Con decorrenza 1° gennaio 2020 - 31 dicembre 2022 per 23mila euro annui
Convenzione Comune La Stella del Mare
E’ stata sottoscritta dal Comune di Nettuno e dall’Associazione “La Stella del Mare” una convenzione a decorre dal 1 gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2022. Una convenzione fortemente voluta dall’Amministrazione guidata dal Sindaco Alessandro Coppola e approvata con la delibera di Giunta n.22/2020 con la quale si concede all’Associazione La Stella del Mare un contributo annuo di € 23.000,00 da erogarsi in più soluzioni ciascuna corrispondente ai costi dell’evento rappresentato e programmato, entro trenta giorni dalla rendicontazione documentata e ciò fino alla concorrenza del contributo previsto dalla convenzione. “Con questo atto – dichiara il Vicesindaco e assessore al Turismo e allo Spettacolo Alessandro Mauro – confermiamo la nostra volontà di sostenere le associazioni locali che si impegnano a tramandare le tradizione della nostra città e che con il loro lavoro portano prestigio e lustro in giro per l’Italia e non solo a Nettuno.
Tra questo uno degli esempi migliori è rappresentato proprio dalla Stella del Mare che con le sue attività promuove nell’ambito del territorio comunale ed a favore dei propri cittadini eventi ed iniziative rivolte alla valorizzazione e riscoperta delle tradizioni e dei costumi nettunesi, la ricerca del passato e delle radici storiche della comunità, attraverso la promozione di eventi spettacolari centrati sulla rievocazione storica, favorendo così lo sviluppo della cultura e dell’arte in genere e fornisce una rappresentanza di abiti storici nettunesi, a manifestazioni ufficiali organizzate dalla stessa amministrazione. Tra le finalità strategiche dell’Amministrazione Comunale rientrano la promozione, la programmazione e la realizzazione di iniziative ed attività culturali, sociali e del tempo libero, eventi celebrativi, nonché la valorizzazione del territorio sia dal punto di vista del patrimonio culturale che turistico, economico ed enogastronomico, anche attraverso la collaborazione con le associazioni del territorio. Riteniamo fondamentale cooperare sinergicamente con Associazioni, Gruppi, ciascuno per il proprio ambito di competenza e secondo le proprie possibilità, per raggiungere il fine preposto, organizzando manifestazioni storiche rivestono un’ importanza fondamentale per la promozione della cultura e del turismo della nostra città realizzate con la fattiva partecipazione delle associazioni del territorio”.
Con questa convenzione Il Comune di Nettuno e l’Associazione “LA STELLA DEL MARE” si impegnano a promuovere nell’ambito del territorio comunale ed a favore dei propri cittadini eventi ed iniziative rivolte alla valorizzazione e riscoperta delle tradizioni e dei costumi nettunesi; a promuovere la ricerca del passato e delle radici storiche della comunità, attraverso la promozione di eventi spettacolari centrati sulla rievocazione storica, favorendo così lo sviluppo della cultura e dell’arte in genere. L’Associazione con lo slogan “Rievocando la nostra storia” si impegna, dopo attenta ricerca e valutazione storica, ad ideare, promuovere ed organizzare eventi culturali che hanno caratterizzato la storia della città di Nettuno ed a riproporre stabilmente un evento che è da sempre nella memoria e nel cuore dei nettunesi, già rappresentato con successo di partecipazione sin dall’anno 2010. Tra queste ci sarà la manifestazione “”Rievocazione dell’Approdo sui nostri lidi della immagine della Madonna delle Grazie”. Tale manifestazione si svolgerà nel mese di settembre di ogni anno a chiusura dell’Estate Nettunese e prevedrà la partecipazione di centinaia di figuranti in abiti cinquecenteschi che attraverseranno la città in collaborazione con altri gruppi storici dei paesi federati con l’Associazione nella FEDERAZIONE DELLE MANIFESTAZIONI STORICHE DEL LAZIO. Le piazze del Borgo medioevale della città verranno trasformate in altrettanti palcoscenici ove ad orari programmati compagnie teatrali daranno vita a spaccati di vita della Inghilterra rinascimentale e della Nettuno del 1550. Verrà poi realizzata una festa in mare con decine di imbarcazioni palesate a festa, saranno realizzati fuochi d’artificio ed il cielo si illuminerà di mongolfiere luminose.
L’Associazione La Stella del Mare resterà a disposizione, se richiesta dall’amministrazione comunale, a partecipare, con una rappresentanza di abiti storici nettunesi, a manifestazioni ufficiali organizzate dalla stessa amministrazione e la stessa si impegna, per lo svolgimento delle attività previste nella presente convenzione, all’utilizzo prevalente dei propri associati che abbiano le necessarie cognizioni e competenze tecnico-professionali e a predisporre un progetto operativo per la realizzazione dell’evento in programma che verrà sottoposto in visione al rappresentante del Comune di Nettuno
Ufficio stampa
Comune di Nettuno
POVERTA’ - Per l’ISTAT i bambini sono i più coinvolti
La questione meridionale
Secondo il rapporto Istat del 2019 (relativo al 2017-18) si evidenzia come i bambini siano i più coinvolti nelle condizioni di povertà, esclusione e marginalità.Il tasso di povertà per i bimbi 0-3 aa è stato pari al 11,78%, un leggerissimo calo rispetto al 2017, ma di oltre tre punti superiore rispetto la percentuale di quelli che è l’intero universo degli italiani poveri, che, a loro volta, rappresentano l’8,45 di tutta la popolazione, pari cioè a oltre 5.000.000 di persone , un numero che è raddoppiato in questi ultimi dieci aa. Stiamo parlando di povertà importanti, più o meno assolute e non di povertà relative o parziali. E ed sono soprattutto i nuclei con figli piccoli quelli più poveri, le famiglie monogenitoriali e monoreddittuali, compresa la sempre più larga fascia delle famiglie dei cosiddetti workingpoor e cioè i lavoratori poveri, quelli cioè che, pur avendo una più o meno regolare occupazione lavorativa, non sono in grado di assicurare un reddito soddisfacente per il mantenimento o per assolvere alle necessità e ai bisogni più necessari della famiglia di appartenenza.
La povertà minorile in Italia è cresciuta in questo ultimo decennio e le condizioni di povertà ed esclusione –vista la scarsa mobilità sociale- tendono fatalmente a riprodursi e a trasmettersi all’interno dello stesso gruppo famigliare, da una generazione all’altra. Tanti sono gli indicatori e le manifestazioni di questa privazione materiale ed educativa, p. es. se l’evasione e l’abbandono scolastico in Italia raggiunge di media 11-12% (una fra le più alte d’Europa, dove la media è del 9% della popolazione in età scolare), in alcune regioni del meridione e delle isole raggiunge punte del 22-23%. Anche il fenomeno dei cosiddetti Neet (not in educational, employment, or training: cioè giovani che hanno abbandonato la scuola quindi non studiano, né lavorano né seguono corsi di inserimento e stage lavorativo), in Italia potevano essere stimati nel 2017 in due milioni e mezzo di unità e anche questi registravano un incremento di presenza nelle aree del meridione. Le aree dove la deprivazione economica e lavorativa è alta sono anche quelle dove c’è più scarsità di servizi socio-sanitari e socio-educativi; nel 2012 la Conferenza di Barcellona fissava la quota del 33% di una certa popolazione in età materno-infantile come quota minima di accesso ai servizi socio educativi di quella stessa popolazione, invece in Italia la quota di asili nido mediamente presente è appena del 22%. Gli asili nido, da anni, ormai non sono più considerati solo come servizi sociali di sostegno e sollievo per quelle famiglie dove i genitori lavorano, ma sono invece considerati come servizi educativi a pieno titolo, importantissimi per lo sviluppo cognitivo e l‘imprinting educativo: dalla loro frequenza dipende molto della futura carriera scolastica di ciascun bambino. Anche questo 22% registra una presenza squilibrata e incongrua: sono più presenti nelle grandi città e nei capoluogo, molto meno nei piccoli centri o nelle aree periferiche, e lo squilibrio –anche in questo caso- è molto forte fra nord e sud: le città 12 capoluogo dove sono presenti meno servizi per l’infanzia si trovano tutti nel meridione. Una ricerca di Open polis ci dice che la spesa media per servizi alla prima infanzia ad Aosta è di 2376 Euro in media, in Calabria 67 Euro.
La questione meridionale è connaturata al nostro stesso essere nazione, dall’Unità è incardinata in maniera sistemica e peculiare nella nostra identità, e ha accompagnato il corso della nostra storia manifestandosi, di volta in volta in forme e declinazioni diverse. Adesso si fa finta che il problema quasi non esista o sia solo una residualità da tamponare qua e là con misure del tutto estemporanee e contingenti. Ne parlarono e la analizzarono A. Gramsci, G. Fortunato, G.Salvemini, e poi nel dopoguerra lo statunitense E.G. Banfield, poi E. De Martino, P. Saraceno, M. Rossi Doria e molti molti altri; dai ‘prefetti di ferro’a Dalla Chiesa, dallo Svimezalla Cassa del Mezzogiorno, dal brigantaggio all’industrializzazione del mezzogiorno e alla sua attuale fase di deindustrializzazione,dalla malavita organizzata e adesso esportata in tutto il mondo, alle aree depresse ecc ecc. Si fa finta che non esista, che sia ‘roba’ da passatisti, un discorso del tutto marginale nell’epoca della globalizzazione e della delocalizzazione di mercati, economie, lavori, produzioni….Invece la Questione è riscontrabile e visibile anche colpo d’occhio, emblematicamente e (geo)graficamente così come è emersa dalle ultime elezioni: giallo il sud: a simboleggiare la capitolazione, la richiesta di assistenza e sussidi; verde il nord: la secessione dei ricchi, di chi non vuole ‘assistere’, né pagare le tasse e mandare a fondo uno Stato sociale in via di dismissione già da questi ultimi 20-25 anni. Insomma sotto mentite spoglie, in un modo o nell’altro, la questione meridionale è la Questione Meridionale, drammaticamente e costantemente aperta nel nostro DNA, e i bambini ne sono i drammatici protagonisti, e la sociologa C. Saraceno ben argomenta in molti suoi scritti quale sia il paradosso di queste infanzie deprivate: il paradosso di essere la causa e, al contempo, anche l’effetto di quelle stesse miserie e di quelle stesse povertà di cui sono vittime, da generazione a generazione.
Giuseppe Chitarrini
Dal bit al qubit
Competenza e rigore scientifico incontrano la grazia e la simpatia nella dott.ssa Catalina Curceanu
Ospite di casa, venerdì 21 febbraio, per la terza volta nell’Istituto Trafelli, la ricercatrice dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e divulgatrice Catalina Curceanu ha presentato il convegno “Dal bit al qubit: le meraviglie del mondo quantistico”.
La professoressa ha accompagnato gli studenti delle classi quarte e quinte liceo nell’affascinante mondo della meccanica quantistica, illustrando concetti complessi e di particolare intuizione, con tanta chiarezza e spiccata comunicativa sicché anche i “non addetti ai lavori” potessero comprendere.
Partendo da nozioni di base, bagaglio dei nostri studenti, la Dott.ssa Curceanu ha esplorato fenomeni come la sovrapposizione di stati quantici, la rivoluzione del concetto stesso di misura in fisica, procedendo con applicazioni pratiche, come l’adroterapia e il computer quantistico, vale a dire il futuro della tecnologia.
Tutti molto interessati. Al termine della conferenza gli studenti hanno posto varie domande alla ricercatrice che pazientemente e sapientemente ha soddisfatto, suscitando ancora di più la curiosità scientifica nelle giovani menti.
Dirigenza Strafelli