La Giunta di Ardea ha deliberato di dedicare una strada all’artista sepolto ad Ardea
Piazzale Franco Califano
Una strada per Franco Califano. È l’iniziativa promossa dalla Giunta comunale di Ardea, presieduta dal sindaco Maurizio Cremonini, per denominare l’area antistante il Comando della Polizia Locale (già Casa-Museo dedicata a Califano) adiacente alla via Laurentina con il nome di “Piazzale Franco Califano”.
Tra i vari ricordi, il maestro Califano nel 2005, partecipò al Festival di Sanremo con il brano “Non escludo il ritorno”, classificandosi al sesto posto: il titolo della canzone, tra l’altro, è l’epitaffio funebre riportato sulla lapide della tomba che si trova nel cimitero di Ardea.
“Il Comune di Ardea – si legge nella delibera - è particolarmente legato alla figura del cantautore, poeta e produttore discografico italiano Francesco detto “Franco” Califano, nato a Tripoli il 14 settembre 1938, morto a Roma il 30 marzo 2013 e sepolto nel cimitero comunale di via Nazzareno Strampelli, ad Ardea, per sua espressa volontà. Il nostro Comune, oltre che essere il luogo di sepoltura dell’artista italiano, ospita anche la “Casa-Museo” di Califano, mèta di visitatori da ogni parte d’Italia, ricca di oggetti appartenuti al cantautore e piena di ricordi riconducibili allo stesso. Franco Califano, nella sua lunga carriera artistica, ha scritto complessivamente oltre mille opere tra poesie e canzoni, sia per sé stesso che per ulteriori artisti, pubblicando contestualmente anche 32 album musicali. Il cantautore, durante la sua carriera, ha venduto milioni di dischi e ha collaborato con artisti del calibro di Mina, Mia Martini, Renato Zero, Ornella Vanoni, Toto Cutugno, Patty Pravo, Peppino Di Capri e molti altri. Il legame con la comunità di Ardea, fin dalle ore successive alla sua morte, è stato sancito dalla volontà dell’artista, di essere sepolto nel cimitero di Ardea accanto al fratello e al nipote. Una decisione resa nota dai suoi amici proprio in occasione del decesso, avvenuto improvvisamente nella sua abitazione di Acilia (Roma). Tale legame con la figura di Califano si è rafforzato non solo con l’allestimento della Casa-Museo originariamente ospitata in via Laurentina e ora visitabile nei locali di via Catilina, nel centro storico di Ardea, ma anche grazie alle innumerevoli iniziative che, di anno in anno, sono state organizzate proprio su questo territorio per ricordare l’artista e le sue qualità professionali. Intanto questa Amministrazione, fin dal suo insediamento, ha voluto rafforzare anche il legame di amicizia con il Comune di Pagani, in provincia di Salerno, terra d’origine della famiglia di Califano, predisponendo le basi per un gemellaggio fra le due comunità cittadine”.
BIOGRAFIA
Franco Califano nasce il 14 settembre 1938 a Tripoli, dove il padre Salvatore (di Pagani), in servizio nel Regio esercito, e la madre Jolanda Ianniello (di Nocera Inferiore) risiedevano da alcuni mesi, avendo già una figlia, Liliana. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia rientrò a Nocera Inferiore per alcuni anni.
In seguito, a guerra conclusa, la famiglia si trasferì a Roma, dove nacque Guido, l’ultimo figlio, e dove poco tempo dopo il padre Salvatore morì prematuramente. Dopo le scuole dell’obbligo passate prevalentemente in collegi ecclesiastici per volere dei suoi genitori, tra i quali il Collegio Sant’Andrea ad Amalfi, si iscrisse a un corso serale di ragioneria presso l’ITCG Ludovico Ariosto perché “rapito” dalla vita notturna non riusciva a essere puntuale ai corsi mattutini. Contemporaneamente agli studi cominciò a scrivere poesie ma, dopo aver preso coscienza che scrivere versi non gli avrebbe fruttato il guadagno sperato, cominciò a scrivere testi di canzoni e la sua crescente fame di novità lo portò a sperimentare differenti generi musicali, dalle ballate popolari sino agli standard americani. Nello stesso tempo esordì nei fotoromanzi trasferendosi da Roma a Milano collaborando con le edizioni di Grand Hotel e Lancio.
Rientrò comunque subito nella capitale e a 19 anni si sposò con Rita Di Tommaso: da questa relazione nacque la figlia Silvia, dalla quale avrebbe avuto la nipote Francesca. Proprio ad Ardea, poco dopo la sua morte, venne allestita una Casa-Museo piena di cimeli e di ricordi appartenuti all’artista e ai suoi amici più cari, tutt’oggi visitabile.
Nella sua carriera artistica, vale la pena ricordarlo, Califano ha inciso 33 album, collaborando con compositori del calibro di Ennio Morricone, Bruno Martino, Carlo Pes, Claudio Mattone, Gianni Bella, Toto Savio, Augusto Martelli, Dario Baldan Bembo, Alberto Laurenti e Sergio Bardotti.
Scrisse oltre mille canzoni per altri colleghi, fra cui figurano Mina, Renato Zero, Gianni Morandi, Edoardo Vianello, Ricchi e Poveri, Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino Di Carpi, Michel Fugain, Robert Plant, Alain Delon, Francis Lai, Caterina Caselli, Loretta Goggi, Fred Bongusto, Frank Sinatra, Stevie Wonder, Milva, Fiorella Mannoia, Umberto Bindi e Massimo Ranieri.
L’Università di New York lo ha insignito della Laurea Honoris Causa in Filosofia “per aver scritto - si legge nella motivazione - una delle più belle pagine della Canzone Italiana”.
Sabatino Mele