- Quali erano i suoi rapporti con il mondo del lavoro?
“Durante il famoso ’68, io giovane Sindaco, mi sono trovato in una zona industriale in pieno fermento ma che seguivo con impegno assoluto, perché partecipavo a tutte le manifestazioni sindacali ed ero vicino ai lavoratori per la mia forma mentale. Infatti nel 1964 avevo fondato il circolo ACLI che era l’associazione dei lavoratori cristiani e nel mondo sindacale ci stavo abbastanza bene e fu in quel periodo che andai a finire sulle pagine della stampa non solo italiana, ma anche americana, tanto che il giorno successivo Giulio Andreotti mi telefonò per sapere che cosa era successo e perché mi ero messa la fascia tricolore e avevo requisito la Litton Italia che era una azienda americana. Io gli spiegai che la Litton aveva compiuto una azione di chiusura della fabbrica buttando fuori tutti i lavoratori. Io non potendo operare in altro modo non feci altro che mettermi la fascia tricolore e presentarmi ai cancelli della fabbrica e in nome del popolo italiano requisire la stessa fabbrica facendo entrare tutti i lavoratori. L’onorevole Andreotti , che poi seppi era stato chiamato anche dall’ambasciatore americano in Italia, mi chiese se non ero impazzito, al che revocai immediatamente il sequestro della fabbrica che a sua volta ritornò alla normalità. Questo episodio mi diede grande rispetto nella città e tra i lavoratori. Mi interessavo anche delle loro esigenze familiari. Allora in tante famiglie già lavoravano mariti e mogli e per questo diedi vita agli asili comunali e feci fare le sezioni che aprivano alle 7.00 di mattina e chiudevano alle 18.00, garantendo quindi un importante servizio alle famiglie. Per avviare tanti ragazzini allo sport, con l’assessore Antonio Panaccione e l’amico Sandro Palazzotti, vennero costituiti i Centri Olimpia. Organizzati dal Comune, questi centri indirizzavano i ragazzi a tutte le attività sportive. Le famiglie versavano al Comune una quota di iscrizione e con questa l’amministrazione pagava gli istruttori. Dopo un po’ di tempo gli istruttori pensarono bene di gestire direttamente tali centri, incassando direttamente le quote perché cosi facendo guadagnavano di più, ma in tal modo hanno fatto chiudere questa iniziativa comunale. In quel periodo io e l’assessore Panaccione ci adoperammo a intensificare i rapporti tra i giovani di Pomezia e i ragazzi della città tedesca di Singen che venivano a curare il loro cimitero di guerra. Fummo noi due e nessun altro che promuovemmo il gemellaggio con Singen che poi io, in qualità di primo cittadino di Pomezia, sottoscrissi nel 1974 con il borgomastro Mohrle . Nel 1978 lasciai la poltrona di Sindaco e nel 1979 fui eletto consigliere regionale subentrando, perche ero stato il secondo tra i non eletti della lista della Dc, e ci sono stato fino alle elezioni del 1980, dove non fui rieletto perché penalizzato da un gioco di squadra e non da una reale quantità di voti ottenuti. In quella mia breve esperienza di consigliere regionale, facendo parte della prima commissione che si interessava di lavori pubblici, urbanistica e trasporti, partecipai alla famosa legge sulla sanatoria edilizia e alla formazione di varie leggi che riguardavano l’urbanistica, inoltre ci interessammo anche del passaggio delle ditte di trasporto private alla Stefer prima e Acotral dopo. Quando nel 1980 non fui più rieletto alla Regione sono rientrato nella vita politica pometina facendo altre due volte il Sindaco, poi l’assessore e il consigliere comunale, lavorando per questa città dove ritengo di avere dato il massimo delle mie capacità lavorative e di avere portato un contributo efficace”.
Antonio Sessa
In Commissione al Senato si vuole abbassare la soglia
Eliminare il doppio turno
Nella Commissione affari costituzionali del Senato è in atto uno scontro tra la maggioranza e le opposizioni su una questione all’apparenza marginale e che invece ha come posta in gioco la sostanziale eliminazione del doppio turno nell’elezione dei sindaci.
Nei Comuni con più di 15mila abitanti, infatti, l’attuale legge elettorale, quella con cui voteremo anche a Pomezia il 14 e 15 maggio, stabilisce che se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta si provvede al ballottaggio tra i due più votati.
La norma che la maggioranza di centro destra vorrebbe introdurre riduce al 40% la soglia per l’elezione al primo turno.
Una percentuale che, vista la compattezza del centro destra a fare coalizioni, rischia di rendere improbabile il ricorso al secondo turno di votazione. Da qui l’interesse dei partiti di governo di fissare una quota che eviti per chi è in testa al primo turno, il pericoloso ballottaggio.
Infatti nel ballottaggio tra i primi due candidati a Sindaco non è per nulla scontata la vittoria di quello più votato al primo turno, anzi, a Pomezia quasi sempre ha vinto al ballottaggio chi si era posizionato secondo.
La legge sull’elezione diretta dei sindaci ha compiuto trent’anni proprio ieri, il 25 marzo.
In questi tre decenni essa ha dimostrato di funzionare piuttosto bene al punto di essere spesso additata come modello. Perché allora cambiarla?
A.S.