Il Litorale • 1/2019
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Pag. 26 Il Litorale ANNO XIX - N° 1 - 1/15 GENNAIO 2019
S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
Via delle Orchidee, 61 - Lido di Cincinnato - Anzio
E-mail: ilsimposio@alice.it • aa amici del simposio di Lavinio
Giuliana Bellorini
è l’organizzatrice
del salotto sede del Simposio
ANCORA UN ANNO NUOVO che speriamo sempre pieno di promesse. Finalmente nei prossimi primi
appuntamenti ci aspetta anche quello, rimandato più volte con le poesie di Sonia Giovannetti. Le sue profonde
considerazioni sul trascorrere inesorabile del tempo, ma anche le opportunità che ogni attimo ci offre sono pa-
role che ci faranno bene.
Un pensiero lo rivolgiamo anche a Ettore a noi sempre di sostegno per continuare con lo stesso spirito non-
ostante i dieci anni dalla sua scomparsa. La poesia che segue è l’invito a noi tutti di guardarci attorno e attin-
gere quella dimensione di tranquilla necessità che possiamo trovare solo in un rapporto di uguaglianza con
quanto ci circonda.
Guardiamo il mare e confondiamoci in quell’onda sempre mutevole che appare e scompare in continuazione.
Muta in superficie, ma il mare è sempre lo stesso.
Giuliana
fra i due modelli traduttivi, come sempre, avvalendoci di esempi. L’ultima tappa
della traduzione fondata sull’adeguatezza è la cosiddetta “traduzione creativa”, di
cui ci occuperemo nel terzo seminario.
TRADUZIONE AUTOMATICA: REALTÀ O CHIMERA?
Internet ci propone costantemente esempi di traduzione automatica. La domanda da
porsi non è tanto quella della loro efficacia o esattezza, quanto quella del loro cam-
po di applicazione. Esistono esempi (industria aeronautica, meteorologia, meccani-
ca, ecc.) in cui la traduzione automatica è benvenuta perché affranca l’essere uma-
no da una serie di lavori frustranti e tediosi. La tentazione è ovviamente quella di
estendere l’applicazione della traduzione automatica a testi che comportano un ap-
prezzamento, un’ambiguità, l’esercizio della logica o altre prerogative dell’essere
umano. Ma non è possibile riempire un computer di fraseologia e pretendere che
scelga, in un certo contesto, la soluzione che un essere umano intuirebbe di primo
acchito. Vedremo perché.
PARI E PATTA, PER IL MOMENTO
Rendendosi conto delle difficoltà intrinseche a quella che viene definita computer
translation, gli studiosi di linguistica computazionale sono passati progressivamen-
te dalla traduzione automatica alla traduzione assistita ed infine (è lo stato dell’arte)
agli strumenti per la traduzione (banche dati, glossari, collocazioni, ecc.). I compu-
ter stanno imparando a ragionare ma anche nelle applicazioni più futuristiche non
avranno capacità sensoriali (se non artificialmente ricostruite), di giudizio autono-
mo, per non parlare poi di libero arbitrio.
Ogni volta che un anno finisce e un altro ha inizio, come accade al cospetto di ogni
crinale che scandisce le vicende della nostra vita, non manca mai di farsi largo in
noi un sentimento che finisce per prevalere su tutti: la speranza. Ma non appena ci
chiediamo in cosa consista la speranza e cosa ci autorizzi a nutrircene, ecco d’un
tratto rivelarsi a noi il tempo in una veste misteriosa e suggestiva: come possibilità.
Possibilità di trovare un senso alla nostra vita, di realizzare ciò che desideriamo, di
diventare ciò che vogliamo essere. Il tempo, in questa veste inusuale e accattivante,
cessa allora di apparire come una mera contabilità di sequenze che scorrono lineari
e inesorabili, persino ostili quando, con angoscia, ne realizziamo l’irreversibilità e
ciò che per essa ci appare irrimediabilmente perduto. Esso, piuttosto, diventa altro:
il luogo dei nostri sogni. E come nel sogno, questo tempo distolto dal legame seve-
ro del prima e del dopo si converte in un luogo amico, complice, che ci apre all’a-
scolto del nostro io profondo, dei nostri bisogni più intimi. Un luogo del desiderio
e dell’immaginazione: un luogo dove, da sempre, abita la poesia.
Il titolo che ho voluto dare al mio ultimo libro, “Dalla parte del tempo”, nasce pro-
prio dalla coscienza, acquisita nel corso della mia scrittura, che ogni componimen-
to in esso contenuto è stato il frutto di un viaggio dentro me stessa, svincolato dalla
fedeltà cronologica agli eventi della mia biografia e orientato invece a far tappa,
senza limitazioni di durata, ad ogni “stazione”, reale o immaginata, segnalatami dal
mio io, regista e regolatore esclusivo del mio andare. È così che ho assaporato que-
sto tempo “altro”, un tempo di libertà in cui ho potuto sentirmi a mio agio nel dia-
logo con me stessa, soffermandomi su pensieri, sentimenti, personaggi, luoghi che
hanno dato e danno tuttora significato alla mia vita.
Ma il tempo che permette tutto ciò, da vero nume anarchico e benigno dell’energia
creativa, è lo stesso che può prometterci di dare al possibile, al nostro futuro, la for-
ma a noi più congeniale: a patto di saperci aprire, con amore di noi stessi, alle sue
allettanti profferte. Sicché anche l’anno che verrà, come vita non ancora spesa, po-
trà essere il benvenuto. Purché si sappia riceverlo trattandolo come si trattano i so-
gni, forse l’unica vera realtà che vale la pena di vivere.
Di questo e della possibilità di aprirci con fiducia al futuro, che ci viene già offerta
dal tempo vissuto con consapevolezza, avrò la possibilità di parlare al prossimo in-
contro di presentazione del libro al Simposio, convinta come sono che il tempo è
davvero il bene prezioso per eccellenza, più di qualsiasi ricchezza materiale. Il tem-
po dunque è in noi, è durata; esso vive nella nostra mente amalgamando tra loro
memoria e anticipazione. Così come accade nella poesia; ogni poesia, infatti, è un
viaggio nel tempo, poiché è un viaggio nell’anima. Ma il poeta non parte mai vera-
mente. Egli in realtà rimane sempre presso di sé mentre dispiega il proprio spirito
in ogni direzione e usa la parola come strumento per sentirsi parte del mondo, rive-
PENSIERI D’UN MOMENTO SUL MARE
L’onda scandisce il tempo
e lo annulla
col suo movimento
che non ha tempo
L’onda viene alla riva
e se ne ritorna al mare
con zampilli di schiuma bianca
fra gli scogli
Nell’infrangersi
stempera il blu in azzurro
e lo colora in luci sempre più tenui
al sole
Guardo questo mare
e più lo sento
Sento la sua vita senza sosta
ch’è la mia vita
la nostra vita
seppur breve come l’onda
che sempre si rinnova
Sento che non esiste morte
che non esiste spazio limitato
ma l’infinito eterno
dove
anche l’anima nostra
trova uno spazio
Ettore Malosso
I SEMINARI DEL SIMPOSIO
TRADUTTOLOGIA/2
a cura di Giancarlo Marchesini
DI COSA PARLEREMO?
Nel corso del primo incontro abbiamo chiarito che la traduzione parola per parola
non riesce a rendere compiutamente il senso del messaggio: il traduttore resta pri-
gioniero del testo di partenza e non giunge a identificare le idee che questo testo,
appunto, vuole esprimere. Di qui siamo arrivati alla conclusione che dobbiamo tra-
durre idee e non parole. La ricerca costante del traduttore è quella dell’equivalenza
e non quella dell’identità. Certo, esistono casi in cui una terminologia dura (le desi-
gnazioni rigide di Kripke) richiede una traduzione basata su un sistema di identità:
stiamo parlando della traduzione tecnica in cui c’è uno e un solo termine per tra-
durre una nozione specifica. Termini, appunto, e non parole. Vedremo insieme la
differenza.
JAKOBSON: UN MODELLO TRADUTTIVO SEMPRE VALIDO
Roman Jakobson è stato il primo grande linguista ad affrontare la problematica del-
la traduttologia. Cinquanta anni prima, Saussure si era occupato tangenzialmente di
traduzione fornendo qualche esempio per illustrare il “Corso di linguistica genera-
le”. Jakobson, invece, non si ferma alla disimmetria delle parole fra una lingua e
l’altra, ma analizza il processo traduttivo stesso. In appena 20 pagine il grande lin-
guista russo pone l’alfa e l’omega della traduttologia, sintetizzando le prese di posi-
zione storiche ed anticipando le analisi future.
EQUIVALENZA E ADEGUATEZZA
Dagli anni 2000 in poi la nozione di equivalenza è stata progressivamente modulata
nella nozione di adeguatezza. Se dovessimo tradurre in cinese “dacci oggi il nostro
pane quotidiano”, dovremmo forse parlare di “riso”? Analizzeremo la differenza
Mercoledì 9 gennaio 2019 - ore 17.00
SONIA GIOVANNETTI
Dalla parte del tempo
Domenica 13 gennaio - ore 17.00
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