La guerra in Palestina è uno scontro fra civiltà
Ignoranza pericolosa
Sul conflitto in atto in Palestina si dice di tutto e l’ignoranza dei fatti e della storia sembra essere l’unica bandiera che accomuna striscioni, slogan e dichiarazioni in tutto il mondo. Dalla sintesi più banale emerge subito un concetto che l’ottusità di una certa intellighenzia e di un certa politica continuano a voler ignorare.
Milioni di cittadini di religione musulmana sono ormai presenti nei paesi occidentali, pronti a contrastare ed a mobilitarsi contro l’occidente di cui oggi Israele è simbolo e sintesi. Iman di peso come Abu Muhammed al Adnani,il portavoce dello Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria dichiara in televisione “conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne”.
10 Anni fa nessuno avrebbe osato fare affermazioni cosi esplicite, ora si confessa apertamente il vero progetto egemonico, mentre ibambini, in alcuni stati islamici, si addestrano all’uso del kalashnicov.
La prova ed il segno di forza sono i milioni di islamici nelle strade di mezzo mondo. Domani si intensificheranno attentati e si darà inizio alla conquista del potere dal basso e dalle periferie come già avviene in Belgio, in Francia e in Gran Bretagna.
Sarà il numero a vincere, un numero che l’immigrazione clandestina alimenta incessantemente con l’85% degli immigrati. Il crollo della religione cristiana e di quella cattolica, in particolare, ormai ridotta alle insistenti ed ininfluenti suppliche del Santo Padre ed a reclutare sacerdoti in Africa e Sud America, farà il resto. Una cultura che ci porta ad aprire le braccia per integrare un fratello che non potrà mai essere integrato e che avrà il paradiso se ci accoltellerà. In un recente convegno islamico in Egitto il problema della mancata integrazione nei paesi occidentali è stato posto ad uno degli Iman presenti: lui ha sorriso ed ha risposto “noi non possiamo integrarci, noi non ci integreremo….noi vi sostituiremo”.
E pensare che un politico italiano è stato, di recente, beffeggiato dalla stampa italiana perché ha parlato di una sostituzione etnica che solo i ciechi, gli imbecilli e quelli in mala fede non vedono che è in atto. L’ignoranza che fa la storia. Si inneggia ad Allah per rivendicare i sacrosanti diritti del popolo Palestinese, si invoca la morte degli ebrei in difesa di chi ha ucciso bambini giocando a palla con la loro testa. Si vorrebbe difendere il martoriato popolo di Gaza inneggiando ad Hamas che quel popolo opprime dal 2006 e che, per Statuto, non ha la difesa della Palestina e nemmeno l’eliminazione di Israele ma il totale sterminio degli ebrei, che erano gli stessi obiettivi del Nazismo. Confusione assoluta. In Lavinio nella parte bassa di via di valle schioia, di fronte al parco consortile, è apparsa una scritta su un muro: “Nedangnau come ittler, in Palestina la vera Shoah” firmato A.S.R. sigla sconosciuta ed una falce e martello tanto cara agli antisemiti moderni. La strage di innocenti che Israele sta oggi portando avanti a Gaza somiglia al lavoro di chi esegue un’esecuzione di coloro che altri hanno condannato a morte. I baldanzosi “partigiani” che hanno bruciati vivi i figli davanti ai loro genitori prima di sgozzarli e farli a pezzi, ora si nascondono dietro bambini di una scuola, sotto le fondazioni di un ospedale o di un ospizio per anziani. Chi li ha condannati, Ismail Haniyeh capo assoluto di Hamas, lo dichiara apertamente “Abbiamo bisogno del sangue delle nostre donne e dei nostri bambini e degli anziani per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario.
Che c’entra la difesa dei diritti sacrosanti del popolo di Palestina con Allah, che c’entra la difesa della gente di Gaza con Hamas che quella gente ha sottomesso 17 anni fa togliendo loro il diritto di voto? Che c’entra il popolo che parla la lingua di Dante, che il terrorismo ha sofferto e battuto, con i terroristi di Hamas? Che c’entra la patria del diritto, di Cesare Beccaria e della civiltà occidentale con i tagliagole? Purtroppo, per ragioni di opportunità, i fatti ed i dettagli della strage del 7 ottobre non sono stati trasmessi in televisione ma chi ha pazienza ne trova molte tracce in rete. Invito coloro che vogliono partecipare a dimostrazioni in difesa di Hamas di fare un giro in rete prima di scendere in piazza e di farlo dopo, se ne sono ancora capaci.
Sergio Franchi
Un convegno a Nettuno dal titolo “ Sotto traccia, storie di donne invisibili”
Contro la violenza di genere
Anticipando la ‘Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne’, sabato 11 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Nettuno, si è tenuto un Convegno dal titolo: ‘Sotto traccia, storie di donne invisibili’, con il patrocinio del Comune stesso, della Pro Loco, dell’Istituto Culturale italo-tedesco (su proposta del Ghoete Institut) e l’Associazione A.I.D.E. Nettuno APS (Associazione Indipendente Donne Europee). Le illustri relatrici erano tutte donne, ognuna impegnata in un ambito diverso, ma tutte accumunate dalla forza di aiutare altre donne sfortunate, vittime del mondo maschile.
Moderatrice dell’incontro, che ha visto la presenza di un numeroso pubblico femminile, la nota giornalista Katia Farina. Ogni intervento ha focalizzato l’attenzione dell’attento uditorio su un aspetto particolare della violenza subita dalle donne, indagando le radici e le implicazioni del fenomeno che ogni anno si ingrandisce sempre più per i numeri delle violenze subite, i femminicidi, le prevaricazioni in ambito familiare e non.
Dopo il breve intervento del Dott. Giorgio Domenico Pagliuca, Presidente dell’Istituto culturale Italo-tedesco di Anzio-Nettuno, da lui fondato nel 1999 che organizza tanti eventi culturali, a prendere la parola è stato il Commissario Prefettizio di Nettuno, Dott. Antonio Reppucci. “Il fenomeno della violenza di genere è trasversale ed esiste più al centro che al sud. Soluzioni possono venire dal volontariato, dalla prevenzione, dalla collaborazione in rete, perché oggi solo il 5% delle donne riesce a denunciarlo”.
La Dott.ssa Maria Pia Baldo ha svelato la vendita, da parte dei genitori, di una bambina di soli 11 anni e non è un caso isolato che lei ha riscontrato lavorando a contatto con le Case famiglia. Ha annunciato che dal 13 novembre si recherà nelle scuole del territorio per sensibilizzare gli studenti a tale grave problema. “All’Ospedale Bambin Gesù si verificano spesso tentativi di suicidio”. E’ stata la volta di Anna Silvia Angelini, scrittrice e Presidente dell’A.I.D.E che nel 2013 ha fondato il centro d’ascolto ‘Uscita di Sicurezza’. E’ basilare la prevenzione iniziando dalla famiglia. I suoi libri, da leggere e rileggere, parlano di donne che, aiutate, ce l’hanno fatta. Ma quante non denunciano e soccombono? Suor Giulia della Congregazione Suore Passioniste di San Paolo della Croce ha detto che fino a cinque anni fa le donne abusate erano quasi tutte straniere, oggi non è così, molte sono italiane. A scuola, oltre all’educazione civica, occorre fare educazione sessuale ed affettiva. Bisogna aiutare i genitori a spiegare ai figli la sessualità in modo da limitare il fenomeno della precocità erotica tramite cellulare.
La Dott.ssa Marina Baldi, Genetista forense, consulente tecnico e responsabile della Lega Genetics di Roma, ha riportato la sua esperienza in Iran di alcuni anni addietro dove la donna è costretta ad indossare il velo. Quando ritornò dopo una settimana, non riusciva a toglierselo in aereo, tanto ne era stata condizionata.
La Dott.ssa Loretta Giacomozzi, Assistente Sociale, esperta e responsabile dei processi formativi, formatrice, ha denunciato il fatto che la Convenzione di Istambul del maggio 2011, all’inizio non la conoscono neanche i suoi corsisti. Bisogna divulgarla anche nelle scuole. Se nelle famiglie manca l’attenzione, l’affetto tra i suoi componenti, i figli si sfogano fuori ed ecco le tragedie a cui assistiamo giornalmente. Se un ragazzo per anni ha assistito alle violenze tra i suoi genitori, le assimila ed è portato a ripeterle.
La Dott.ssa Giuliana De Arcangelis, ha denunciato i manipolatori che si insinuano e piegano la volontà delle donne, riducendole a schiave psicologiche, isolandole, rendendole drogate dalla manipolazione. Infine ha parlato la Prof.ssa Alessandra Conti, responsabile dello sportello ‘Uscita di Sicurezza’, counselor, mediatrice familiare, psicologa.
“Da 30 anni sono insegnante ed inizia tutto in famiglia perché manca l’affettività emotiva, mancano i NO da parte dei genitori e le spiegazioni che ne conseguono. Le donne che si rivolgono allo sportello temono fortemente i giudizi e solo dopo alcuni mesi tornano a credere in se stesse”.
Al termine, Anna Silvia Angelini ha annunciato che il 22 novembre l’A.I.D.E. si recherà presso l’Istituto Colonna-Gatti per parlare di prevenzione a 500 studenti, indicendo anche un concorso letterario a tema. Molto coinvolgenti gli interventi musicali del ‘Vaso di Pandora’ con la bravissima cantante Maria Ausilia D’Antona accompagnata dal chitarrista Gabriele Falcone che hanno proposto: ‘Anche per te’ di Battisti, ‘Canto e cunto’ di Rosa Balistreri’, ‘Cappuccio Rosso’ di Vecchioni (dedicata alla guerrigliera curda morta a soli 26 anni), e ‘Lella’di Lando Fiorini. Veramente encomiabili tutte le relatrici che hanno ricevuto tanti applausi e plausi da parte degli uomini presenti, tra cui il Presidente della Pro Loco Dott. Marcello Armocida ed il Dott. Alberto Sulpizi.
Rita Cerasani