Il Litorale • 1/2019
Pagina 14 di 59
Pag. 14 Il Litorale ANNO XIX - N° 1 - 1/15 GENNAIO 2019
Antivigilia di solidarietà e soste-
gno alla “resistenza socio-cultura-
le” in atto ormai da oltre due mesi
per contrastare gli effetti dell’or-
dinanza di sgombero imposto dal-
l’amministrazione comunale alle
associazioni e organizzazioni che
svolgono le loro attività socio-
culturale, di tempo libero, cultua-
le, artistiche e didattiche all’inter-
no del prestigioso palazzo della
ex Divina Provvidenza di Nettu-
no. Nel giardino del palazzo e an-
tistante il centro anziani e il cen-
tro Primavera è stato allestito un
presepe artistico e su un banchet-
to sono state raccolte le firme.
Nel solo pomeriggio del 23 ne so-
no state raccolte oltre ottocento-
cinquanta a testimonianza della
attenzione e anche dell’appren-
sione con le quali non pochi citta-
dini guardano a questa sconcer-
tante vicenda e alla chiusura al
traffico di via S. B. Menni, che
costeggia il lato sinistro del gran-
de stabile.
Quella che di fatto è una impor-
tante arteria per la mobilità citta-
dina è stata transennata dal 23 no-
vembre e interdetta al transito,
tanto che se si vuole raggiungere
il quartiere S. Barbara, l’ospeda-
le, la scuola di Pubbl. Sicurezza,
lIstit. Tecnico ecc. provenendo
dal centro di Nettuno, di Anzio o
dalla Nettunense, bisogna andare
ad impattare nella strettoia del
Belvedere, cosa che, soprattutto
in questo periodo festaiolo, sta ar-
recando non poco disagio.
Le firme da trascrivere erano due:
una per significare la solidarietà
nei confronti delle associazioni
presenti nel lato nord ovest dello
stabile, la seconda raccolta da un
gruppo di studenti frequentanti
l’Istituto M.C. Colonna/E. Gatti,
che occupa il lato di destra dell’e-
dificio. Questi ultimi temono che
gli effetti dello svuotamento di
quelle storiche mura dal lato nord
e il timore di irregolarità struttu-
rali possa, magari non nell’imme-
diato, comportare una drastica ri-
duzione del numero degli iscritti
e la chiusura dell’istituto con ac-
corpamento ad altra scuola. Non
so quanto questa ‘congettura’
possa corrispondere in qualche
modo alla realtà, ma se così fosse
si arriverebbe a una desertifica-
zione dell’intera area, un ennesi-
mo anonimo ‘non-luogo’, che si
andrebbe ad aggiungere agli altri
nello scenario nettunese, già nu-
trito in tal senso. Se anche il Mar-
cantonio Colonna dovesse essere
accorpato ad un’altra scuola, nel-
lo storico palazzo rimarrebbero
Anche quest’anno, grazie alla col-
laborazione tra il Comitato Fe-
steggiamenti Anzio e l’Arcipretu-
ra della chiesa madre di Ss. Pio e
Antonio, ad Anzio, si è rinnovata
la tradizione di fare un Presepe
Artistico ad Anzio Centro. Aperto
il 24 dicembre subito dopo la
Messa di Mezzanotte, il presepio
realizzato presso la Cappella Pio
IX, subito dopo la sua benedizio-
ne, ha visto la deposizione del
bambinello da parte dell’Arcipre-
te Parroco Padre Francesco Trani
che ha sostenuto questa iniziativa.
Il quadro presepiale realizzato, si
concentra innanzitutto nella cen-
tralità della Natività, della venuta
di Gesù povero e deposto in una
mangiatoia.
San Francesco, che lo volle rap-
presentare per la prima volta nel
1223, alla sua inaugurazione dis-
se: “Fratelli siete accorsi stanotte
per vedere con i vostri occhi la
nascita di Gesù Nostro Signore.
Egli è nato umile e povero e umili
erano le persone che lo hanno
adorato. L’umiltà e la povertà
con le quali Dio si è rivelato al-
l’unanimità sono l’unica via che
conduce al bene assoluto.
In questo sta la perfetta letizia” e,
il Comitato Festeggiamenti An-
zio, si è ispirato proprio a queste
parole per realizzare il presepio di
quest’anno dove, in un ambiente
semplice di un paese montano, si
rinnova la nascita di Gesù e la
semplicità è il filo conduttore del
quadro rappresentato in cui, la vi-
ta quotidiana, venne sconvolta da
questo evento straordinario. Il
presepe quindi, impreziosito da
visioni prospettiche e gesti di vita
quotidiana che danno realismo e
dinamicità a tutta la scena con
l’aggiunta di movimenti elettro-
meccanici e la temporalità del
giorno che in esso scorre, potrà
essere ammirato fino al prossimo
3 febbraio 2019 durante i normali
orari di apertura della Chiesa.
Tito Peccia
La parte oggetto dell’ordinanza è quella che ospita le associazioni culturali
Lo sfratto della Divina Provvidenza
Visitabile fino al 3 febbraio nella chiesa dei santi Pio e Antonio
Presepe artistico
solamente il centro Primaver’ e la
piccola dependance Tenda del
perdono, mentre il destino della
parrocchia S. Barbara rimane, an-
che oggi, alquanto incerto.
In tutta questa vicenda e sulla pe-
nosa situazione culturale nettune-
se, inquieta il silenzio e l’inazione
delle forze politiche locali, che si
avviano alle elezioni di primave-
ra, parlando e facendo alleanze e
intese, esponendo piani più o me-
no regolatori, addirittura decla-
mando sulle vocazioni turistiche:
a parte –se non vado errato- la so-
litaria e rapida dichiarazione di
solidarietà del PD e qualche pere-
grina dichiarazione sulla stampa
locale, non mi pare ci sia interes-
samento sulle vicende in questio-
ne, eppure si è registrato anche
l’onore della TV nazionale con
l’intervento delle Iene di prima di
Natale.
Occorrerà, a giugno, visto che è
proprio necessario, pensare alme-
no cinquanta volte prima di met-
tere una croce su una scheda elet-
torale.
La prossima puntata sarà sicura-
mente il pronunciamento’del Tri-
bun. Reg. Amm.vo al quale alcu-
ne delle associazioni del polo cul-
turale ex Divina Provvidenza si
sono appellate.
Giuseppe Chitarrini
Si parla tanto di appiattimento
culturale, di mancanze di stimoli
per i giovani, di degrado delle pe-
riferie… Si sentiva quindi vera-
mente il bisogno di sfrattare, ergo
chiudere le associazioni culturali
allocate nella Divina Provviden-
za? Le poche, se non le ultime, ri-
maste sul nostro territorio a fare
attività culturale senza scopo di
lucro?
Da trent’anni associazioni come
L’Ibis con i loro corsi di pittura,
scultura, oreficeria ed ebanisteria
hanno fatto sì che l’arte potesse
divenire un linguaggio alla porta-
ta di tutti. Con il loro laboratorio
la signora Gatti ed il professore
Silvestri hanno creato ceramiche
che sono state apprezzate tanto a
Nettuno quanto alla Casa Bianca
mentre il teatro di Antonio Rezza
e Flavia Mastrella, il cui valore
artistico è stato premiato con Il
leone d’oro, ha portato al comune
prestigio e notorietà.
Tutte queste realtà promuovono
cultura in un territorio periferico
come il nostro, lontano dalle gal-
lerie, dalle grandi mostre e dai
grandi teatri del centro di Roma,
diffondendo l’arte per amore del-
la sua conoscenza e soprattutto
rendendola accessibile a tutti.
Lo sgombero ordinato dal com-
missario prefettizio del comune di
Nettuno diviene così un atto cieco
che non tiene conto della storia di
questa cittadina né del valore ag-
giunto che queste attività appor-
tano al nostro territorio.
Vogliamo sperare che non si tratti
di ben altro valore quello che
muove ora lo sfratto delle asso-
ciazioni della Divina Provviden-
za, ovvero non si tratti di quel ti-
po di valore molto più’ materiale
che si cela spesso dietro gli inte-
ressi di qualche quinta imprendi-
toriale o speculativa. Certo è che
la motivazione di non idoneità in
termini di sicurezza dei locali,
usata per giustificare lo sfratto, si
connota come un atto pretestuoso
se non vile, tanto più che sembra
escludere altre entità presenti nel-
lo stesso stabile quali quelle ec-
clesiastiche che con le associa-
zioni condividono le stesse mura
e lo stesso tetto.
Ad oggi l’ultima perizia tecnica
non rileva pericolosità dovute al-
le condizioni delle strutture inter-
ne, negli ultimi anni le associa-
zioni presenti si sono fatte carico
a proprie spese della cura, della
pulizia e della messa in sicurezza
dei locali che erano stati lasciati
in stato di abbandono e sporcizia,
rivalutando una struttura in dis-
uso e fatiscente per aprirvi un po-
lo di cultura accessibile ed aperta
a tutti.
Dobbiamo sperare che il commis-
sario nel suo passaggio nella no-
stra cittadina abbia un occhio lu-
cido nell’esaminare le realtà cul-
turali presenti oggi nella Divina
Provvidenza e privo di pressioni
esterne, capisca che lo sfratto or-
dinato a chiusura della stessa,
porta ad una chiusura ben più’
grande di quella di alcuni sempli-
ci locali: una chiusura culturale a
danno di tutta la cittadinanza.
Federico Fornaro,
Valeria Schinzari,
Elisa Mazzoleni, Ines Maggio,
Umberto Spallotta,
Luis Maggio, Sara Giusti,
Carlo Fornaro,
Massimo Gardini, Dalia Valdez,
Matteo La Rocca,
Laura Fernando
Già nel 1992, durante la sua visita
al Cimitero Militare Monumenta-
le Americano di Nettuno, il Presi-
dente USA George Bush (Padre),
passeggiando con la moglie nei
viali del Cimitero, espresse il de-
siderio di avere una croce come
quelle sulla sua tomba.
Soltanto per sentirsi, almeno,
uguale ai suoi marinai.
L’incarico della preparazione del-
la croce fu affidata al Direttore
del Cimitero Militare Americano
di Nettuno, che personalmente
andò in cava a scegliere il pezzo
più adatto alla bisogna.
La scelta fu fatta con il Direttore
di una delle cave, la “GE-MAR”
Marco Tofanari.
Fu scelto marmo di alta qualità
del tipo “Acqua Bianca” e la stes-
sa ditta fu incaricata dell’incisio-
ne che oltretutto si riferisce anche
al grado raggiunto del presidente
Bush durante il suo servizio mili-
tare.
Attualmente la croce è custodita
negli USA, pronta – quando sarà
tempo – ad essere impiegata.
Antonio Alderisio
Una croce per BushUna chiusura culturale
Per la pubblicità su
Il Litorale
telefona ai numeri 069107107 - 069122667
Leggi di più
Leggi di meno