Lettera aperta a partiti, movimenti ed associazioni da parte del Prc di Anzio
Chi ha paura della bandiera rossa
CHI HA PAURA DELLA BANDIERA ROSSA?
Una compagine colorata e festante che vuole sfilare, per questo o quel diritto, per la tutela dell’ambiente o di quel popolo, per la salute pubblica o contro l’inceneritore, per ricordare tizio o osannare un nuovo santo, ma con stampato in fronte il grido di Caronte: guai a te anima prava se porti la bandiera di partito. Perché il Partito è il male assoluto, perché è il luogo degli inciuci, degli scandali, della rapina, perché, dicono loro, è l’opposto della società civile.
Solo la società civile ha oggi diritto di cittadinanza, merita il plauso, è, e sarà la fonte della riscossa. Noi (dicono loro) della società civile non vogliamo che si inzozzi la manifestazione con le bandiere di partito. Non vogliamo che la nostra sfilata per questo o quel diritto venga strumentalizzata a fini di partito. Loro esigono il primato della politica non del partito.
E così fanno politica senza partito
Ma partito significa prendere posizione, cosicché loro fanno politica senza prendere una posizione, per questo non necessitano di una bandiera che sintetizzi quella posizione. Loro si accontentano solo di bandiere, che possano contenere solo posizioni generiche, che possono essere riempite dei contenuti reali più disparati.
Perché la mancanza di bandiere di partito significa voler mantenere le proprie mani libere. Poter riempiere quelle posizioni generiche, di quei contenuti che di volta in volta, opportunisticamente, si ritiene necessari. La mancanza di bandiere di partito permette così il voltabandiera.
E così la gente, priva di coscienza politica, di coerenza ad un certo pensiero e visione del mondo, si troverà a suo agio sia in una manifestazione per evitare la realizzazione di una centrale biogas e sia in una manifestazione di solidarietà con gli immigrati/e. Perché senza bandiere di partito non gli balzerà innanzi agli occhi che non tutte le bandiere politiche possono partecipare ad entrambe le manifestazioni. Allora non vedrà questa contraddizione o parzialità dell’agire politico.
L’aderente al partito X dovrà richiedere che non si portino bandiere di partito, perché sa che la sua bandiera in quella manifestazione non può essere presente, perché si lotta contro la politica del suo partito. Allora bisogna mistificare e riunire in un calderone, onnicomprensivo tutto e tutti in modo che le differenze spariscano e con esse anche le relative responsabilità politiche. Et voilà comitati a go go. Il “comitato” diviene lo strumento della lotta, una falsa lotta, perché non può esservi lotta reale se le persone partecipanti non hanno preso partito! E chi prende posizioni, senza una coerenza interna, misconoscendo le connessioni dei vari fatti sociali, può tranquillamente appartenere al comitato no biogas e poi al comitato per la commemorazione dei “morti di Nassiriya”. E in questa incoerenza si adagia felice. Ma guai a porlo innanzi alle sue responsabilità mediante la presenza di una bandiera politica che evidenzia quella incoerenza.
E no cari amic@
di strada
Vi riempite la bocca che bisogna valorizzare le differenze, che bisogna stare uniti, ma nei fatti negate questi vostri buoni propositi, negando i simboli che quelle differenze trasmettono. Volete che la gente rimanga tale, noi, invece, vogliamo che la gente si trasformi in un soggetto che lotta, che prenda posizione; e per diventare soggetto, questa gente deve conoscere le diverse posizioni in campo, posizioni che le bandiere sintetizzano simbolicamente.
E’ proprio la presenza di diverse bandiere di partito che mostra come sul quel dato tema c’è unità d’intenti, ferme restando le proprie esperienze storiche. È in quest’unità sul tema, ma nelle differenze specifiche che ognuno di noi porta seco, che si realizza la valorizzazione delle differenze nell’unità d’intenti.
Portate le vostre bandiere di partito, di associazioni, di realtà le più disparate. Noi non temiamo la vostra esperienza, la vostra competenza, la vostra voglia di lottare. Sono per noi un patrimonio al quale attingere e al quale portare le nostre esperienze.
Ma se tutto ciò viene negato, se i militanti, gli iscritti i simpatizzanti dei partiti non possono portare in quella lotta il proprio simbolo che significato ha questa assenza?
Quest’assenza di bandiere politiche è frutto del pensiero dominante che vuole a tutti i costi spoliticizzare le masse e i problemi della vita associata. Come se non fossero tutti problemi di natura politica: politica è il termine per designare l’ambito di ciò che appartiene alla vita comune. Ogni tema della vita comune è politica.
Spoliticizzare le masse e i problemi della vita associata significa in pari tempo rendere tutto privato, oggetto indiscusso delle proprie individuali scelte, appunto perché non sono messe a confronto con altre: è un rinchiudersi nel proprio “io”, allontanarsi dal “noi”. E Allora non possono esistere bandiere in questo caso! Ognuno avrebbe la propria bandiera con scritto sopra “io”. Invece le bandiere di partito hanno impresso in sé il “noi”.
Ma il divieto di bandiere di partito che voi imponete ai partecipanti nelle diverse lotte, è la vostra maschera politica, di chi ha la coscienza sporca e deve tenerla nascosta. Le vostre responsabilità su sanità, trasporti, rifiuti, consumo disordinato del suolo per finalità speculative, politiche migratorie carnefici, riduzione delle pensioni, ecc. sono le medaglie di disonore che spiccano sulle vostre giacche. Pazienza, la storia è storia, ma potete ancora riscattarvi.
La nostra bandiera
di “partito”
è la bandiera rossa
Essa è stata innalzata sul Reichstag, sulla Comune di Parigi, ha accompagnato donne e uomini in tutto il mondo che si battevano per una vita migliore. È stata il lenzuolo che ha coperto i cadaveri dei nostri compagni/e, la coperta che ha scaldato gli esuli, la garza che ha curato i feriti, il fazzoletto che asciugava le lacrime, la maglia che copriva i segni delle torture. La nostra bandiera è forata dalle fucilazioni. Ha sventolato a favore dell’aborto, della riforma del diritto di famiglia, per pensioni decenti, per la sanità gratuita per tutti, per la scuola gratuita per tutti, per i diritti sindacali, per migliori condizioni di lavoro, per la tutela dell’ecosistema, per la difesa delle minoranze, ha appoggiato i movimenti di liberazione nazionale in tutto il mondo, ha fornito menti e braccia contro la dittatura dei colonnelli in Grecia, o di Franco in Spagna, contro la dittatura di Salazar in Portogallo. La nostra bandiera sventolava per Allende, per Ho Chi Min, per Fidel, è merito della bandiera rossa se abbiamo in Italia una Costituzione che fa tremare i polsi al Capitale.
Ma la nostra bandiera è stata anche
insudiciata da chi
ne ha fatto un
uso antiuman
E a difesa del suo vero colore si sono spesi i migliori Comunisti in tutto il mondo. Pazienza, la storia è storia, ma noi ci siamo riscattati, e cantiamo ancora “bandiera rossa la trionferà”! In una fase storica dove le croste si sono trasformate in piaghe, dove il bracciante diventa mendicante, dove insomma le condizioni peggiorano di giorno in giorno, dove voi col vostro impedimento volete che nemmeno più con i sensi venga percepita la nostra bandiera, ebbene rassegnatevi: noi siamo quelli che torneranno a farla sventolare.
«Per chi conosce solo il tuo
colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è
coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il
calabrese africano,
l’analfabeta una bufala o un
cane.
Chi conosceva appena il tuo
colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più,
neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie
borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli».
Circolo Che Guevara-Anzio
In questi giorni siamo spettatori di teatri di guerra strazianti
Democrazia ad ogni costo
L’immagine delle mamme ucraine che con gli occhi pieni di paura cuciono sui vestiti dei loro bambini il gruppo sanguigno è un’immagine talmente forte e talmente straziante che dovrebbe lasciare sgomento il mondo eppure nemmeno in questo momento le forze politiche italiane riescono a condannare unanimemente la follia di Putin. Non dimentichiamo certo i viaggetti di Salvini a Mosca con tanto di bandiera della Lega e foto con sorriso. Non dimentichiamo che ancora pochi giorni fa la Meloni ci parlava di Putin come di un sincero democratico da cui prendere esempio. Non dimentichiamo ovviamente nemmeno tutti gli altri che trasversalmente hanno sottovalutato il problema della democratura (democrazia-dittatura) russa. Quegli occhi spauriti di quei bambini devono scuotere le coscienze di tutti i democratici. Le voci tremanti di donne e uomini che sentono le proprie case bombardate devono far risvegliare dal torpore la maggioranza silenziosa che in questo Paese ha smesso di schierarsi. Il popolo ucraino sotto attacco non può e non deve essere lasciato solo. Le urla di dolore di questo popolo se non avremo il cuore di ascoltarle si trasformerà in sangue che ricadrà su tutti noi. L’Italia deve dare immediatamente una risposta forte, devono essere ad esempio come prima cosa sottratti tutti i denari che gli oligarchi russi e bielorussi hanno nelle nostre banche e devono essere utilizzati dall’Inps ad esempio per prestazioni speciali di lotta alla povertà. L’Italia di concerto con l’unione europea e la Nato deve colpire pesantemente tutti gli interessi del regime russo e di quello bielorusso, senza tentennamenti e senza doppiogiochi. Questi ovviamente sono solo degli esempi, ma tutti devono sapere che la democrazia va difesa ad ogni costo, AD OGNI COSTO. Perché un passo indietro oggi vorrebbe dire cedere le conquiste di decine di anni di pace, di libertà e di democrazia.
Roberto Alicandri
Marco Federici
Waldemaro Marchiafava
Antonio Taurelli
Consensi per i Poeti Estinti
Domenica 20 febbraio si sono esibiti al Forte Sangallo ottenendo lusinghieri consensi.
- Chi sono i “Poeti Estinti? –Lo chiediamo ad uno dei soci fondatori, Maurizio Stasi
“E’ costituito da un gruppo libero che ha per scopo la valorizzazione di ogni forma d’Arte ed organizza manifestazioni culturali nelle cittadine di Anzio e Nettuno. L’ho fondato insieme a Roberta Collu, Ivana Moser e Roberto Faccenda. Domenica 20 febbraio abbiamo partecipato alla manifestazione “Dante, momenti di lettura” al Forte Sangallo” per iniziativa dell’Associazione “Gemellaggi Nettuno”, con il patrocinio della città del Tridente. Dopo essere stati introdotti dal Presidente dell’Associazione “Gemellaggi Nettuno”, Franco Cirilli e condotti dal regista Salvatore Santucci, con me hanno recitato alcuni passi della Divina Commedia: Gabriele Ansini, Maria Grazia Vasta, Aldo Volpini, Ivana Moser, Danila Marzia Venezia, ottenendo commenti lusinghieri da parte del numeroso pubblico presente”.
- Ci ricordi le manifestazioni fin qui effettuate dal gruppo?
“Ne ricordo alcune. Festival dei “Poeti Di …Versi in Campo” al Forte Sangallo nel 2014, 2015 e 2016. Lo spettacolo di Poesia e Musica il 16 e 17 agosto 2016, presso la Pro Loco di Nettuno. ‘Gocce di Memoria’ al borgo di Nettuno e la poesia alla radio nel 2016. Il Recital ‘Poesia e Musica’ al Museo Civico Archeologico di Anzio; la presentazione della tragedia “Neottolemo” al Forte Sangallo nel 2017. La personale di Roberto Faccenda al Museo Civico Archeologico ed il Recital al Teatro Flaiano di Roma nel 2018. Il 4° ‘Festival dei Poeti’ al Forte Sangallo; l’incontro tra poesia e storia al Vallo Vosco di Anzio nel 2019. Il ‘Volto di Cristo nei Vangeli Apocrifi’ e ‘Lereide’ al Vallo Vosco nel 2021”.
- Tanti eventi anche negli ultimi anni, nonostante la pandemia. Cosa avete in programma per quest’anno?
“In aprile, ogni venerdì, sempre alle ore 17:30, presenteremo al Forte Sangallo cinque libri: gli Aforismi “Uno, Due, Tre” scritto da me; “Il Futuro è nelle tue Mani” di Assunta Gneo; “Il Respiro delle Signore” di Ornella Morini; “Sulle Orme del Destino” di Lucia Catacci; “Le Nuvole Silenziose” di Roberta Collu.
Il 30 aprile riproporremo la Pièce teatrale ‘I Vangeli Apocrifi’ scritta e diretta da me.
Dal 20 al 26 giugno, sempre al Forte Sangallo, dalle ore 17:30, si svolgerà il 5° ‘Festival dei Poeti’ e verrà inaugurata la Mostra dell’artista Stefano Ansini.
Mercoledì 22, “La Poesia del Novecento” (Recital di poesie).
Giovedì 23, La lirica a cura del tenore Prof. Carlo Liberatori.
Venerdì 24, Sfilata di moda a cura di Simona Crivellone con intermezzi di poesie.
Sabato 25, Recital per la regia di Aldo Volpini, a seguire un Concerto a cura della Pro loco di Nettuno.
Domenica 26, spettacolo di danza a cura di Simona Crivellone con intermezzi di poesie.
Sabato 1° ottobre, alle ore 17:30, Pièce teatrale in dialetto: “Trilussa e la sua epoca”, testi e regia miei.
Ogni evento è patrocinato dal Comune di Nettuno e dall’Associazione “Gemellaggi Nettuno”.
Un ringraziamento va senz’altro ai ‘Poeti Estinti’ che spendono il loro tempo libero per la comunità e tutto gratuitamente. Gli incontri settimanali sono aperti a chi ama la Poesia e la cultura in senso lato. Le loro attività si possono seguire su Facebook.
Rita Cerasani