CITTA’ INSIEME
A&M: il restauratore
ha toccato i cuori
Ma che bell'incontro!
Tutti seduti in circolo attorno a lui, ad ascoltare il racconto a braccio di una vita fatta di curiosità e di amore per il lavoro manuale.
La mamma lo aveva mandato a bottega per evitare che nelle ore libere dalla scuola diventasse un ragazzaccio di strada, ma non sapeva che in questo modo stava accendendo una miccia: quel bambino di 10 anni ardeva dalla voglia di imparare e di fare propri i mille segreti delle lavorazioni artigiane.
E così, mentre da garzone di bottega (o "maschietto" come si usava dire allora) si spaccava il braccio a ruotare la ventola a mano per dare aria alla forgia, il piccolo Giacomo assorbiva avidamente quello che accadeva nella fucina del fabbro.
Fu lì che scoprì le rigorose norme che regolano i colpi di martello sull'incudine, scanditi e cadenzati dai colpetti preparatori che il forgiatore batte per sincronizzare l'operazione.
E dal fabbro al falegname al pittore di "trompe l'oeil" e alle decine di altri laboratori l'esperienza si andava accumulando, plasmando negli anni il Giacomo Antognarelli che abbiamo avuto il piacere di incontrare oggi al Sangallo, quarto dei sette eventi preparati da Cittainsieme nell'ambito della mostra di pittura "Arti e Mestieri".
Ci ha mostrato alcuni dei suoi attrezzi di lavoro, tutti apparentemente semplici e banali: una pialla, un martello, una lama tagliente... per farci scoprire invece che ogni attrezzo è un tesoro di know-how, il risultato di secoli di affinamento e genialità.
E così la pialla a ben guardare ha il profilo sagomato, un taglio che ad ogni passata scava nel legno non una fetta di scorza ma un rilievo decorativo.
Il martello è un cubo di legno con infisso un manico, ma nasconde all'interno un blocco di metallo che gli conferisce tanto peso da diventare inesorabile quando colpisce senza danneggiarlo il pezzo da assemblare.
La lama è una semplice striscetta di metallo semiarrugginita e fissata lungo il corpo di un bastoncino con dei distanziatori che la fanno rassomigliare a un pelapatate delle nostre cucine. Ma è in realtà un "coltello a petto", attrezzo adatto a scortecciare un pezzo di legno che va tenuto appunto puntato contro il torace mentre la lama, tirata a più riprese verso il petto, ne gratta via la superficie.
È volata via quell'oretta di racconto fitto fitto, interrotto di tanto in tanto dalla lettura di una delle sue poesie in romanesco sempre sul tema del lavoro di bottega: quella sul "fagocchio", o mastro carraio, quella sul calzolaio e quella sulla cucitura dell'abito da sposa, per terminare con la più diretta, "er Restauratore", letta dallo stesso autore.
Er sole sta ar tramonto e tocc’ er mare!
Volanno, li gabbiani fanno er verso;
quell’è er momento che nostro Signore
chiama a la conta tutto l’Universo!
Sona la campana che chiam’ar vespro;
le donne, ‘n chiesa, dicheno er rosario!
Si er frutto de la vita è aspro,
mejio riconsolasse cor breviario!
Pur’io sto in bottega, e cor penziero
vo’ a come m’ha sfogato la giornata,
più ce penzo e più ‘n me pare vero,
me devo rassegna’, perch’è volata!
Gira e riggira, co’ ‘sto pomacciolo,
tra tavoli, cassetti e commodini,
l’accomodo, l’allustro, li consolo,
je do voce, com’ a li regazzini!
Po’ capita’ ’n armadio, ‘na toletta;
je rifò ‘n pezzo, stringo quarche vita,
j’allustro ‘no sportello, ‘na gambetta;
‘sti mobbili ripijeno la vita!
Er pomacciolo gira e tutto brilla;
la gommalacca allustra e dà colore!
Mo vedi la mobbilia che sfavilla,
perch’er lavoro è fatto co’ l’amore!
De tutto questo, un grazie va ar Signore!
Quanno che l’artiggiano è intelliggente,
lavora co’ fierezza e co’ l’onore
ma soprattutto è ‘n omo indipendente.
Giacomo Antognarelli
A&M: la sorprendente storia del merletto chiacchierino
"Alcuni lo chiamano frivolité alla francese, per altri è uno strano lavoro a metà strada tra il macramè e l'uncinetto; a detta di molti è un'imitazione del punto festone del ricamo; qualcuno lo confonde con il punto fiandra a tre paia del tombolo di Gorizia e qualcun altro lo reputa solo un passatempo per bambini. È anche detto "lavoro a navetta'', benché si possa ottenere anche con un ago o un uncinetto o perfino senza alcun attrezzo. Si qualifica come "pizzo vittoriano'' e compare infatti in epoca vittoriana. Fu il passatempo preferito della regina Elisabetta di Romania, ma è anche noto come il "merletto dei poveri''. Viene indicato a volte come ''pizzo chiacchierino'', altre volte (più raramente) come "ricamo chiacchierino''. Il nobile status di Merletto gli è concesso con una certa titubanza, infatti alcuni sono persino pronti a scommettere l'esistenza di una macchina capace di produrre le intricate sequenze di nodini...".
E da questo incipit che il bel libro “Il Chiacchierino è una cosa seria” di Ninetta Caruso si addentra nel mondo di questa tecnica di tessitura illustrandone aspetti, punti e varianti in oltre 100 pagine di schemi ben descritti e corredati di chiarissimi disegni esplicativi. Ce lo ha presentato lei personalmente sabato al Sangallo, nell’incontro centrato su questo argomento.
Prima di lei Luigia Tosin ci ha fatto del chiacchierino un’avvincente panoramica storica ricca di notazioni sui risvolti culturali, sociali e perfino politici che lo hanno visto protagonista.
Sul tavolo accanto alle due relatrici dell’associazione “Ago Filo e Fuselli" di Aprilia, erano esposti campioni di merletto dei tipi più svariati e rappresentativi; fra di essi, montati in una sorta di dépliant espositore, i notevoli pezzi ricreati in base alle ricerche storiche effettuate per la preparazione del libro.
Calorosa l'accoglienza del pubblico.
Arte e Mestieri, conclusa la
mostra di pittura sulle tradizioni
Con una coinvolgente carrellata di poesie scritte e lette per l'occasione dai Poeti Estinti, si è conclusa la mostra di pittura sulle Arti e i Mestieri organizzata da Cittainsieme al Sangallo.
Le 32 opere esposte son state vivamente apprezzate dai visitatori della fortezza nettunese.
Ad arricchire l'offerta culturale della manifestazione si sono svolti diversi eventi di approfondimento alcuni dei quali sono riportati qui di seguito.
la testimonianza di un restauratore
il merletto chiacchierino
cibo e sesso nell'arte
il tombolo di Pescocostanzo