Riceviamo e pubblichiamo alcuni punti salienti dell’intervento della sindaca Felici in Consiglio comunale
Il sindaco Veronica Felici, attraverso il suo ufficio stampa, ci ha inviato i punti salienti del suo intervento nel Consiglio comunale del 3 ottobre 2024 nel quale si discuteva la mozione di sfiducia al Primo Cittadino. In questa comunicazione ha voluto puntualizzare le molte e gravi difficolta incontrate nel risolvere le criticità che ha ereditato e anche la sua disamina sul tentativo di mandarla anzitempo a casa.
“Sono diventata Pìprimo cittadino di Pomezia con la consapevolezza che avrei ereditato una situazione difficile non solo per la contingenza politica e di gestione nella quale il Comune versava al momento delle scorse elezioni, ma soprattutto a causa degli atti, delle decisioni prese, delle scelte che la precedente amministrazione aveva impostato e pianificato anche per il futuro della città. E a esprimere questa consapevolezza non ero solo io, ma i cittadini stessi con la loro chiara espressione di voto alle urne. Vorrei, perciò, fare il punto su ciò che ho affrontato e portato a termine in questi 15 mesi da Sindaco della nostra città.
Inizio da un tema che mi sta particolarmente a cuore, quello delle scuole.
Più volte ho fatto presente, anche in questa sede, come la precedente legislatura avesse preferito dare priorità ad altri tipi di interventi in città, rispetto all’edilizia scolastica. A Pomezia si è preferito fare presto e subito le piste ciclabili (che tutti noi che viviamo la città sappiamo non essere indispensabili!) al posto di occuparsi delle scuole, ovvero strutture essenziali per la cittadinanza che sono state completamente trascurate. Da qui noi siamo partiti, abbiamo voluto dare priorità alle scuole, ci siamo dati da fare e a trovare soluzioni per un cambio di passo. Gli obiettivi che alcuni non credevano possibili in merito alle nostre scuole sono stati, invece, raggiunti e si è pianificato per il futuro di Pomezia, in modo che, nell’arco di un paio di anni saremo in grado di avere delle scuole nuove, sicure e dove i nostri ragazzi possano stare bene. O sicuramente meglio di come stavano quando al governo c’era chi mi ha preceduto.
Sia per il tema scuole che per altre questioni non ho mai voluto rispondere alle polemiche strumentali che in questi 15 mesi hanno cercato di infangare il mio operato con alcun atto, se non ricordando questa semplice ovvietà, cioè che non sono io che ho governato la città negli ultimi 15 anni. Però forse è il caso che ora qui, in questa sede di Consiglio Comunale, alcune cose ce le diciamo chiare e tonde. Se parliamo di servizi, abbiamo la“questione dei rifiuti”: cari colleghi dell’opposizione NON potete NON sapere che c’è stato un bando per l’assegnazione della gestione dei rifiuti e quali fossero i servizi previsti dal bando e quindi dal contratto pluriennale ancora da sottoscrivere con la ditta che se ne occupa tutt’oggi. Servizi che, come stiamo vedendo tutti noi e tutti i cittadini, sono incompleti! Ma servizi che noi stiamo cercando di implementare per risolvere definitivamente la situazione “immondizia in città”. Ci sono, però, anche questioni che i cittadini ancora non conoscono, ma che voi colleghi dell’Opposizione - ripeto - conoscete benissimo. C’è una questione scottante che sta per esplodere: a Pomezia stiamo per vivere un vero e proprio “watergate”. Ma nel nostro caso non si tratta del nome di un hotel… Ma di un “affaire” realmente legato all’acqua, ovvero alla fornitura idrica della città e a come sia stata gestita dal Comune negli ultimi 10 anni. Circa oltre 10 anni fa,infatti, il comune di Pomezia era proprietario dell’acquedotto, comprava l’acqua dal gestore “Acea Ato2” e aveva dato l’incarico di riscuotere le spese per il servizio idrico da parte dei cittadini all’azienda Edison.Ad un certo punto, l’amministrazione comunale di allora viene a conoscenza del fatto che tra “comprare” e “vendere” l’acqua c’era una remissione per le casse comunali di circa 350 mila euro e decide di non rivalersi per questi 350 mila euro sulle bollette dei cittadini. Un bellissimo gesto questo! Penserete voi e avete pensato! Ma che se non viene fatto con la lungimiranza e con un programma futuro, è solo una falsa e momentanea illusione: per pochi euro di rincaro sulle bollette per appianare una situazione economica che porta uno scoperto di circa 350 mila euro, questo stesso scoperto si è solo reiterato e aumentato negli anni.
Inoltre, l’azienda Edison, quando c’era qualche guasto o qualcosa da sistemare per quanto riguardava la rete idrica o l’acquedotto, interveniva in completa autonomia e, anziché, fatturare la spesa sostenuta per i lavori eseguiti direttamente al Comune, “scalava” il costo direttamente dalle bollette incassate dai cittadini. Questo, senza che il Comune potesse intervenire o sapere per cosa questi soldi “scalati” dall’incasso delle bollette fossero spesi di preciso da parte di Edison o poter verificare se fosse possibile avere un costo di manutenzione concorrente. Quindi, oltre a non riuscire a coprire i costi dell’acquisto dell’acqua da parte del Comune, si verificava la situazione per la quale gli incassi erano sempre di meno. Ad un certo punto, il Comune di Pomezia decide di togliersi da questa “transazione” di compravendita dell’acqua e di lasciare in mano tutto alle società private, ovvero a Acea Ato2 e Edison. Vien da sé, a fronte di questa situazione,che chi aveva il credito nei confronti del Comune di Pomezia - Acea come soggetto debitore- ha pensato bene di cedere questo credito a un istituto finanziario, una banca, che ha fatto causa al Comune e questo debito è arrivato a 5 milioni di euro! Cosa abbiamo ottenuto da questa causa, persa in partenza? Che i 5 milioni dovranno essere pagati da tutti noi cittadini per una scelta scellerata di chi ha messo la testa sotto la sabbia per anni, cercando il consenso del momento senza voler affrontare i problemi e risolverli per il bene della comunità. Chiusi come eravate nelle stanze del comune. NOI Abbiamo deciso di tornare in mezzo alla gente, di stare veramente al fianco delle persone e di aprire il Comune ai cittadini.Io personalmente l’ho fatto tenendo sin da subito una stretta relazione con i comitati di quartiere, andando in giro per tutte le zone della città a fare sopralluoghiper impostare un programma di riqualificazione delle zone abbandonate;l’ho fatto dando fiducia alle imprese e ai commercianti. E sapete anche come ho aperto il Comune ai cittadini? Con quelle iniziative che tanto criticate e deridete: le feste, le sagre, tutti quegli eventi che fanno comunità, che fanno sì che i cittadini tornino a vivere le piazze della loro città. Poi, certo, c’è chi ne approfitta delle sagre e delle feste per prendermi in giro quando assaggio un prodotto locale o scatto una foto insieme ai cittadini. E lo fa anche in maniera che sfocia nell’offesa personale.Però, non ho mai visto nessuno di voi che con me condividete - anche se con idee diverse - un percorso politico e istituzionale all’interno della città, richiamare al fatto che si stesse esagerando con la presa in giro o con la parodia di me come persona. E ve lo dico onestamente… mi dispiace perché lo vedete anche voi che siamo passati spesso dalla “presa in giro” canzonatoria a cose più pesanti come il body shaming o persecuzioni verbali che se fossero state rivolte a qualsiasi altra persona - per non dire altra donna - sono certa, come sarebbe giusto che fosse, avrebbero sollevato un gran moto di difesa da parte vostra. Nel mio caso, non solo non c’è rispetto per la figura istituzionale che comunque rappresento, ma siete voi i primi a rincarare la dose. Detto tutto questo, torno alla mozione di sfiducia nei miei confronti che nasce da un’azione che tutti conosciamo, masulla quale non mi avete sentito proferire parola, sinora. Parlo ora, ma prima vi vorrei chiedere se vi rendete conto di quanto sia stato squallido aver architettato questa messa in scena dal notaio a fine agosto. Lo definisco “squallido”, non so come voi lo avreste definito al mio posto. Squallido e vi spiego anche perché. Quando si sceglie di fare il sindaco, è vero, si ha la consapevolezza di perseguire una “Missione” nel senso che non c’è orario, non c’è un tempo di lavoro, è un ruolo che richiede una presenza di 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per questo quando un sindaco – che comunque rimane una persona nella sua vita di tutti i giorni - decide di prendersi una settimana di ferie, non tanto per se stesso ma per la famiglia, quella famiglia che molto probabilmente ha trascurato da più di un anno per tuffarsi a risolvere i problemi della città, credo sia un qualcosa che – tra persone civili e per bene - va rispettato e solitamente lo si fa. E nel rispetto di ciò, trovo che aver cercato di far cadere il mio governo proprio nella settimana in cui ho deciso diconcedermi una breve vacanza con la mia famiglia sia stato un gesto meschino e di cattiveria. Perché proprio quella settimana, vi chiedo? Perché non andare dal notaio al mio rientro? O addirittura il giorno prima. Almeno non sarei partita e non avrei rovinato la vacanza a mia figlia! Scusatemi, ma anche io sono una madre di famiglia come tanti di voi sono madri e padri. Tra l’altro, andare dal notaio. Ma dal Notaio? Perché non in quest’aula? Perché non alla luce del sole? Nel luogo dove, più e più volte, avete lamentato con il Prefetto che non vi viene data l’opportunità di lavorare! No… Si è studiato tutto a tavolino... Con un gesto veramente di basso spessore politico e anche umano.
Oggi ci ritroviamo qui perché c’è stato chi ha retto botta e anche perché una tra le persone più distanti da me politicamente ha avuto rispetto delle istituzioni e ha preteso - per quanto fosse in suo potere - di farvi sedere in aula a discutere del perché il mio mandato avrebbe dovuto cessare anzitempo. Con la mia maggioranza siamo uniti nella visione di questa città e, nonostante i momenti di discussione e confronto, sono convita che rimarremo compatti nella risoluzione dei problemi della città. Per questo chiedo a chi ha senso di responsabilità e ha acuore le sorti della nostra amata Pomezia di rimandare al mittente questa richiesta di sfiducia”.
Uff. Stampa Comune