Il Litorale • 3/2019
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Pag. 6 Il Litorale ANNO XIX - N° 3 - 1/15 FEBBRAIO 2019
Ad Anzio, la decisione della
Giunta di affidare il servizio di il-
luminazione pubblica ad una ditta
privata, almeno per come è stata
presa, appare essere una decisio-
ne più che “illuminata” “fulmina-
ta”. Giochi di parole a parte, un
appalto da oltre un milione di eu-
ro l’anno per ben dieci anni, per
una città come Anzio, non è certo
una bazzecola eppure, in fretta e
furia e, senza passare per il Con-
siglio comunale, è stata comun-
que presa. Secondo l’assessore
Ranucci, fautore e promotore del-
l’intera questione, questa scelta,
comporterebbe un grosso rispar-
mio per le casse comunali quindi,
un motivo in più per discuterne in
Consiglio comunale che, invece,
ne è rimasto escluso. Perchè?
Generalmente, nel nostro amato
Paese di Pulcinella, quando certe
decisioni seguono determinati iter
ci si chiede cosa si cela dietro
questa frettolosa decisione.
Qualcuno è propenso a pensare
che sia dovuta agli ormai ben noti
sistemi del sindaco De Angelis
che vede Anzio come un qualcosa
di sua esclusiva proprietà dove si
sente autorizzato a fare ed a dis-
fare a suo piacimento ma, quando
si parla di più di un milione di eu-
ro l’anno per dieci anni allora,
forse, la sola esuberanza del sin-
daco, non è tale da giustificare
una simile decisione. Quindi, per
cercare di fare un pò di chiarezza,
la consigliera del PD Lina Gian-
nino, ha pensato bene di fare ri-
corso all’ANAC il cui capo, Raf-
faele Cantone, per certi appalti,
ANZIO - Affidato il servizio pubblico per un milione l’anno per dieci anni
Appalto illuminazione
Gli attacchi a Salvini complicano il problema clandestini
Questione accoglienza
ha sempre preteso che fossero
prima discussi ed approvati in
Consiglio comunale.
La decisione della Giannino sem-
brerebbe essere stata appoggiata
anche dai consiglieri CinqueStel-
le e da Luca Brignone mentre,
quello che è certo è che, tutte le
parti, abbiano chiesto un Consi-
glio comunale per discuterne ap-
profonditamente. Nello stesso
Consiglio, quando sarà convoca-
to, le stesse forze di opposizione,
ancora una volta, forti anche di
un certo consenso popolare, chie-
deranno di ridiscutere anche l’an-
nosa questione della tenuta della
Vignarola (alias tenuta Puccini)
dove, a tutti i costi, vorrebbero
evitare l’ennesimo scempio edili-
zio. In questo caso però, esiste
già un pronunciamento del consi-
glio comunale dove, l’unica nota
espressa, così come voluto dal
sindaco De Angelis, è quella ri-
guardante l’accorpamento delle
costruzioni anziché essere divise
nei cosiddetti “quattro cantoni”
del possedimento.
Con certe prefazioni ci sarebbe da
dire “povera Anzio” tuttavia, a
conti fatti, chi ha mandato nuova-
mente al potere una determinata
classe politica sono stati i cittadi-
ni della “povera Anzio” e quindi,
come sempre, ognuno poi ha il ri-
spetto che si merita, città inclusa.
Tito Peccia
Continua anzi si accentua la pole-
mica sul modo con cui viene ge-
stita la politica sull’immigrazione
nell’era Salvini. Due sono le tesi
a contrasto; la tesi della signora
Boldrini, di Saviano e di una gran
parte degli esponenti dell’intelli-
ghenzia e della sinistra parlamen-
tare: tutti coloro che intendano
farlo possono sbarcare libera-
mente sulle nostre coste e quindi
violare i nostri confini ed entrare
nel nostro Paese e conseguente-
mente nei programmi di integra-
zione finanziati dai cittadini ita-
liani; la tesi del Ministro degli In-
terni, condivisa in modo trasver-
sale dalle forze politiche: I’Italia
è un Paese sovrano in cui si acce-
de con un permesso delle Autorità
preposte a concederlo; che non è
solo un concetto fondamentale
dell’esistenza degli ordinamenti
statali ma è anche la prassi appli-
cata in tutto il mondo civile. Ep-
pure quella stessa sinistra plaude-
va nel 1997 quando l’allora Mini-
stro degli Interni Giorgio Napoli-
tano e il Presidente del Consiglio
Romano Prodi attuarono il più ri-
gido dei blocchi per il respingi-
mento dei barconi che proveniva-
no dall’Albania con la possibilità
di sparare agli scafisti. Negli ul-
timi anni la politica dissennata di
ministri come Alfano, ha per-
messo che l’emorragia dalle coste
libiche trovasse sfogo nel nostro
Paese ed ora circa settecento mila
persone vagano incontrollate in
Italia libere di delinquere. La
cronaca delle nostre città ne è il
quotidiano riscontro. I fautori del-
l’integrazione a tutti i costi ed a
prescindere pretenderebbero di ri-
solvere questo pesante contenzio-
so con la retorica dell’accoglien-
za e dell’Italia paese civile, pero-
rando contemporaneamente la ri-
presa degli sbarchi fino al collas-
so di un sistema che si regge in
piedi tra scossoni di ogni genere.
Ogni principio nazionale è stato
messo da parte, ogni velleità
identitaria data in pasto ai porci,
ogni concetto di Patria, di religio-
ne di storia sacrificati sull’altare
di un atteggiamento ideologico,
finanche la logica ne è uscita
malconcia. La razza non c’entra
niente, come non c’entra niente la
paura, c’entra solo un principio di
rispetto e di legalità elementi ba-
silari di ogni ordinamento sociale.
Ho sentito alcuni sindaci che han-
no deciso di derogare da questi
principi nel nome della solidarie-
tà; una solidarietà da repubblica
delle banane fatta in casa che è
stranamente condivisa solo da
sindaci di sinistra, che pretende-
rebbe di prescindere dalla logica
statuale e dalle leggi aggiungen-
do caos al caos.
Prima delle norme esiste l’uomo
e quindi la solidarietà ha un valo-
re primordiale perchè è quella
che fa in modo che l’uomo aiuti il
suo simile e questo è un principio
sacrosanto che le società moderne
ed occidentali hanno ben presente
nei propri istituti ed ordinamenti
statuali.
Tutti i paesi moderni e democra-
tici definiscono i termini con cui
questo essenziale fondamento
dell’umanità debba essere gestito
ed amministrato proprio per non
permettere a sindaci fai-da- te
possano rifiutare solidarietà o ec-
cedere in solidarietà. Poi le nazio-
ni decidono anche di condividere
e generalizzare fra loro alcuni
principi per dare e ricevere soli-
darietà e ne fanno ragione di ac-
cordi e trattati. Quindi la solida-
rietà che è e resta un sentimento
primario del vivere comune deve
essere amministrata in base alle
leggi della convivenza comune e
ciò affinchè chi offre solidarietà
lo faccia nel modo concreto ed
adeguato ed in modo che la soli-
darietà non cambi sostanzialmen-
te la sua condizione e quindi gli
permetta di continuare a darne. E’
semplicemente criminale difende-
re l’utopia di una solidarietà al di
fuori delle norme stabilite, al di
fuori delle reali condizioni econo-
miche e sociali necessarie per far-
lo con dignità. Non è solidarietà
quella del Sindaco di Napoli che
propone di andare a prelevare in
mare i migranti clandestini per
alimentare i ghetti di Scampia o
di Castel Volturno. Il Sindaco di-
mentica perchè vuole dimenticare
che i migranti sono in mare solo
perchè vi sono porti che li rice-
vono comunque senza limiti e
senza regole pagando una somma
che è di gran lunga maggiore di
quella di un volo di linea. Il sin-
daco dimentica che documenti
chiari ed inoppugnabili mostrano
i trafficanti di essere umani che
consegnano un gruppo di migran-
ti alla ONG tedesca Iuventa e che
poi si allontanano portandosi via
lo scafo con cui li avevano porta-
ti. Il Sindaco dimentica che conti-
nuare a ricevere migranti signifi-
ca alimentare uno dei traffici piu
lucrosi della criminalità quello
degli essere umani. Se non ci so-
no porti disposti a ricevere le bar-
che il traffico non può che fer-
marsi. Il problema è così risolto?
Assolutamente no.
L’Europa, che ha sfruttato e con-
tinua a sfruttare le terre di coloro
che scappano dal continente afri-
cano, deve farsi carico in modo
strutturale del problema riveden-
do e riconsiderando le regole ed
anche i principi che hanno gover-
nato fin d’ora i flussi migratori.
Il Sindaco dimentica e con lui di-
menticano i “difensori dell’acco-
glienza” che si fa solo il gioco di
un’Europa egoista e di memoria
corta se si continua a permettere
l’approdo dei barconi in Italia.
Non si può dire che tutti i Gover-
nanti Italiani degli ultimi anni
non abbiano tentato, con approcci
diversificati, di far capire che la
Sicilia è il confine sud dell’Euro-
pa. Il piu totale ed arrogante me-
nefreghismo ha ripagato gli sforzi
dell’Italia; a volte non basta gri-
dare ai finti sordi: quindi ben
vengano le azioni forti se servo-
no per far valere i proprio diritti.
Sergio Franchi
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