Il Comune potrà ripianare il suo debito di 17,5 mln accantonando 1,29 mln all’anno
Debiti spalmati in dieci anni
Pur avendo accorciato i tempi per la restituzione del debito rispetto ai 30 anni inizialmente previsti dalla Legge salva- bilanci bocciata dalla Corte Costituzionale, la soluzione trovata dal governo centrale nei mesi scorsi per ripianare i debiti e per la gestione dei disavanzi dei comuni di tutta Italia, ad Aprilia ha creato condizioni tali da riaccendere l’ottimismo da parte dell’amministrazione. Oltre 700 comuni interessati tra i quali l’ente di piazza Roma, come emerso anche in occasione del Consiglio comunale dedicato all’approvazione del bilancio, avranno tempo dieci anni per poter rientrare di quei debiti e non dovranno approntare quindi strategie lacrime e sangue per evitare la bancarotta.
Nello specifico il Comune di Aprilia, potrà ripianare in dieci anni il debito di 17,5 milioni di euro, ma dal governo ha ricevuto una elargizione che ammonta a 4,6 milioni di euro. Una boccata di ossigeno per le casse dell’ente, che fa scendere il maxi debito a 12 milioni 900 mila euro, da ripianare in dieci anni attraverso un accantonamento pari a circa 1 milione 290 mila euro.
Una situazione completamente diversa rispetto a quella registrata a maggio, quando la notizia dello stop determinato dalla Consulta sulla cosiddetta norma salva-bilanci aveva fatto temere il peggio, imponendo agli enti locali la restituzione in tre anni dei prestiti statali pro imprese. In quella sede, stando ai dati Ifel-Anci, era emerso che Aprilia figurava all’ottavo posto tra i comuni più indebitati d’Italia, con un debito pari a 17,5 milioni di euro da sanare in tre annualità, attraverso un accantonamento di 5,8 milioni di euro l’anno. A precedere il Comune nord pontino, quasi esclusivamente città capoluogo come Napoli (esposta per 946 milioni di euro), Torino (429 milioni), Reggio Calabria (176 milioni), Salerno (127,3 milioni di euro), Lecce (28,1 milioni di euro) e Catanzaro (25,5 milioni di euro). Tra i comuni più indebitati al 5° posto figurava inoltre Pozzuoli, comune campano di oltre 80 mila abitanti parte della città metropolitana di Napoli, con un deficit di 33,2 milioni di euro.
Tra gli otto comuni che vantano una maggiore esposizione debitoria, è Catanzaro quello meno disposto a far pesare i debiti sulle spalle dei cittadini, con imposte pro capite pari a 376,93 euro, seguito proprio da Aprilia con 401,64 euro pro capite per le imposte (dato in linea con la media regionale), Reggio Calabria (404,54), Pozzuoli (462,66 euro), Napoli (486,23), Salerno (661,53 euro), Torino (704,51 euro), Lecce (722,88 euro).
“Grazie alla norma introdotta dal governo - commenta il sindaco Antonio Terra - abbiamo avuto la possibilità di ripianare il debito in dieci anni invece che in tre annualità e abbiamo potuto usufruire di una parte del contributo messo a disposizione degli enti locali, visto che ad Aprilia verranno elargite circa 4,6 milioni di euro.
Dal canto nostro, siamo riusciti a contenere l’esposizione debitoria riducendo il ricorso all’anticipazione di cassa, ma nel prossimo futuro le cose potrebbero addirittura migliorare. Il governo infatti sta rivedendo la gestione del fisco: a quanto pare a breve gli enti locali potrebbero tornare a introitare direttamente l’Imu relativo a imprese e fabbricati industriali. Ciò porterebbe nelle casse dell’ente 6 milioni di euro in più ogni anno”.
Francesca Cavallin
Approvato per 15 mln il progetto Toscanini-Quartiere Primo
La Lega contro il Pinqua
L’unico piano Pinqua al momento finanziato dal Ministero, quello riguardante il quadrante Toscanini- Quartiere Primo, è anche il piano che nei mesi ha raccolto il maggior numero di critiche. In particolare associazioni e partiti hanno contestato le conseguenze del connubio pubblico-privato, per confini non ben stabiliti tra opere pubbliche e compensazioni e ad oggi anche per la difficoltà di trovare il bandolo della matassa visti i tempi ristretti, dal momento che il 31 marzo 2026 tutte le opere dovranno essere collaudate. A scagliarsi contro il piano, destinatario di quasi 15 milioni di euro per gli interventi pubblici, anche il direttivo della Lega di Aprilia per voce del suo coordinatore Salvatore Lax.
“Gli interventi inseriti nella proposta n.3 presentata dal Comune di Aprilia insieme ad alcuni privati per ottenere i finanziamenti dei Pinqua - rimarca la Lega di Aprilia - non soddisfano gli standard urbanistici nel piano di lottizzazione. Un tema questo sollevato da Città degli Alberi, Grillini Apriliani ed Aprilia Libera, ma sul quale l’amministrazione ha reagito chiudendosi a riccio, evitando il confronto sul merito. Se fosse vero che gli interventi previsti in aree che hanno come destinazione servizi pubblici, come la ex Freddindustria, prevedono ulteriore consumo di suolo riducendo addirittura gli spazi per creare nuovi servizi, allora non ci troveremmo di fronte ad un finanziamento che cambierà la città, piuttosto all’ennesimo scempio travestito. Malgrado la levata di scudi, l’amministrazione non ha alcuna intenzione di confrontarsi con la città. Inoltre siamo perplessi dal fatto che per la realizzazione in zona Toscanini, su un’area comunale di oltre 10 ettari, di un palazzetto dello sport l’amministrazione si sia resa disponibile a barattare l’area, che ha già una destinazione a verde sportivo in diritto di superficie, con ulteriori cubature successivamente alla demolizione del Quinto Ricci”.
Promettendo di attivarsi tramite i dirigenti regionali del partito di Salvini per fare chiarezza sulla natura dell’intervento e constatando che le critiche pervenute dall’opposizione sia da destra che da sinistra non possano essere motivate solo da una contrapposizione ideologica, domandando le ragioni del forte attaccamento al progetto così com’è da parte dell’amministrazione Terra, Salvatore Lax rimarca anche i disagi per i quartieri periferici derivati dalla scelta di eliminare alcuni interventi dal piano triennale delle opere pubbliche, confidando nel finanziamento che alla fine non è arrivato.
“Il consigliere Giuseppe Petito – sottolinea la Lega di Aprilia – aveva visto giusto, quando aveva chiesto di non eliminare dal piano triennale i marciapiedi per il quartiere Vallelata. Il progetto previsto per quel quartiere alla fine non è stato finanziato e l’intervento, slittato per 15 anni, non verrà realizzato perché eliminato dal triennale”.
Francesca Cavallin