La stagione estiva ha inizio ed i problemi degli operatori restano insoluti
Balneari nel dubbio
La stagione balneare ha avuto ufficialmente inizio con il primo giugno, ma i grandi movimenti verso il mare inizieranno con la chiusura dell’anno scolastico e , come ogni anno, gli stabilimenti ridipinti a nuovo, dopo la tregua invernale, accoglieranno i clienti assetati di sole e di mare. Ma quest’anno non è come gli altri anni e lo si può facilmente rilevare dallo stato d’animo dei titolari delle strutture.
Di fatto, la riapertura avviene in assenza di un titolo legale ad esercitare la concessione governativa per l’utilizzo della spiaggia per usi turistici in quanto il Consiglio di Stato, in attuazione della Direttiva Europea Bolkestein, divenuta legge nel lontano 2010, ha deciso che tutte le concessioni governative relative al Demanio Marittimo, rilasciate e spesso confermate per decenni allo stesso imprenditore, sono decadute in date 31 dicembre 2023.
Il Consiglio di Stato ha ribadito tale decisione in occasione delle delibere emesse da molti Comuni, tra cui quello di Anzio, di estendere la validità delle concessioni fino al 31 dicembre 2024 in assenza di valide giustificazioni. La situazione è generalizzata su tutto il territorio nazionale con casi estremi, come quello del Comune di Soverato in cui gli ex titolari di concessione sono stati denunciati per “occupazione abusiva di area demaniale”per aver mantenuta la presenza di persone e strutture sull’area precedentemente detenuta con titolo di concessione. In teoria, attualmente, qualsiasi cittadino è titolato a entrare in uno degli stabilimento balneari ed installarvisi con sdraio ed ombrellone senza che il gestore dello stabilimento possa legalmente obbligarlo ad allontanarsi.
Questa eventualità non è del tutto peregrina se il 18 maggio ad Ostia una dozzina di cittadini dell’associazione Mare Libero sono entrati in uno dei più noti stabilimenti del Lido di Roma, hanno installato alcuni ombrelloni e occupato spazi dell’arenile con asciugamani e sdraio, senza che nessuno li obbligasse ad allontanarsi. La stagione si presenta quindi problematica e situazioni incresciose ed ingestibili si potrebbero presentare nel corso della stagione estiva. Ed il Governo che fa? Il Governo attuale ha ricevuto la palla dai governi precedenti che da anni rimandano la soluzione del problema perché rimuovere posizioni di vantaggio acquisite in decenni causa una perdita di consenso.
Tentativi di dimostrare che non c’è scarsità della risorsa e cioè che esistono tante altre spiagge che potrebbero soddisfare le richieste di accesso di nuovi imprenditori e quindi rendere la direttiva non necessaria, non sembra reggere e l’Italia è ad un passo dall’infrazione europea ed dal pagamento di multe salatissime. In assenza di decisioni del Governo per definire l’attività di transizione, le modalità di aggiudicazione delle concessioni, i risarcimenti ai concessionari uscenti la tempistica, ogni comune è andato per conto proprio con aggiudicazioni di concessioni a potenti imprese commerciali che con il settore marittimo non hanno niente da spartire. E’ chiaro che il Governo ci metterà le mani dopo le elezioni europee e se non lo fa prima non è una buona notizia per i concessionari attuali che, bene o male, tireranno avanti per questa stagione.
Tutti restano in attesa di quello che potrebbe diventare un grosso affare imprenditoriale, per numero di imprese coinvolte. Le concessioni balneari rendono molto e, come già avvenuto in alcuni casi, la malavita organizzata non perderà l’occasione per dire la sua.
Sergio Franchi
Ora vediamo i danni dell’immigrazione incontrollata
Dai barconi alle nostre città
Il passare del tempo sta mostrando i fatti e la dura e prevedibile realtà. Quella realtà che coloro che non vogliono bene al nostro Paese hanno voluto caparbiamente negare. Chi non ricorda l’On Fratoianni, l’On Magi e tutti gli altri che hanno fatto un viaggio da Roma per andare sul molo di Lampedusa e addirittura a bordo delle carrette clandestine per acclamare coloro che in modo illegale entravano nel nostro Paese? Solidarietà? No, perché la solidarietà si esprime con l’accoglienza e l’approdo illegale sul suolo italiano certamente non è sinonimo di accoglienza che è ben altra cosa e che avviene nella legalità ed in presenza di un costoso sistema ricettivo del tutto inesistente. Salvataggi di naufraghi in mare? Nemmeno, tranne in casi sporadici, perché le navi delle ONG prelevano spesso i migranti a poca distanza dalle coste di partenza. Gli slogan “non è un’emergenza”, “abbiamo bisogno di mano d’opera”, “sono persone non sono numeri”, e così via hanno permesso a qualche centinaio di migliaia di immigrati, contro le regole e contro ogni logica, di riversarsi nel nostro Paese.
La gran parte dei quali senza nessuna possibilità di inserimento sociale e di regolarizzazione e quindi con la certezza matematica di costituire gravissimo danno all’equilibrio sociale il cui prezzo non viene pagato da coloro che abitano nei quartieri bene ma da coloro che abitano nelle periferie. Trasmissioni televisive ed indagini ci raccontano ogni giorno di coloro che occupano abusivamenteabitazioni destinate a cittadini che attendono una casa popolare da anni. Le interviste che vengono strappate a quei poveri disgraziati ribadiscono che loro sono proprio quelli che Fratoianni e company andavano ad applaudire a Lampedusa. Gli stessi che presidiano le stazioni delle grandi città e che violentano, derubano e uccidono. Basta chiedere loro come sono arrivati nel nostro Paese e la risposta è, nella stragrande maggioranza dei casi, “dai barconi provenienti dalla Libia e dalla Tunisia”.
Poi ci sono coloro che hanno avuto la “fortuna” di entrare nel giro dello spaccio della droga che certamente non patiscono la fame e coloro che vengono trattati come animali e si spezzano la schiena a raccogliere pomodori. Pochi sono coloro che riescono ad inserirsi nell’edilizia o nei servizi, tutti rigorosamente in nero. Il degrado in cui vivono e costringono a vivere intere zone ed interi quartieri, in cui nemmeno la Polizia ha il coraggio di entrare, è ormai realtà quotidiana. Il menefreghismo con cui interagiscono col sistema legale del nostro Paese si legge nei reiterati ed elusi ordini di espulsione che diventano “non doveva essere in Italia” ogni volta che ci scappa il morto. Le migrazioni sono eventi che è molto difficile governare ma vi sono organizzazioni governative che ne subiscono gli effetti deleteri meno di altre. Certo non aiuta a gestire il fenomeno l’atteggiamento autolesionista di frange consistenti della società, il cui scopo non è certamente quello di aiutare i migranti, ma solo quello di alimentare il disagio sociale che resta sempre un elemento antagonista dei deboli governi che si sono susseguiti in Italia. Ogni tentativo, come quello dell’hotspot in Albania è stato subito bollato come deportazione e quindi con l’epiteto di fascista al Governo che lo ha concepito.
Deportazione per migranti non ancora approdati in Italia. Ma allora quanto fascista deve essere il Governo inglese, alla cui democrazia non ci stanchiamo mai di riferirci, se cittadini clandestini che sono sul suolo Inglese vengono prelevati e di peso messi su aerei da trasporto militare e scaricati in campi di detenzione in Rwanda a 6400 Chilometri di distanza? E’ legge dello stato e si chiama legge per la deportazione di immigrati illegali. Chi ha voluto contrabbandare illegalità per accoglienza, chi ha voluto creare situazioni gravi e sempre meno controllabili sapendo che il sistema Italia non era capace di assorbire l’impatto sociale di un’immigrazione incontrollata di persone senza nessuna capacità lavorativa, ora dovrebbe essere squalificato politicamente ed invece continua a pontificare ecumenismo ed a far danni al Paese.
Sergio Franchi
La destra fallisce
Quanto sta accadendo negli ultimi giorni nelle nostre due città, con fenomeni di microcriminalità sempre più diffusi, come scippi, rapine e spari nella notte, che purtroppo si susseguono da mesi, certifica l’ennesimo fallimento della destra e il totale disinteresse di costoro per Anzio e Nettuno. Difatti, dopo lo scioglimento di entrambe le amministrazioni di centrodestra per infiltrazioni della malavita, ci si sarebbe attesi un rafforzamento delle forze dell’ordine e invece, nonostante gli appelli dei sindacati di polizia, nulla è accaduto.
In sostanza al fallimento delle amministrazioni comunali di destra si aggiunge quello del governo Meloni, che dopo i soliti proclami sulla sicurezza, ha sostanzialmente abbandonato i nostri concittadini al proprio destino. Sono infatti passati mesi dagli scioglimenti, mesi durante i quali i fatti di microcriminalità hanno avuto una escalation, eppure Piantedosi, sempre lui, non ha fatto assolutamente nulla per agire sulle ancestrali scarsità numeriche e di mezzi delle nostre forze dell’ordine.
Questo dimostra, laddove ce ne fosse ancora bisogno, che per la destra, Anzio e Nettuno sono solo territori di conquista su cui fare semplicemente incetta di voti e per i quali non hanno nessun interesse reale.
Roberto Alicandri