norme antincendio e per adeguare i diversi ambienti, ed in particolare gli ambulatori medici, agli specifici protocolli. Il TDM ha costantemente seguito e sollecitato la realizzazione del progetto, che dovrà rispondere soprattutto alle esigenze legate alle cronicità. In pratica significa la presa in carico a 360° di quei cittadini con malattie croniche, per ora solo con patologia da BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e Diabete di tipo 2 e verosimilmente, dagli inizi del 2020, anche per i cronici scompensati. - Attivato il progetto +VITA, promosso dalla ASL di Latina e partito nel giugno scorso, che attraverso la presa in carico dei pazienti cronici e la prevenzione, permetterà di restituire al territorio quella indispensabile valenza di centralità della sanità, negata nell’ultimo decennio, rendendo più accessibili e organizzati i servizi al cittadino. Con la collaborazione dei medici di famiglia che aderiranno al progetto, i cittadini che si iscriveranno al programma saranno dotati di un fascicolo sanitario personale. La Asl e i medici di famiglia potranno seguire costantemente i pazienti con visite ed esami programmati, senza liste di attesa, prenotati direttamente dai medici. Per tale motivo è stato istituito presso il nostro Poliambulatorio il servizio denominato CCT, che sta per Centrale di Continuità Territoriale che prevede, tra l’altro, un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), erogato tramite un gruppo di Medici di Medicina Generale (UCP) che rappresentano una Unità di Cure Primarie.
- La costruzione della terza ala del Poliambulatorio di via Giustiniano, di cui il Tribunale per i Diritti del Malato è stato promotore, sta per essere una realtà, secondo quanto ha affermato pubblicamente l’Assessore Regionale D’Amato. Entro breve, comunica, verrà completato il decreto per avviare la costruzione di una terza ala per la quale la Regione prevede di stanziare oltre 2 milioni e mezzo di euro e che andrà ad ospitare ulteriori servizi. Tuttavia il bilancio relativo al 2019 chiude in rosso:lunghi tempi di attesa per visite specialistiche, mancanza di personale medico, infermieristico e amministrativo, strumenti diagnostici insufficienti o da sostituire, inesistente un impianto radiologico per permettere TAC, Risonanze Magnetiche, Pet. Nonostante la buona volontà di tutti gli operatori, la situazione è ancora critica. Ma cosa ha rallentato e talvolta reso vani gli sforzi degli operatori? In primis la scarsità numerica degli stessi. Non solo non si è riusciti a colmare i vuoti sulle specialistiche presenti, quali la cronica mancanza di Neuropsichiatri, Assistenti Sociali, Psicologi e Pediatra, che di fatto hanno quasi azzerato il servizio di Neuropsichiatria Infantile e creato difficoltà operative ed assistenziali al solo Consultorio presente nel nostro territorio, ma non è stato possibile neanche rimpiazzare il personale che per raggiunti limiti di età è andato in pensione! L’intento di risolvere il problema della scarsità di infermieri attraverso il reperimento di nuove figure infermieristiche per arginarne la carenza ha risolto solo in parte la difficile situazione. Infatti mancano ancora all’appello almeno quattro unità. Altra nota dolente è il fatto che per alcuni di questi infermieri (tra l’altro attori principali del progetto +Vita),che attualmente non sono stabilizzati, il prossimo anno scadrà il periodo di permanenza e saranno trasferiti in altre realtà. Di conseguenza si ricomincerà da capo e quel tanto importante, se non fondamentale, rapporto di fiducia che nel frattempo si è venuto a creare tra i pazienti con cronicità che sono stati presi in carico e operatore sanitario sarà tutto da ricostruire. Inoltre la gestione sia dell’acquisto di nuovi strumenti diagnostici necessari agli specialisti sia della riparazione di quelli in uso, talvolta obsoleti e senza parti di ricambio, è tutta da riprogettare: procedure lente e farraginose, tanto che in alcuni casi si è stati costretti ad interrompere il servizio. Il 2020 sarà l’anno della verifica, dopo l’inversione di tendenza proclamata dalla Regione Lazio che ha preso atto della necessità di rilanciare la sanità territoriale e dopo la fine del commissariamento. La maggiore disponibilità di fondi e la conseguente assunzione di personale e acquisto di strumenti dovrebbe far volgere in attivo il bilancio anche della sanità del nostro territorio. Ma per questo è necessario anche creare procedure snelle e veloci, indispensabili per far ripartire la sanità pubblica. Non meno importante, anzi determinante per raggiungere gli obiettivi, è il cambio di gestione del personale sanitario tutto, attraverso la formazione in itinere per un coinvolgimento responsabile, sponsorizzando e pretendendo un lavoro in team. E’ risultato evidente che nei casi in cui, anche per necessità, gli operatori si sono organizzati autonomamente in equipe, con rispetto sia della funzione che della persona, si stanno raggiungendo risultati eccellenti, come nel caso del progetto +Vita. Ebbene, queste pratiche dovrebbero essere esportate anche in altri contesti e diventare la norma. E’ ora di ridare dignità al personale che ogni giorno opera al servizio dei cittadini, purtroppo talvolta anche in condizione di stress e di pericolo per la propria incolumità.
TDM
L’iniziativa dell’istruttore Simone Marchetti della palestra Selciatella
Allenamento da casa a casa
Con il Covid-19 sono cambiati, almeno per un po’, i nostri stili di vita. In via precauzionale le Palestre scolastiche sono state chiuse per evitare il contagio, i nostri atleti e le nostre atlete costretti così a restare a casa. Ed allora noi della Palestra Selciatella abbiamo pensato di non fargli perdere il ritmo, con un programma di allenamento fatto da lezioni e-learning da fare a casa, neanche il Covid-19 potrà fermare i nostri allenamenti! Cosi Simone Marchetti, il nostro istruttore di Kickboxing, nell’impossibilità di recarsi a sua volta nella palestra chiusa dalle autorità, ha preparato un allenamento “Da casa a casa” che tutti i nostri atleti ed atlete, accedendo con una password personale dal nostro sito www.palestraselciatella.it potranno fare comodamente nella loro cameretta o nella sala da pranzo, bastano solo due mq. Si parte con il riscaldamento e poi si allenano man mano tutti i muscoli: addome, dorsali, gambe, pettorali, bicipiti e tricipiti e non poteva mancare lo shadow boxing e il ripasso delle tecniche di Kickboxing.
“In questi periodi in cui dobbiamo stare di più a casa per evitare l’aumento di contagi, ci dobbiamo purtroppo arrangiare come meglio si può. Noi della Palestra Selciatella siamo una grande famiglia, continueremo ad allenarci così e guardando i miei video fatti da casa sarà come se entrassi anche io nelle case di ognuno e loro nella mia. Non dobbiamo mai perdere la normalità: prima ci allenavamo in palestra ora ci alleneremo in questo modo, con la speranza che presto passi questo periodo buio, sorridiamo al nostro futuro” ha dichiarato Simone Marchetti, istruttore di Kickboxing nella Palestra Selciatella e giovanissimo autore del recente romanzo “Alla ricerca della vita”, attualissimo in questi giorni, che cerca di fare giungere a tutti un messaggio di amore e speranza riguardo al cancro, con l’obiettivo di sconfiggere l’ignoranza in merito ai veri sentimenti che provano i diretti interessati.
Fusti abbandonati alla Gogna
Cinque fusti abbandonati in una zona di aperta campagna. All’interno materiale sanitario di scarto, che per motivi di sicurezza andrebbe smaltito come rifiuto speciale. Una situazione sanitaria e ambientale al limite, quella scoperta il 5 marzo scorso dalla Polizia Locale di Aprilia, coordinata dal comandante Massimo Giannantonio.
I fusti infatti erano stati abbandonati in un terreno situato in via della Vite, zona La Gogna, adiacente a un’area già posta sotto sequestro lo scorso gennaio dalla Polizia Locale di Aprilia, in seguito al rinvenimento di una vera e propria discarica a cielo aperto.
Un sequestro, quello di gennaio, che aveva interessato un terreno di 2 mila 500 mq nel cuore del quartiere periferico di La Gogna e il proprietario privato del sito, residente fuori città, aveva dichiarato di non essere a conoscenza di quello scempio ambientale che da tempo si consumava sull’appezzamento, dove erano stati riversati rifiuti speciali di tutti i tipi, una lunga scia composta da mobilia, secchi di plastica, calcinacci e buste contenenti rifiuti di vario tipo. A seguito del sopralluogo dei giorni scorsi, che ha permesso agli agenti del nucleo ecologia di rinvenire nell’area adiacente i fusti contenenti gli scarti del materiale sanitario, un’altra porzione di quel terreno è stata posta sotto sequestro e gli accertamenti proseguono per cercare di individuare i responsabili dello scempio ambientale.
F.C.
Silenzio...Morte....Coronavirus
Un richiamo consapevole e illuminato alla responsabilità per un auspicato cambiamento e un nuovo mondo viene evidenziato in una riflessione importante e ponderata nelle parole della biologa Anna Laura Bruni: <Tutte le recenti opere [sull’epidemia del Coronavirus] di Guadagnuolo hanno riferimenti alla morte. Sintetizzando, stiamo vivendo la fine di questo mondo e dobbiamo decretare la morte a stili di vita irresponsabili se vogliamo transitare in un nuovo mondo di consapevolezza globale e condivisione delle responsabilità.>.
Senza dubbio con questa nuova opera dal titolo “Silenzio…morte…coronavirus” dell’artista transrealista Francesco Guadagnuolo siamo in presenza di una raffigurazione iconografica reale e rivoluzionaria e di un pensiero completamente nuovo nel contenuto ed elevato artisticamente e culturalmente. Se da una parte esso pone interrogativi anche sulla morte, dall’altra evidenzia non solo la criticità di sviluppo ma anche le attese per il nostro futuro, che riserva sempre più apprensione.
Tuttavia, dalla sua arte transreale, unica nel suo genere, nella tecnica e nella tematica, emerge su aspetti della realtà quotidiana un messaggio neo-umanitario, fecondo di profondi e importanti sviluppi per la vita, che potrebbe costituire per i contemporanei e per i posteri un modo nuovo e propositivo, che attraverso l’arte stimola riflessione e indagine. Si può dire che nell’arte di Guadagnuolo, oltre al messaggio positivo di carattere politico-sociale, ci sono anche elementi forti di “sovversione” della rappresentazione artistica della realtà nella sua nuda verità nonché di sostanziale “contestazione” artistica volta con l’opera “La morte dell’arte” a scardinare alcuni canoni moderni e di routine del mondo artistico, perché solamente subordinati al mero valore decorativo e al mercato chiuso dell’arte e non al talento e all’estro creativo dell’artista e interpretativo dei tempi, “vigile, per dirla con Picasso, davanti ai laceranti, ardenti o dolci accadimenti del mondo”.
Nella installazione-scultura, realistica e molto impressionante, il senso transreale che sotto l’aspetto umano emerge si sostanzia nel passaggio dalla vita alla morte dell’uomo, impotente nel non salvarsi dal CORONA-VIRUS; esso si annoda benissimo nello spazio e nel tempo tra passato-presente e futuro e con un messaggio per la vita contro la morte. Ecco quindi il valore del messaggio artistico di Guadagnuolo che con la scultura-installazione in argomento superando i confini del concetto di spazio e di tempo sonda la più intima essenza umana nel bene e nel male che sottintende anche i suoi aspetti effimeri e provvisori.
Concludendo, la constatazione della minaccia, della sfida e dei modi nuovi di vivere apparentemente sembrano solo riferimenti di negatività e scoraggiamento ma, di fatto, sono tutte mini fotografie di una pellicola, che nello sconforto della gracilità dell’anima umana e della sua cruda rappresentazione in un momento di improvvisa crisi anche sociale, etica e di perdita dei valori, sta dando spunti di reazione positiva che attraverso il messaggio artistico tendono a essere istruttivi e pieni di senso di responsabilità.
Calogero Rotondo