L’assise comunale nella riunione del 4 luglio ha votato la decadenza del consigliere che aveva ottenuto 438 voti
Savini dichiarato incompatibile
Incompatibile con il ruolo di consigliere comunale. Per la seconda volta Palmarino Savini eletto nella lista del sindaco Principi “Aprilia 2023”, è stato giudicato incompatibile dal segretario dell’ente di piazza Roma. La seconda bocciatura arriva a pochi giorni dalla presentazione delle sue controdeduzioni rispetto al primo giudizio negativo espresso durante il consiglio del 15 Giugno dal dottor Sabatino Iavarone. Sono quattro i punti su cui si basano le “memorie difensive”con cui Savini ha sostenuto la sua compatibilità nonostante il contenzioso pendente con il comune. Nel primo afferma che la lite riguarda un risarcimento danni derivante dalla sua nomina a commissario straordinario dell’azienda municipalizzata Asam e che quindi il contenzioso sorto non riguarderebbe un suo interesse personale facendo riferimento ad una sentenza della Cassazione del ‘91.
Il segretario dell’ente però non è dello stesso avviso e scrive: “In tale sentenza la Cassazione fa distinzione tra una lite effettiva, di contrapposizione di interessi tra le parti e non c’è dubbio che nella lite instaurata dal comune di Aprilia e il Savini, ci sia un’effettiva contrapposizione di interessi in quanto, a parere del comune, il Savini avrebbe causato un danno allo stesso, insieme agli altri 5 commissari, di oltre 800mila euro, stabilito con apposita delibera di riconoscimento del debito fuori bilancio”.
A rafforzare il concetto c’è un secondo passaggio del dottor Iavarone: “inoltre l’articolo 63 comma 1 del Tuel – scrive il segretario comunale – non prevede la distinzione tra interessi propri o altro, ma semplicemente che l’incompatibile sia parte processuale in una lite pendente e su questo non possono esserci dubbi”.
Sul secondo punto addotto, Savini fa riferimento all’esimente del mandato “politico”. Per il consigliere di “Aprilia 2023” l’incompatibilità non si applicherebbe in caso di fatto connesso all’esercizio del mandato. Per Iavarone invece “l’articolo 67 del Tuel stabilisce che ci sia connessione con il mandato elettorale quando la nomina è conseguenza di una previsione di legge, Statuto o regolamento comunale. Nel caso di specie la nomina effettuata dal sindaco non era prevista da una norma di legge, né ne parla lo Statuto o alcun regolamento comunale e, pertanto, tale esimente non è invocabile”.
Nel terzo punto Savini fa riferimento alla manifesta infondatezza in quanto l’azione di iniziativa comunale sarebbe prescritta.
“Esistono agli atti di ufficio - scrive il segretario Iavarone – le domande di messa in mora notificate allo stesso già a partire dal 2013, poi nel 2018 e nel 2019, le quali hanno interrotto i termini prescrizionali”.
Nel quarto punto Savini sottolinea invece come il debito fuori bilancio sarebbe da imputare al comune di Aprilia per mancato controllo ma il segretario sottolinea come “nel decreto di nomina quale commissario straordinario dell’Asam, il primo cittadino dell’epoca fa riferimento alla situazione di criticità dell’azienda speciale e obbliga Savini ad una reportistica regolare da trasmettergli. In sostanza era lui stesso il controllore nominato dal comune”.
Per questi motivi Savini viene giudicato “incompatibile”. A.P.
Rino Savini non è più un consigliere comunale di Aprilia. Il 4 luglio scorso nell’aula di piazza Roma si è consumato l’epilogo di una vicenda che, fin dal giorno successivo alle elezioni amministrative, era stata giudicata critica. Savini, che ha in essere un contenzioso con il comune di Aprilia di natura economica maturato negli anni in cui ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario della Multiservizi, era stato giudicato ineleggibile per ben due volte dal segretario comunale Sabatino Iavarone. Sulla scorta di quel parere, ieri la maggioranza ha preso atto del giudizio negativo e votato la decadenza di Rino Savini che era stato in grado di conquistare ben 438 preferenze personali tra le fila della lista del sindaco Principi “Aprilia 2023”. L’opposizione, polemicamente, ha preferito uscire dall’aula al momento del voto, sottolineando, di fatto, la leggerezza mostrata della coalizione di centrodestra rispetto all’intera vicenda. Ma prima dello scontro è stato proprio Rino Savini a prendere la parola prima di salutare l’assise.
“Ho agito all’epoca nel pieno delle funzioni del mio mandato da commissario straordinario - ha detto Savini – ed in questi casi l’articolo 63 del Tuel non prevede l’applicazione dell’incompatibilità come recita il comma quattro. Altre valutazioni del suddetto articolo sono irragionevoli”.
“Oggi stiamo assistendo ad un fatto molto imbarazzante – ha attaccato il consigliere d’opposizione Pasquale De Maio – è la prima volta che accade un episodio del genere. Da oggi ben 437 elettori non avranno più rappresentanza in consiglio comunale e sono giustamente offesi ed arrabbiati. Savini conosceva la situazione traballante in cui si trovava cosi come la conosceva il sindaco Principi e tutta la coalizione di centrodestra. Io, e tutta l’opposizione, non voteremo questa delibera anche per rispetto di Rino Savini. Tutta questa vicenda è responsabilità assoluta della maggioranza e del primo cittadino che oggi è costretto a far decadere il candidato della sua lista più votato”.
“Siete stati superficiali – ha continuato la Caporaso – la mia solidarietà va a quei cittadini che oggi si trovano senza rappresentanza in aula. Alla presentazione delle liste avreste dovuto fare valutazioni più approfondite, anche perché la non eleggibilità di Savini arriva dopo che in campagna elettorale due vostri aspiranti consiglieri erano già stati stoppati e giudicati “incandidabili”.
“Questa è una vicenda delicata che io al vostro posto non avrei strumentalizzato – ha risposto il sindaco Principi – sia Savini che tutti noi avevamo avuto delle rassicurazioni in merito. C’è una lite economica in corso ma anche Savini avesse voluto sanare la sua posizione, non avrebbe potuto farlo visto che l’importo a suo carico non è stato quantificato. Personalmente sono sicuro che questa vicenda terminerà in maniera positiva per Savini e che nel giro di qualche mese lo riaccoglieremo in aula. Non abbiamo responsabilità sulla sua decadenza, c’è stata una chiara valutazione del segretario comunale di cui abbiamo preso semplicemente atto. Spetterà poi al giudice elettorale del Tribunale di Latina stabilire in maniera definitiva se Rino Savini potrà tornare nell’aula comunale”.
A prendere il suo posto, nel frattempo, sarà Giuseppe Gabanella, secondo dei non eletti della lista “Aprilia 2023”.
Alessandro Piazzolla