Intervista al capogruppo grillino al Consiglio comunale Massimiliano Villani
M5S e PD lontani a Pomezia
A Massimiliano Villani capogruppo in consiglio comunale del Movimento Cinque Stelle di Pomezia rivolgiamo alcune domande.
Per la cronaca l’intervista è avvenuta prima della fuoriuscita dal gruppo consiliare del M5S di quattro consiglieri comunicata il 31 luglio del 2022 e per questo non è stato oggetto di domanda al capogruppo Villani.
- Villani si aspettava le elezioni politiche anticipate al 25 settembre prossimo? Quali secondo lei le cause?
“Non me le aspettavo, devo essere sincero, anche perché, coerentemente con il mandato ottenuto dagli italiani nel 2018, il Movimento 5 Stelle aveva presentato al Premier Draghi un’agenda di impegni, da mantenere da qui a fine legislatura, rimanendo leale all’esecutivo in carica.Impegni verso i quali un Governo di unità nazionale onestamente non poteva voltare le spalle, considerato il momento delicato del Paese e le ragioni per cui lo stesso Governo era stato formato.Li voglio ricordare puntualmente: aiuti straordinari a famiglie e imprese (per il caro bollette, l’inflazione, il cuneo fiscale); stop alla precarietà (incentivi ai contratti a tempo indeterminato); salario minimo (per aiutare più di 4,5 milioni di lavoratori che oggi non ce la fanno ad arrivare a metà mese); superbonus del 110% (sblocco cessioni del credito); il cashback fiscale (lotta all’evasione); no a nuove trivelle (puntare forte su investimenti nelle fonti rinnovabili); reddito di cittadinanza (occorre migliorarlo non abbatterlo); rateizzazione cartelle esattoriali (per i debiti iscritti al ruolo, aiutando famiglie e imprese ad andare avanti in questo momento di crisi); maggiore rispetto per il Parlamento.Mi dica lei se questi punti, sui quali si è chiesto l’impegno del Governo, possano essere considerati così lontani dal mondo e dalle esigenze degli italiani.Poi i voti in Parlamento li abbiamo visti tutti, c’è chi ha voluto sfruttare il momento per assecondare i sondaggi (il centrodestra, non certo il M5s) e sperare di poter governare il Paese alla prossima tornata elettorale.Poi credo che lo stesso Draghi si sia messo in fuori gioco da solo, forse impaurito da un autunno che su molti fronti si preannuncia caldissimo, bocciando l’agenda sociale presentata dal M5s e umiliando di fatto tutti gli italiani che attendono risposte, con atteggiamenti e una comunicazione sprezzanti.Prendo in prestito le parole del prof. De Masi, il quale ha affermato che “ci sono oltre 13 milioni di nuovi e vecchi poveri: è l’unico settore della società senza un partito”: ecco, forse il M5s è l’unico interprete di questa lotta di giustizia ed equità sociale, laddove anche la sinistra ha definitivamente fallito.
- La segretaria del Pd locale Eleonora Napolitano dice che il suo partito non vuole allearsi con voi. Lei che cosa ne pensa? Certo Pd e M5S uniti avrebbero molte più probabilità di vincere le elezioni amministrative del prossimo anno.
“Guardi, su quanto detto dalla segretaria del Pd pometino mi sono già espresso proprio in risposta a questo fantomatico “prendere posizione”.Vede, si può prendere posizione in un contrasto di opinioni oppure in merito a un problema, ma il M5s con il Pd, al di là di una normale dialettica istituzionale, non ha mai parlato di alleanze: su alcuni temi portati in Consiglio comunale c’è stata convergenza, sicuramente, ma non altro e con nessuna formazione politica.
Quindi davvero faccio fatica a comprendere le parole della Napolitano, tra l’altro mi pare non riprese ufficialmente neanche dai consiglieri Mengozzi e Zanin...un po’ un buttarsi avanti per capire che succede.Non sono certo che l’unione tra PD e M5S possa garantire un aumento delle possibilità di vittoria. A Pomezia conoscono tutti il Partito Democratico e le macerie che ha lasciato nella nostra Città, prima dell’avvento del M5s. L’operazione “maquillage” a cui si è sottoposto il Pd, d’altra parte, è stata fondamentalmente di facciata e al suo interno rimangono ancora ben salde vecchie conoscenze. Ci sonopoi differenze sostanziali tra i due schieramenti, sia sotto il profilo dei valori di riferimento che della visione della Città, e ripeto il discorso alleanza non è stato nemmeno abbozzato.Infine, mi lasci dire che c’è anche bisogno di una campagna elettorale che vado al centro dei problemi delle persone e ne individui le soluzioni e purtroppo devo constatare che il Pd, specie nelle ultime settimane, si sia volutamente direzionato sulla propaganda spinta alla ricerca del consenso, speculando su incendi e crisi idrica, tra post e video di campi andati a fuoco (come purtroppo questa estate torrida sta causando in tutta Italia) e aiuole con sistemi di irrigazione posizionati non perfettamente.”
- Da soli o in coalizione avete deciso chi sarà il vostro prossimo candidato a Sindaco? Sarà riconfermato il sindaco Zuccalà?
“Il percorso che porterà alla comunicazione del prossimo candidato Sindaco è iniziato e tutte le valutazioni sono in corso: sicuramente il Sindaco uscente Zuccalà, che ha dimostrato esperienza e capacità in questi anni, rientra a pieno titolo nel novero delle candidature. Detto questo, ad oggi rappresentiamo senza dubbio l’unica forza politica in grado di catalizzare l’attività civica sul territorio ed avere la credibilità per esserne il punto di riferimento. Al momento non abbiamo preso in considerazione alcun tipo di alleanza, anche perché gli scenari sono tutti ancora molto fluidi e alcuni direi anche molto insoliti e scioccanti.Prenda ad esempio le dichiarazioni del dem Marcucci che non solo ha rinnovato la sua stima verso Brunetta e Gelmini, ma ha anche annunciato l’apertura di un dialogo con pezzi di Forza Italia; oppure quelle del segretario del Pd Letta che vorrebbe creare un asse unico anche con Calenda, Di Maio e Renzi.Insomma, per il Partito Democratico sembra che lo slogan sia diventato “chi ci sta, ci sta” e che l’importante (per ora, spero) sia solo la costruzione di ammucchiate, ma non si parla di programmi e di soluzioni ai tanti complessi problemi sul campo.Vedremo se questo modo di fare coinvolgerà anche il Pd locale.Noi, per fortuna, con tutte le nostre criticità, siamo altro”.
- Lei lavora a Roma e ben conosce le difficoltà nella raccolta e smaltimento dei rifiuti della Capitale. A prescindere da dove venga realizzato è favorevole alla costruzione di un termovalorizzatore nel comune di Roma? Ci potrebbero essere delle valide alternative alla sua realizzazione?
“Sul termovalorizzatore, o più precisamente inceneritore, penso siamo stati da subito chiarissimi: si tratta di una tecnologia obsoleta, contraria ai principi dell’economia circolare e della transizione ecologica, una soluzione tra l’altro costosissima che fa danni all’ambiente e alle persone.Ovunque si faccia: non è che possiamo prendere una posizione ambigua, come hanno fatto invece altre forze politiche, identificando cittadini di serie A e cittadini di serie B i cui territori si possono violentare a piacimento.È ovvio che siamo assolutamente contrari alla sua realizzazione alle porte del nostro Comune, che per l’ambiente e la raccolta rifiuti ha fatto tantissimo negli ultimi 9 anni ed è un modello virtuoso, con la Tari tra le più basse in assoluto.Quando il Sindaco Zuccalà ha risposto a Gualtieri, invitandolo a costruire un inceneritore nei pressi del Colosseo, è ovvio che si poneva con una provocazione, perché questi impianti, al penultimo posto delle linee guida europee, non posso essere “green” come vorrebbe far credere il Primo Cittadino di Roma.
Le alternative? Intanto ripartire da quanto di buono era stato fatto dall’Amministrazione Raggi che aveva rimesso in regola i conti, acquistato mezzi nuovi, assunto nuovi lavoratori, progettato la realizzazione di nuovi impianti e infine messo nero su bianco un piano industriale da 340 milioni di euro. Inoltre, è falso che l’inceneritore sia l’unica soluzione percorribile per gestire in maniera ottimale il ciclo dei rifiuti, così come è pura utopia pensare di progettare, appaltare i lavori, costruire e rendere operativo un inceneritore nel giro di appena due anni e mezzo.Questo significa prendere in giro i cittadini romani che, comunque, vedrebbero ancora per tanto tempo in strada tonnellate di rifiuti e la Città nella morsa del degrado.
Ci sono altri impianti, come quelli basati sull’ossicombustione, ad oggi prototipi operativi (come quello di Gioia del Colle), capaci di bruciare i rifiuti ‘senza fiamma’, nei quali il processo di combustione non avviene in atmosfera di aria (come negli inceneritori) ma in presenza di solo ossigeno (prodotto nell’impianto), a una pressione di 5-6 bar e ad una temperatura di circa 1430°C. Ecco perché in queste condizioni si parla di un processo “senza fiamma”, perché a differenza della combustione la “fiamma” è incolore, in quanto non c’è produzione di particolato e sostanze solide.Così, le sostanze organiche sono ossidate totalmente. Mentre l’incenerimento produce ceneri tossiche e fumi inquinanti, l’ossicombustione produce anidride carbonica pulita e materiale vetroso inerte che può essere utilizzato ad esempio come materiale da costruzione.Potrebbe essere una tecnologia da approfondire per il caso di Roma”.
A.S.