Il Litorale • 18/2019
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ANNO XIX - N° 18 - 16/31 OTTOBRE 2019 Il Litorale Pag. 11
Il nuovo Piano Regionale dei Ri-
fiuti non presenta, almeno nella
stesura di cui si dispone oggi, no-
vità stravolgenti. La tanto auspi-
cata formazione di ATO funziona-
li e gestibili non è la direzione
presa dal legislatore regionale che
ha voluto, invece, dare agli ambiti
una struttura di tipo provinciale,
con la bomba capitale da risolve-
re. Un elemento può essere valu-
tato in senso positivo: Anzio vie-
ne fatta ricadere dell’ATO di Lati-
na e anche se essere fuori dall’im-
patto diretto dell’emergenza Ro-
ma non lascia affatto tranquilli,
lascia qualche margine di speran-
za specialmente per quanto attie-
ne l’aspetto della chiusura del ci-
clo a livello dello smaltimento.
Ma con una bomba come Roma
ed una gestione come quella che
la governa il pericolo è dietro
l’angolo e testimone plastica ne è
la situazione che si è creata ad
Anzio, in un fazzoletto di terreno,
con tre impianti programmati
contemporaneamente. Impianti di
cui uno in via di completamento
che sono stati pianificati con l’ac-
cortezza di un rinoceronte in un
negozio di porcellane. Mi risuona
nelle orecchie una frase, detta in
Consiglio Comunale nella passata
consigliatura, da chi la sa lunga in
termini di esperienza politica “Se
vengono tutti quà vuol dire che
qualcuno li chiama!!!” “Chi li
chiama e perchè li chiama se por-
tano solo danni e degrado al ter-
ritorio?” E certo che questa non è
una domanda peregrina anche se
può apparire decisamente retori-
ca. E poi nella gestione dei per-
corsi autorizzativi: mancanza di
accortezza, negligenza o volontà
di ignorare ciò che non fa como-
do vedere? Non sta a chi racconta
i fatti dare un giudizio in assenza
di evidenze concrete; dovrà essere
chi amministra la Giustizia ad in-
dagare; ma, una cosa è certa: non
considerare fatti che comportano
l’applicazione di norme è un fatto
gravissimo che può individuare
un reato penale. Nel prendere in
esame il nuovo Piano Regionale
Rifiuti il team tecnico di Uniti Per
l’Ambiente ha avuto occasione di
riscontrare che almeno un obietti-
vo sensibile, quello che rende i tre
impianti di trattamento dei rifiuti
non compatibili con i siti in cui
sono stati programmati, non viene
riportato delle mappe allegate al
fascicolo del Piano. Mi riferisco
alla ormai famosissima scuola
dell’infanzia posta, insieme ad un
nutrito gruppo di abitazioni, in lo-
calità chiamata “le casette” di Pa-
diglioni. Quel nucleo così inten-
samente abitato costituisce obiet-
tivo sensibile. Un obiettivo dal
quale le installazioni impattanti
devono porsi a distanza di caute-
la; una distanza che è oggi di
1000 metri e che, all’atto in cui fu
autorizzato l’impianto di via della
Spadellata che dista circa 290 me-
tri, era di metri 500. Ma la scuola
che è li da circa 50 anni e le pa-
lazzine non esistono per il proget-
tista e nemmeno per l’Assessore
che non ne ha segnalata la presen-
za. Ed esse continuano a non esi-
stere nonostante ad esse faccia ri-
ferimento la Regione Lazio che
correttamente ne indica la presen-
ze come fattore escludente per ne-
gare l’autorizzazione di altri due
impianti analoghi e situati in posi-
zione simile. Non si possono
omettere fattori escludenti in un
documento ufficiale. Come noto
nel luglio 2017 la Città Metropo-
litana di Roma inviò ai comuni la
richiesta di indicare le aree inte-
ressata da fattori escludenti. Na-
sce naturale il dubbio che il Co-
mune di Anzio non abbia segnala-
to la presenza di questo fattore
escludente o che lo abbia fatto in
modo non corretto, visti i risultati.
Vista l’importanza che tali docu-
menti rappresentano Uniti Per
l’Ambiente ne ha fatto oggetto di
“osservazione” al Piano Rifiuti e
di accesso agli atti al Comune di
Anzio per comprendere come
stanno le cose attraverso la se-
guente richiesta:
“Gentile Dirigente,
permane una forte incomprensio-
ne, sia sul piano formale sia su
quello sostanziale per quanto at-
tiene l’attività che il Suo Ufficio
sta mettendo in atto a difesa degli
interessi dei cittadini per quanto
attiene alcuni aspetti ambientali.
Mi limito in questo caso ad un
fatto specifico. Come osservato
per le vie formali, le planimetrie
a corredo del nuovo Piano Regio-
nale Rifiuti omettono elementi es-
senziali del territorio e ne ometto-
no i limiti a protezione per esso
fissati. La Città Metropolitana
nel luglio 2017 richiese ai Comu-
ni di competenza di segnalare le
aree interessate da fattori esclu-
denti da considerare nella pro-
grammazione. Da rilievi effettuati
successivamente presso l’archivio
di quell’Ente non risultava perve-
nuta la risposta del Comune di
Anzio. Suppongo che tale risposta
che, giova ricordare è importante
ai fini della tutela del nostro ter-
ritorio, sia stata fornita successi-
vamente.
La invito pertanto, ai sensi del-
l’art 22 della legge 241/90, di for-
nirmi una copia della risposta
che il Comune di Anzio diede alla
richiesta della Città metropolita-
na. Le preciso che tale richiesta è
giustificata dal fatto che il sotto-
scritto è impegnato come respon-
sabile di attività organizzate di
cittadini.
Grazie per un rapido riscontro
che potrà anche avvenire con la
semplice trasmissione del docu-
mento richiesto via posta elettro-
nica”
Sergio Franchi
L’associazione ambientalista neroniana vuole vederci chiaro sul mistero della scuola che non c’è nelle mappe progettuali
Uniti Per l’Ambiente chiede l’accesso agli atti
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