La denuncia e le preoccupazioni di Cittadinanzattiva e Tribunale del Malato
2200 cittadini presto senza medico
“Un disastro annunciato. Nel mese di dicembre 2000 cittadini senza Medico di Medicina Generale. Purtroppo tutti gli allarmi lanciati da Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato di Aprilia da tre anni a questa parte, di cui l’ultimo pochi mesi fa, circa il grande caos che l’uscita per quiescenza di figure professionali fondamentali come i MMG (medici di medicina generale) avrebbe generato è passato nel silenzio delle istituzioni preposte e con riferimento in particolare alla Regione Lazio. Nel giro di due mesi (settembre/ottobre) stanno lasciando il posto vacante tre medici di famiglia, per un totale di circa 4000 cittadini che da un giorno all’altro stanno rimanendo senza assistenza medica. Da qui la corsa all’assegnazione del nuovo medico, con l’urgenza in tantissimi casi di averlo “subito” perché necessitano di prescrizioni di farmaci urgenti… e non solo”.
Claudio Frollano Coordinatore Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato torna a tuonare sullo stato di salute della sanità pubblica in terra pontina.
“Degli attuali 38 medici presenti nel nostro territorio - spiega - solo tre di loro hanno ancora posti residui, ma per prendere in carico circa 1100 cittadini, verso un fabbisogno di 3300. Di conseguenza a breve ci saranno 2200 concittadini che si ritroveranno senza medico di famiglia. Sottolineiamo assegnazione medico e non scelta medico, perché in questa realtà dove ogni giorno si saturano i pochi posti disponibili di ogni medico (che senza deleghe non devono superare i 1500 assistiti), c’è solo la corsa a farsi assegnare il primo medico disponibile senza nessuna possibilità di scelta. Perché? semplice !!! non c’è scelta. Oggi ad esempio ci sono solo tre medici con posti residui… Immaginabile anche le condizioni di lavoro in cui si ritrovano gli unici due impiegati che devono fare fronte a questa che definire “emergenza” è limitativo, i quali in breve tempo devono più o meno evadere le circa 4000 richieste di cambio medico! Oltre naturalmente ad evadere le pratiche di competenza: richiesta tessera sanitaria, nuove esenzioni, ecc. E’ umanamente impossibile gestire una tale mole di lavoro in tempi brevi e con serenità. Gli impiegati sono al limite della umana sopportazione e spesso sono costretti a subire pesanti intimidazioni ed aggressioni verbali da parte di utenti arrabbiati che purtroppo non capiscono che non dipende certo da loro se il servizio in termini di risorse è palesemente sotto dimensionato. A livello locale questa cosa è vissuta con forte imbarazzo e frustrazione ed altre figure professionali sono state coinvolte per aiutare l’ufficio del cambio medico. Ma se in qualche modo una pezza temporanea (secondo noi improponibile) per aiutare ad effettuare il cambio medico la si può anche mettere, distogliendo risorse da altre attività, nulla si può se i medici non ci sono perché non sono stati arruolati. Non vogliamo volutamente entrare nel labirinto delle cause e responsabilità che hanno portato e continuano a portare alla puntuale indisponibilità di queste pregiate ed insostituibili risorse per la Sanità territoriale che, voglio ancora sottolineare, sono appunto i nostri MMG e ci auguriamo che chi di dovere metta finalmente mano a tutto il sistema sanità riprogettandolo, ponendo al centro sia le necessità dei cittadini, che quelle degli operatori coinvolti. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una seria programmazione, prevedendo i pensionamenti e le sostituzioni. Non ci sono più scuse! MMG così come più in generale Medici Specialisti, Infermieri, impiegati, ecc. devono poter essere sostituiti senza arrivare a dover interrompere il servizio e quindi chiudere gli ambulatori (vedi Neurologo, riaperto la scorsa settimana, e Pneumologo). Ci dispiace evidenziarlo, ma la Regione Lazio che secondo noi ha veramente performato durante questo periodo di pandemia, collocandosi tra le prime regioni ad avere vaccinato il più alto numero di cittadini, è molto in ritardo nel ristrutturare o meglio riorganizzare un sistema sanità che si prenda più cura dei cittadini, rafforzando la risposta territoriale con presenza di specialistiche accessibili velocemente e PDTA per le più importanti cronicità”.
P.N.
La rabbia dell’ANPI di Aprilia per la violenza neofascista
Violenza squadrista
Gli strascichi degli eventi di piazza che hanno visto diversi manifestanti a Roma aggredire la sede romana della Cgil sono arrivati anche ad Aprilia.
“Esprimiamo profonda costernazione, amarezza e rabbia per la violenza neofascista a cui abbiamo dovuto assistere contemporaneamente a Roma e a Milano in tutto il pomeriggio di sabato fino alla tarda serata”. L’intervento è dell’Anpi di Aprilia che puntualmente fa sentire la propria voce sugli episodi avvenuti.
“L’assalto squadristico alla sede romana della CGIL e il dislocamento della Polizia di Stato a difesa delle Sedi Istituzionali nazionali - commentano i membri della sezione di Aprilia - ci ricordano con sgomento momenti della nostra storia nazionale nell’imminenza della presa del potere del fascismo. A questo punto siamo giunti! E c’è ancora chi, a destra, anche partito di Governo (ed è di una gravità inaudita), non sa esprimere un giudizio radicale ed esplicito su movimenti che si comportano e si dichiarano fascisti. La ragione è sotto gli occhi di tutti. Lo abbiamo visto. Ospitano nelle loro liste e addirittura nelle loro nomenclature politiche pezzi importanti provenienti da quegli ambienti”.
“Noi lo diciamo da anni - continua l’Anpi - Forza Nuova e Casapound sono organizzazioni fuorilegge e vanno perciò sciolte perché così detta l’art. XII delle Disposizioni finali della nostra Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, così chiarisce la legge Scelba (1952), così ribadisce la legge Mancino (1993). Si chieda dunque ora, con estrema chiarezza, a tutte le forze politiche che siedono in Parlamento, di condannare, senza tergiversare, gli episodi di violenza squadrista, i comportamenti e le dichiarazioni eversive rispetto alla natura democratica e antifascista delle nostre istituzioni, di rispettare la Costituzione, a cui giurano fedeltà”.
Adesso dopo i fatti e la solidarietà espressa al sindacato della Cgil e a Landini si attendono prese di posizioni in Parlamento. Sulle prime le forze politiche si sono già divise con la destra che vorrebbe la condanna di tutti gli estremisti mentre il resto del Parlamento ha messo nel mirino gli estremisti di destra.
P.N.