A Campoleone nella notte tra il 20 e 21 febbraio
Furto auto per disabile
Rubano un’auto nel cuore della notte, sottraendo così alla famiglia un bene importante per garantire loro di potersi muovere dalla periferia verso il centro. Ad amplificare il disagio però, contribuisce il fatto che quell’autovettura rappresentava per una ragazza diversamente abile una delle poche possibilità di svago, oltre che un mezzo di trasporto indispensabile per poter raggiungere il centro diurno dove può trascorrere parte della giornata.
Un episodio increscioso e che indigna la comunità, quello accaduto nella notte tra il 20 e il 21 febbraio presso la frazione periferica di Campoleone. La famiglia aveva lasciato l’autovettura in sosta come ogni sera.
La mattina, al risveglio la triste scoperta: la Fiat 500 L, l’auto che utilizzavano per accompagnare Angela (nome di fantasia) presso il centro diurno e per assicurarle qualche momento di svago, era svanita nel nulla. Qualcuno ha approfittato dell’orario notturno per sottrarre quel bene, allettato probabilmente da un modello che per qualche motivo, negli ultimi tempi sta letteralmente “andando a ruba”. Tanti i furti di vetture segnalati a quanto pare in città e tra i modelli purtroppo finiti nel mirino, sembra esserci proprio quello nelle disponibilità dei familiari di Angela. La famiglia ha subito denunciato il furto e anche se ad oggi non sembrano esserci novità, desidera lanciare un appello accorato.
“Quell’auto – spiegano - non era importante solo per noi, ma rappresentava un bene prezioso per Angela, che aveva la possibilità di fare delle passeggiate, di svagarsi e di raggiungere dei posti di vitale importanza per lei. Chi commette queste azioni probabilmente non si rende conto, ma dietro quel mezzo, comprato con tanti sacrifici, ci sono storie di persone come Angela, alla quale purtroppo è stato sottratto molto di più che un mezzo di trasporto”.
Francesca Cavallin
Il libro scritto dalle psicoterapeute romane Marta Petrucci e Nicoletta Spina
L’origine del male
Il 28 febbraio è uscito il libro “L’origine del male non è sconosciuta” pubblicato da Armando Curcio Editore e scritto dalle psicoterapeute romane Marta Petrucci e Nicoletta Spina.
In questo saggio, le autrici indagano sviluppando il pensiero di Alice Miller, la nota psicologa e psicoanalista svizzera, evidenziando il suo lavoro pionieristico sulla psicologia dell’età evolutiva e sugli effetti negativi degli abusi psicofisici sui bambini, specialmente all’interno della famiglia. Il manoscritto si presenta come un’opera innovativa nel suo genere perché vi è una descrizione esauriente della vicenda umana della psicoanalista più controcorrente della Storia della Psicologia.
Vengono riportate le vite di personaggi di rilievo come A. Hitler, N. Ceausescu e M. Monroe per avvalorare la tesi secondo la quale “l’origine del male che caratterizzò le loro esistenze sia conosciuta, perché associabile agli abusi subiti per tutta la loro storia infantile da parte delle prime figure di attaccamento”.
Nel testo sono discusse la Pedagogia Nera, il Testimone Compassionevole, le conseguenze degli abusi psicofisici sui bambini, come forma di violenza tenuta nascosta con omertà dall’intera società.
Le autrici auspicano un risveglio della coscienza collettiva per abbassare il livello di ipocrisia generale circa il ruolo della violenza perpetrata sui bambini, chiamata banalmente “educazione” da molti adulti di oggi. Con i contributi delle famose psicoterapeute Maria Rita Parsi e Erica Francesca Poli.
Edo Capri