LA RUBRICA DI GIUSY
Come vivo Aprilia
Vivo in questa piccola frazione di Fossignano, fin da piccola, non compresi perché i miei genitori mi portarono da una grande città come Roma, in una campagna, dove malapena c’erano strade di brecciolino, era più il tempo ginocchia sbucciate che sane.
Ero piccola e spensierata forse limitata ad avere amici, quei pochi andavano bene, perché le poche parole e i silenzi delle campagne sembravano essere rincorsi dai fantasmi.
Ho frequentato scuole dove erano case abilitate a scuole, a volte pensavo a quanto mi mancasse la mia vera scuola della mia grande città.
I ricordi li ho sempre ascoltati con una certa tristezza nel cuore, anche perché intorno non c’era molto da vedere. Questa frazione ha sempre avuto in me ricordi che suonavano strano come un violino scordato, perché anni e anni, non c’è stato mai un vero divertimento per i giovani, mi ricordo che ci fu una discoteca chiamata Duing chiusa dopo poco per situazioni che ci furono, su richieste dell’ordine e tutela cittadina.
Ho vissuto Aprilia due volte l’anno la festa di San Michele dove quando ero adolescente era la festa che aspettavo sempre, le luminarie, la gente vestita a festa, con bambini che erano sempre in cerca di un giocattolo, visi gioiosi, e ognuno parlava delle opinioni sulla festa, si raccontavano un po' di tutto era un modo per viverla in serenità, le strade affollate un’esperienza commovente, le strade della città erano piene di colori è come dire “APRILIA è VIVA” eccoci tutti insieme per la festa del patrono San Michele.
Il profumo di noccioline calde, con profumi mischiati di panini caldi e ciambelle fritte un’emozione che ti spacca il cuore, vedere famiglie riunite e felici davanti una birra ed un panino, scambiando battute ironiche e forse privi di discorsi, vivere tutto il periodo della festa a pieno senza pensare a nulla, ma essere distratti da tanta bellezza. Mi ricordo ancora più affascinante è il carnevale, cosa dire sfilate di carri infiniti, la magia dei coriandoli dove li ave vi dappertutto, dove c’era la corsa a chi ne aveva de più, vedere bande di adolescenti che si schiumavano dalla testa ai piedi...
Da allora è passato tantissimo tempo, il tempo a volte è come un aereo, non ho visto crescere questa città ma solo ogni anno passi indietro, tutto mi stupisce, è stato un colpo al cuore vedere una città o paese come vogliamo chiamarlo di 78mila abitanti non avere le luminarie natalizie il degrado psicologico perché avere una città colorata è sempre di buon auspicio, vorrei capire cosa farà il nostro Primo Cittadino, spero nel mio cuore che non ci toglierà la festa più bella dell’anno il nostro San Michele riducendo al minimo e tagliare la festa a metà.
Ma la mia voce interiore grida un cambiamento, far ritornare in piazza i ragazzi, far ballare grandi, ragazzi e piccini, cercando di organizzare in piazza musica anni 90 come un buon auspicio anche per le attività, bar e paninoteche, per far sì di attirare persone nella nostra città, non creare deserti.
Veramente incredibile come questa città può dare tanto, a volte sembra che nessuno voglia esprimere nulla, forse manca chi comunica sopra alla loro spalla, non comprendendo la necessità di qualcun’altro, la mia reazione di un paese fantasma, come un libro vecchio ingiallito, ogni tanto lo sfogli al volo, ma ci sono solo ricordi e con la speranza “Che tutto possa cambiare”.
Giusy Masi
Appuntamento il 3 maggio nella Sala Manzù
100 anni di Basaglia
L’iniziativa si svolge nell’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia (1924-1980) noto psichiatra e neurologo che ha rivoluzionato la psichiatria italiana e ha ispirato la Legge 180/1978, che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici.
Ciò ha fatto dell’Italia il primo paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici.
L’evento si pone l’obiettivo di raccontare e riflettere sulla rivoluzione collettiva avviata dallo Psichiatra nel campo della salute mentale, attraverso la visione del docufilm “Trieste racconta Basaglia” (54’, Italia 2012), scritto e diretto dalla regista Erika Rossi, vincitore al Trieste Film Festival, Premio del pubblico al festival Lo Spiraglio di Roma, e selezionato in vari festival internazionali.
La regista Erika Rossi, al termine della proiezione, interverrà online per un’intervista sul suo lavoro e sulla sua esperienza. Nata a Trieste nel 1974, si trasferisce a Milano dove si specializza presso l’Alta Scuola di Ideazione e Produzione audiovisiva dell’Università Cattolica. Negli ultimi dieci anni ha raccontato storie provenienti dal suo territorio, collaborando con diverse realtà indipendenti del Friuli Venezia Giulia e affermandosi come autrice a livello internazionale. Al momento è impegnata nella presentazione del suo ultimo docufilm “50 anni di CLU”, che racconta la storia della Cooperativa Lavoratori Uniti, fondata a Trieste da 16 pazienti dell’Ospedale Psichiatrico e da altri 12 soci fra medici, psicologi e infermieri.
Seguirà uno spazio di condivisione e confronto tra i partecipanti e un aperitivo offerto dall’Associazione.
Vi aspettiamo venerdì 3 maggio alle ore 17.00 presso la Sala Manzù della Biblioteca comunale di Aprilia.