Uniti per l’Ambiente vuole riprendere il lavoro del Comitato Salviamo la Pineta
Pineta della Gallinara
Un recente video stralcio della trasmissione televisiva Geo, che è circolato recentemente sui social, riporta alla ribalta quello che è stato dimenticato dalle autorità comunali e regionali ma che resta un problema reale e ben visibile della realtà del territorio come può essere una pineta che muore. La pineta è quella di Lido dei Pini, detta Pineta della Gallinara, sito sic protetto a livello europeo, chi ne dibatte è il Prof Paolo Gonthier, Ordinario della Cattedra di Patologia Vegetale Forestale dell’Università Statale di Torino. Nel video il Prof. Gonthier sintetizza sul male che ha colpito la pineta: un fungo portato durante la guerra da strutture legnose utilizzate dalle truppe USA che ha attecchito nella zona di Ostia per espandersi per circa 105 chilometri di litorale a nord e sud di Roma.
Il prof Gonthier parla del fungo Heterobasidion che colpisce l’apparato radicale dei pini mediterranei fino all’imputridimento. Ne ha gia uccisi 120 e continua a farlo. Da molti anni opera il comitato da me formato “salviamo la pineta” che ha raccolto una decina di associazioni che si sono mobilitate per salvare il bene naturale piu rilevante di Anzio e per valorizzarne l’utilizzo da parte dei cittadini. Il Covid, gli ostacoli, altri miei impegni e le vicissitudini hanno portato al dissolvimento di quel gruppo di persone di buona volontà. Un lavoro che venne però interrotto in modo organico perché esso terminò con un accordo preso con il Sindaco De Angelis di concessione in adozione del parco comunale, che è la parte pubblica della pineta non concessa in affitto al campeggio. Io stesso preparai il protocollo d’intesa con il Comune di Anzio per l’affido del bene pubblico al Consorzio Lido dei Pini che era componente essenziale del Comitato Salviamo la Pineta e che ne costituiva il membro più affidabile sul piano legale. In incontri successivi col Sindaco e con il Segretario Generale fu discusso il disciplinare e convenuto ogni dettaglio per l’affido. Poi niente si mosse e poi il commissariamento. Intanto i pini muoiono ed il comune si limita a fare il becchino e cioè a portarne i cadaveri allo smaltimento.
Eppure nella riunione che noi avevamo tanto richiesto,quando il Prof Gonthier parla di associazioni nel video si riferisce a noi e che, con l’aiuto del Campeggio La Gallinara, eravamo riusciti ad organizzare, lo stesso prof Gonthier, il rappresentante del Comune di Anzio e quello della Regione Lazio, parlarono dell’inizio di un progetto. Siccome la patologia, pur se di difficile trattamento, resta sempre un evento che si trasmette per contagio, io chiesi al Professore, l’invio del protocollo che egli aveva approntato per interrompere la trasmissione da pino a pino.
Paola Pizzuti, attivissima del Consorzio Lido dei Pini ed elemento di gran valore di Uniti Per l’Ambiente, tradusse il documento in lingua italiana e fu fatto recapitare al Sindaco ed all’Assessorato all’ambiente.
Un mio articolo del luglio 2020 sul Litorale titolava: “Ranucci attui il protocollo Gonthier”. L’Assessore Ranucci si guardò bene dall’attuarlo, nessuno lo fece ed i pini continuano a morire. Ma questo non è giusto per la gente di oggi e per quella di domani e così, contando nell’adesione di qualche persona del tipo di quelle a cui piace fare oltre che lagnarsi, intendo riprendere nell’ambito delle attività del Settore Verde di Uniti Per l’Ambiente, il lavoro del Comitato Salviamo la Pineta. C’è molto da fare, un bene come quello della pineta non è riproducibile per cui invito qualcuno che voglia dare una mano al Settore UPA Verde può scrivermi sergiofranchi@hotmail.com. Gli obiettivi restano gli stessi: adozione della pineta, piano terapeutico per la sua cura e valorizzazione per l’utilizzo degli abitanti. Senza un forte impulso di partecipazione la pineta resterà destinata ad un decadimento totale.
Sergio Franchi
Centro anziani
Sono ripartite le preiscrizioni al Centro Anziani ‘Renato Salvini’ di Anzio, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, tutti i giorni. Info 3397832316. L’inaugurazione avverrà il 16 novembre prossimo, alle ore 11:00. La nuova gestione è affidata all’Associazione “Nicla Mille Storie” A.P.S. convenzionata ed autorizzata dal Comune di Anzio. I Corsi attualmente attivati sono: ginnastica con Serena lun/giov 15:00/16:00; lezioni di ballo con Serena lun/giov 16:00/17:00; Burraco con sala riservata a tutti i livelli; Corso di fitoterapia (Fiori di Bach); incontro con la Poesia (letture e scambi culturali) il sabato ore 10:00/12:00; ‘Archimede’, ossia palestra informatica sull’uso di WathsApp e social con apprendimento dei sistemi digitali di contatto con gli Enti pubblici; Corso di inglese ‘Do you speak English ?” / (base e intermedio); ‘Un passo nel tempo’, il ballo per mantenersi in forma, socializzare ed anche per rivivere, tramite la musica, i ricordi (ogni sabato dalle ore 16:00). Sono tante le attività diversificate per risvegliare l’interesse e la passione delle persone di una certa età. Lo spirito è socializzare, conoscere e conoscersi, sentirsi attivi. Intanto ci si può già prenotare per il consueto pranzo di Natale.
L’Associazione ringrazia il Signor Edilio Marozzini per il supporto e la disponibilità dimostrata nei primi giorni di nuova gestione, dandogli il benvenuto come iscritto dell’Associazione. Quindi, dopo la chiusura del centro , dai primi del luglio scorso, per lavori di ristrutturazione all’interno, è stato riaperto il Centro nella sede storica di Via Aldobrandini, con Presidente Claudio Di Giovanni.
Rita Cerasani
Quando la burocrazia diventa inefficienza ad Anzio
Mastelli difficili
Tra i servizi che vengono prestati da un’amministrazione comunale, nell’ambito della raccolta dei rifiuti solidi urbani c’è anche quello di sostituire i mastelli di plastica danneggiati o perduti per separare i rifiuti. Il contratto con la ditta AET ne prevede la fornitura di 20.000 di varie tipologie e 2000 compostiere. In un comune moderno ed efficiente ed è anche ciò che avvenne con la tanto deprecata gestione Camassa, i cittadini vanno in un magazzino, dichiarano il proprio nome e cognome e codice fiscale e, un magazziniere, magari dipendente della ditta, verifica che il richiedente sia iscritto negli elenchi comunali come residente e che sia in regola con i versamenti TARI, per procedere alla consegna dei contenitori. Nel caso delle compostiere è altrettanto facile: un cittadino si iscrive nell’albo dei compostatori e riceve una compostiera con la conseguente riduzione della TARI dopo che un addetto abbia verificato che il cittadino effettivamente pratichi il compostaggio domestico.
Questo in un comune normale, ma ormai parlare di normalità nel Comune di Anzioserve solo ad illudersi. Ed allora, dopo che nessuno ha informato l’utente, dopo che circa due anni sono passati dall’inizio del nuovo contratto, dopo che centinaia di utenti che, magari abitano a Roma, continuano ad esporre scassatissimi contenitori a brutta mostra dell’inefficienza, fuori della propria abitazione, l’Ufficio Ambiente inventa il modulo di richiesta. La sostituzione non è piu quindi un fatto semplice ed automatico ma diventa una pratica da processare, una richiesta che prevede quindi la trattazione da parte di un funzionario e quindi la sua facoltà di diniego anche se chi chiede è nella totale capacità di esigere. Il modulo. Nome, cognome, residenza, codice fiscale, indirizzo; e poi indirizzo dell’utenza, il recapito telefonico, l’indirizzo di posta elettronica, copia del documento di identità e copia iscrizione alla TARI e dell’ultima bolletta TARI pagata. Manca solo il certificato di avvenuta vaccinazione contro l’idiozia e quello di frequenza di un corso universitario.
Dopo un decennio si pretende anche di sapere informazioni sullo stato dei vecchi contenitori. Chi ha avuto questa bella idea ha di fatto dichiarato in modo plastico che il Comune di Anzio è incapace di gestire in modo efficace la raccolta dei rifiuti e questo contribuisce anche a spiegare perché quasi un utente su due non paga e continua impunemente da anni a non pagare la TARI. Se l’ufficio del comune ha bisogno di sapere oltre al mio codice fiscale, anche come mi chiamo, dove abito, ha bisogno di una copia del mio documento e non sa se ho pagato la TARI allora quell’ufficio non funziona.
Ho provato, alcuni mesi orsono, personalmente inviando il modulo via pec fornendo gli elementi identificativi ed omettendo gli elementi che, per legge, il comune non può richiedermi perché per norma vigente “le singole amministrazioni pubbliche non possono richiedere atti o certificati concernenti fatti, stati, o qualità personali, che risultino attestati in documenti già in loro possesso o che esse siano tenute a certificare”. Che il comune mi richieda copia della carta d’identità che esso mi ha rilasciato, è ridicolo. Non è ridicolo ma è arrogante, inoltre, che per consegnare ai cittadini dei contenitori per rifiuti, pagati dagli stessi cittadini, si pretende che chi li chiede abbia un account email e quindi disponga di un computer e sappia usarlo, debba fare copie, raccomandate o che disponga di un servizio di posta elettronica certificato. Vorrei ripeterlo alzando il tono della voce: si tratta di secchi della monnezza che non sono di proprietà del solerte impiegato che ha inventato il modulo! Di compostiere ne sono state commissionate 2000, che si andranno ad aggiungere alle altre centinaia andate in malora dalla vecchia gestione, si dice siano circa 1700, ma non sono certo del loro numero esatto. Solo per la cronaca: circa 150 di quelle vecchie compostiere furono affidate al Consorzio Lido dei Pini per un progetto pilota di compostaggio domestico. E’ il Comitato per la Difesa del Territorio che ha dato il via a quel progetto presso il Consorzio Lido dei Pini e con la preziosa collaborazione di quest’ultimo ma, alle reiterate richieste al Comune di nuove compostiere, nemmeno l’atto dovuto di una risposta: i cittadini fanno quello che il Comune dovrebbe fare, anche per contratto con la ditta AET, oltre che per obbligo d’ufficio ma lo stesso Comune non da loro le compostiere che, per contratto detiene in magazzino, per poter operare e dare seguito alla riduzione della frazione umida, in ottemperanza alla direttiva regionale, a quella europea e per risparmiare nella spesa di smaltimento. I problemi che hanno coinvolto il Comune di Anzio e che sono attualmente sotto la considerazione della Magistratura non dovrebbero rendere il Comune di Anzio ancora più incapace di quello che era nel prestare servizi efficienti ai cittadini. Per quanto mi riguarda io continuo ad attendere che la mia richiesta di fornitura dei nuovi contenitori venga evasa.
Sergio Franchi