Pubblichiamo la lettera dell’ex assessore all’urbanistica e sindaco Rosario Raco in merito al contenzioso tra le società del gruppo Salini ed il Comune di Aprilia
La verità di Raco sull’esproprio a Salini
In questi ultimi decenni le più grandi metropoli del mondo sono state oggetto di analisi approfondite al fine di ricercare soluzioni innovative per renderle più attrattive e più vivibili. Il Parlamento europeo ha varato il 10 febbraio del 2021 il suo Dispositivo per la ripresa e la Resilienza che si poggia su alcuni pilastri fondamentali, tra i quali la coesione sociale e territoriale, la transizione verde.
All'inizio degli anni novanta del secolo scorso, ben vent'anni prima delle iniziative dell'Unione Europea, l'amministrazione di Aprilia ha iniziato un percorso che rompeva con il passato, dove chi produceva cemento e chi speculava sulle aree fabbricabili, e chi soprattutto andava all'assalto delle aree esterne progettando lottizzazione abusive nelle aree agricole di maggior pregio, univano le loro forze per ottenere facili guadagni. Tra i progettisti delle lottizzazioni in zone agricole molti tecnici legati ad alcune correnti del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana che successivamente sono diventati amministratori del Comune con incarichi ai massimi livelli.
Nel decennio degli anni novanta l'amministrazione comunale di cui facevo parte con l'incarico di vicesindaco con le deleghe all'urbanistica, assetto del suolo, e grandi opere pubbliche e successivamente come sindaco, aveva definito un programma preciso per la realizzazione delle aree verdi del centro urbano. Un programma che nelle prima fase prevedeva opere di risanamento igienico-ambientale e successivamente la presa di possesso, l'esproprio e la realizzazione delle aree verdi attrezzate per il tempo libero.
La parte centrale della città, dove grossi gruppi romani, durante il piano di fabbricazione varato dall'amministrazione comunale nei primi anni sessanta, avevano realizzato costruzioni intensive senza servizi e senza spazi pubblici per il tempo libero. In pratica il loro obiettivo era la realizzazione del massimo profitto. Pertanto gli stardards urbanistici non rientravano nei loro progetti.
Per avere una visione chiara del problema esistente nella sottozona zona C1 di P.R.G. via Giovanni XXIII, Gramsci, Volturno e Mille è sufficiente leggere l'attestato firmato dall'ingegnere capo del Comune Luciano Giovannini dove nell'area di appena 45 mila metri si potevano realizzare appena 90 mila metri cubi. Invece le società della Salini avevano già realizzato ben 124 mila metri cubi, senza realizzare gli standards previsti dalla legge 1444 del 1968.
Il PCI-PDS, che aveva nel suo programma elettorale la realizzazione di aree verdi e servizi per aumentare la qualità della vita e dare quegli spazi di coesione sociali necessari, che non sono mai stati nemmeno ipotizzati nel corso di quasi 30 anni, ha operato per raggiungere un obiettivo indispensabile: la realizzazione delle zone verdi previste dal P.R.G. del 1971. Pertanto con decisione è iniziata la bonifica delle aree nel centro cittadino abbandonate al degrado. Inizialmente è stata effettuata la bonifica e successivamente realizzate aree verdi attrezzate per il tempo libero a disposizione di tutti i cittadini. La vita sociale è cambiata in modo positivo e le nuove aree pubbliche trasformate e riqualificate sono diventate punti di aggregazione per i giovani e le famiglie dei vari quartieri.
Tutte le procedure dell'amministrazione comunale sono state improntate al massimo rispetto delle norme in materia e alle delibere emanate dal Consiglio Comunale nel corso degli anni.
L'unica società o gruppo di società che ha instaurato un contenzioso lungo e snervante contro il Comune di Aprilia è stata la Salini, che ha chiamato in giudizio il Comune e personalmente il sottoscritto presso la magistratura amministrativa e penale. Tutti i ricorsi proposti sono stati rigettati. Soltanto il Consiglio di Stato con sentenza n. 4702/2000 ha giudicato illegittima l'occupazione d'urgenza per il tempo previsto nell'atto deliberativo di quattro anni invece di tre come prescrivono le leggi vigenti in materia.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio sezione staccata di Latina in data 29 settembre 1999 ha emesso la sentenza sui ricorsi presentati dalle varie società della Salini che erano ben undici, due sono stati dichiarati improcedibili, uno inammissibile, ed otto sono stati respinti.
Per quanto attiene il periodo dell'occupazione d'urgenza di quattro anni, i Magistrati del TAR di Latina nel rigetto delle doglianze delle Società Salini esprimono precise ed inconfutabili motivazioni: "E' evidente, però, che tale dilatazione del termine per la sola occupazione non corrisponde affatto alla volontà dell'Amministrazione e costituisce un, mero errore materiale, ictu oculi riconoscibile, commesso dal redattore della seconda deliberazione il quale, in concreto, si è frettolosamente limitato a riscrivere l'espressione contenuta nella deliberazione precedente, senza soffermarsi a considerare l'inutilità della ripetizione e la circostanza che comunque era trascorso qualche mese dalla data in cui il termine finale era stato definitivamente stabilito con atto esecutivo. Non si tratta, pertanto, di un vizio della volontà a dar origine ad una illegittimità, bensì di una fortuita divergenza tra l'idea e la sua rappresentazione, chiaramente percepibile da chiunque legga gli atti in buona fede, e non idoneo a modificare il termine massimo di durata dell'occupazione che comunque è rimasto quello stabilito in occasione della dichiarazione della pubblica utilità.
Tale errore materiale è emendabile dalla stessa Amministrazione con il procedimento di correzione da attivare a richiesta di chiunque possa avervi interesse ma di certo non è di per sé idoneo a giustificare l'annullamento giurisdizionale dell'atto che lo contiene (Cfr. in argomento Cons. Stato Sez. V 10 giugno 1982 n. 522, VI Sez. 5 settembre 1996 n. 1181 e IV Sez. 23 dicembre 1998 n. 1907)".
La Soc. Salini Costruttori p.A. e la Soc. Iniziative Immobiliare Italiane p.A inoltrano ricorso al Consiglio di Stato che, malgrado la minuziosa analisi dei Magistrati del TAR di Latina e i pronunciamenti precedenti delle Sezione del Consiglio di Stato Sezioni V, VI, IV, annullano la delibera della Giunta Comunale del 20 novembre 1998 n. 945 che ha autorizzato l'occupazione di urgenza.
La domanda a questo punto sorge spontanea: l'annullamento della delibera di giunta di occupazione di urgenza poteva modificare la destinazione d'uso dei luoghi (Pascolo e Vigneto) e il conseguente decreto di esproprio con il deposito delle somme alle varie ditte intestatarie con deposito delle somme nella Cassa Depositi e Prestiti di Latina?
E se la risposta a questa domanda è NO perché il magistrato del Tribunale Civile di Latina Dott. Mario Tanfema ha posto al perito ing. Giuseppe Ferrari il seguente quesito? "Valuti il CTU l'esatto ammontare del danno alla stregua del valore di mercato del suolo alla data in cui si è verificato l'illecito, considerando che detto valore di mercato va ragguagliato a quello di aree con caratteristiche di edificabilità derivanti dalla inclusione nella sottozona Cl intensiva (2,0mc/mq)".
"Valuti il CTU l'esatta quantificazione del danno dovuto in relazione al valore di mercato che l'area aveva quando l'amministrazione si è immessa nel possesso delle aree (26 febbraio 1999), in relazione al danno patito per il mancato godimento dell'area stessa ed in relazione all'indennità dovuta per il periodo di occupazione".
In pratica con questo quesito il giudice monocratico del Tribunale Civile di Latina esprime un preciso giudizio sulle conclusioni del procedimento in corso. Tutto ciò non tenendo conto delle leggi urbanistiche, sul Piano Regolatore di Aprilia e sulle variante decise dal Consiglio Comunale per quanto attiene il verde e i servizi indispensabili ad una città moderna.
Tutti i quesiti posti in questa nota dovrebbero essere sottoposti alle autorità preposti al controllo perché valutino se vi sono stati comportamenti contrari ai doveri d'ufficio che hanno provocato danni notevoli alla città di Aprilia ed ai suoi cittadini.
Una nota dettagliata corredata di vari documenti (allegati) è stata inviata al segretario generale del Comune al Presidente del Consiglio ed ai capigruppo consiliari.
Aprilia, 19 aprile 2024
Rosario Raco