Secondo “Repubblica” la Procura di Velletri ha dato mandato alla Guardia di Finanza
Indagine gestionale
Ai primi di novembre ha fatto scalpore la notizia, riportata dal giornale “La Repubblica”, che la Procura della Repubblica di Velletri aveva aperto una indagine sulla gestione degli uffici del Comune di Pomezia. La Procura si sarebbe mossa a seguito di una circostanziata denuncia, dando mandato alla Guardia di Finanza di investigare.
In merito a questa vicenda immediata è stata la risposta del sindaco Zuccalà:
“Ho appreso da alcuni articoli di stampa di un’indagine in corso nei confronti del Comune di Pomezia. All’Ente non è stato finora ufficializzato nulla, ma posso già da ora respingere al mittente tutte le accuse rivolte alla mia Amministrazione. Gli articoli si basano su accuse e insinuazioni unilaterali; inoltre, da quanto si legge, non riconducibili ad ipotetiche azioni politiche ma gestionali. Siamo orgogliosamente l’amministrazione che ha tenuto lontano “Mafia Capitale”, come testimonia anche il Rapporto sulle mafie nel Lazio: il Movimento 5 Stelle a Pomezia è stato e sarà sempre l’argine al malaffare. Rimaniamo dunque a disposizione delle autorità competenti per ogni eventuale chiarimento, con la certezza che ognuno si assumerà le responsabilità ed il peso delle azioni e delle dichiarazioni fatte”.
La vicenda ha destato preoccupazione anche nel centro – destra di Pomezia che attraverso il suo coordinamento ha emesso il seguente comunicato:
“L’articolo apparso sul giornale “La Repubblica” in cui il giornalista ha dichiarato che la Procura della Repubblica di Velletri ha aperto una indagine, dando mandato alla Guardia di Finanza di indagare, a seguito di una dettagliata denuncia su come vengono gestiti gli uffici comunali di Pomezia e la descrizione delle pesanti accuse dei denuncianti ci ha lasciati esterrefatti. Né ci ha soddisfatto la risposta evasiva del sindaco.
Per questo motivo abbiamo chiesto al nostro rappresentante nella commissione trasparenza, il consigliere della Lega Fabio Fucci, di chiedere la sua convocazione per discutere di questa vicenda. Fucci ne ha immediatamente fatto richiesta al presidente della commissione Pietro Matarese che gli ha comunicato che si sarebbe attivato per convocarla. Nel frattempo Fucci e gli altri consiglieri comunali del centro destra cercheranno di acquisire elementi sulla vicenda, che poi Fucci porterà al vaglio della commissione. E’ nostra intenzione fare estrema chiarezza sull’intera vicenda che per ora conosciamo solo attraverso un articolo di un grande giornale nazionale. Indubbiamente, se fosse vero quello che è stato scritto nell’articolo, è molto grave quello che è avvenuto”.
T.R.
L’Associazione Latium Vetus diffida il Comune di Pomezia
Borgo inaccessibile
Lo scorso 27 ottobre, ovvero una settimana fa, Associazione Latium Vetus ha inoltrato una diffida al Comune di Pomezia e sarebbe inoltre in procinto di rivolgersi alla magistratura.
Come noto a tutti, infatti, le strade di Pratica di Mare sono ancora inaccessibili alla cittadinanza.
Nonostante la scadenza dello scorso 16 ottobre 2020, imposta dal dirigente all’urbanistica alla società Nova Lavinium, va constato, ancora una volta, che la cittadinanza si trova a dover subire lo spoglio di fatto delle aree stradali site all’interno del Borgo, ad eccezione di una parte limitata di Piazza Camillo Borghese.
Dopo l’emissione di ben otto ordinanze comunali - a partire dallo scorso 26 febbraio 2020 - e le tre pronunce favorevoli del TAR, a tutt’oggi il Comune di Pomezia non è riuscito, nonostante i nove mesi trascorsi, a ripristinare la fruizione delle strade di Pratica di Mare, ma anzi rischia di vanificare tutto omettendo di attuare i propri medesimi provvedimenti e tollerando, al contrario, gli altrui soprusi in danno della collettività.
Tutto questo è intollerabile.
Ricordiamo che lo scorso 7 ottobre 2020 il TAR Lazio ha pubblicato la propria pronuncia con la quale per la terza volta i giudici amministrativi hanno confermato gli atti dell’amministrazione comunale, la quale, da ben nove mesi, intima alla società Nova Lavinium riconducibile alla famiglia Borghese, di “rendere il borgo aperto al pubblico transito” (si veda l’ordinanza del 26 febbraio 2020). Ebbene, nonostante l’avvenuta rimozione del primo e del secondo cancello, stavolta sono reti e transenne ad impedire l’accesso alle strade del borgo medievale. Va detto che anche questa ennesima delimitazione sulle aree stradali interne del Borgo risulta apposta illecitamente per la mancanza da parte della Nova Lavinium del titolo legale di proprietà, cosi come riconosciuto dal Comune, né si potrebbe ragionevolmente sostenere che l’apposizione di queste transenne si sia resa necessaria quale cautela per l’esecuzione di lavori sugli immobili di proprietà privata, posto che in tale ultimo caso si dovrebbe trattare della delimitazione di uno spazio esiguo immediatamente limitrofo all’immobile oggetto dei lavori
Di questo passo, la questione approderà presto agli organi inquirenti.
Associazione Latium Vetus