Il coronavirus viene trasmesso dalla gente e solo la gente può fermarlo. Dobbiamo contare sul senso di responsabilità
Il virus ha bisogno della vostra stupidità: restiamo a casa
Ognuno ha certamente maturato una propria opinione in merito alla gestione dell’epidemia in atto da parte del Governo. Personalmente non ho fatto mistero di quello che penso e non ho risparmiato la mia critica verso un’evidente mancanza di capacità operativa e verso il modo scellerato di informare e diffondere. Poi dal libero mondo delle opinioni si è costretti a passare in trincea e qui non c’è alternativa e non c’è critica: ci deve essere solo l’applicazione metodica e puntuale delle disposizioni. Purtroppo oltre che un popolo di santi e di eroi siamo, e come tali siamo conosciuti nel mondo, un popolo di arruffoni e poco ligi a rispettare le regole e questo è il vero problema nella gestione di un’emergenza epidemica. Vedere migliaia di persone che si divertono mentre si stanno contagiando, oppure decine di migliaia che lasciano Milano ed il nord per andare a contagiare i loro paesi di origine nel sud, è uno spettacolo triste che ci deve far meditare. Sentirsi rispondere da uno di quegli incoscienti e ignoranti giovinastri, da me interpellati a Lavinio: “non mi interessa se c’è un’epidemia tanto questa è la peste dei nonni”, da il vero limite al problema. Quello che non si vuole capire è che ci troviamo di fronte ad un agente virale che si trasmette come mai in passato ma che, in fine dei conti, può essere debellato in modo facilissimo: se solo si potessero attivare tutte e contemporaneamente poche ed essenziali azioni di buon senso. Ma se questo non è facile per un popolo irreggimentato come quello cinese figuriamoci se può esserlo per il più caotico popolo del mondo occidentale: il nostro. Eppure non c’è altro da fare perché mettiamocelo bene in testa: l’alternativa è assistere al collasso del nostro sistema sanitario con una selezione di chi salvare e chi lasciare alla propria tragica sorte. Giungere ad essere costretti a selezionare chi salvare e chi no costituirebbe un atto di barbarie che una società come la nostra non può permettersi. E pensare che l’evoluzione dell’epidemia è anche nelle mani dell’imbecille di Lavinio, non promette bene. Non resta che contare sul senso di responsabilità di chi ne possiede uno e scommettere sulle sue capacità di convincere gli scettici e gli incoscienti. Insieme agli amici dei Comitati e della Associazioni che aderiscono ad Uniti Per l’Ambiente abbiamo temporaneamente rimodulato la nostra attività per renderci utili ai nostri concittadini in questo momento di allerta locale ed in quello di emergenza che quasi certamente si avrà a breve anche nel Lazio. Ho comunicato al sindaco di Anzio che noi siamo pronti a fare quanto possiamo per ridurre i danni nella nostra Comunità. Dobbiamo fare come fanno in Scandinavia: se un cittadino ne vede una altro che tiene un comportamento poco ligio alle regole si sente autorizzato ad intervenire personalmente in rappresentanza della Comunità. Tutti i cittadini responsabili, anche a rischio di una risposta poco garbata come quella che ho ricevuto io dall’imbecille di Lavinio, si devono sentire in dovere di correggere un comportamento contro le norme perché quel comportamento avviene a danno della Comunità. Il Presidente del Consiglio ha inteso chiamare il provvedimento della zona rossa Italia “restiamo in casa”. Certo che è una frase simbolica che vuol dire “applicate le regole fissate” e innanzi tutto il buon senso: Il COVID 19 ha bisogno del vostro corpo per essere trasmesso. Io sto in casa anche se vado a fare una passeggiata sulla spiaggia e sto a casa anche se vado al supermercato con l’accortezza di applicare le precauzioni necessarie: Il Virus ha bisogno della vostra stupidità per contagiare: non siate stupidi e non siatelo da subito.
Sergio Franchi