Rifugiati, richiedenti asilo e clandestini nel mondo
Sociologia delle migrazioni
L’UNHCR stima che a fine 2018 le persone costrette ad abbandonare per ragioni di sopravvivenza le proprie abitazione, la vita quotidiana, i lavori usuali… ammontino a circa 71 milioni in tutto il mondo. Un dato che è l’ultimo di un trend in crescita, in accelerazione in questo ultimo decennio e che vede coinvolti moltissimi minorenni anche al di sotto dei sette anni. Le aree di origine e le nazioni di provenienza di queste migrazioni sono principalmente: la Siria (6,7 ml, circa 2 milioni dall’area Curda), la Somalia (6,5 ml), l’Afghanistan (2,6 ml), Sudan del sud (2,2), Myanmar (1,2) e altre. Si stima che ogni giorno, in ogni parte del mondo, circa 36000 persone lascino le proprie abitazioni, i propri lavori e le proprie abitudini in condizioni di costrizione, emergenza e di bisogno. Circa la metà di questi rifugiati trova accoglienza all’interno dei confini della stessa nazione di appartenenza, mentre circa 2,6 ml si fermano nei paesi confinanti, impattando drammaticamente su aree di prossimità già di loro martoriate e sconvolte da conflitti già in atto da tempo, le crisi e siccità ecc.: Uganda, Bangladesh, Ciad, Etiopia, Yemen, Giordania, Egitto, Turchia (dove le cose vanno meglio) e Libano.
Le mete sono quasi sempre campi di vario tipo e varia origine, dove si fermano per una quantità di tempo incerta e variabile. In genere il rifugiarsi all’interno dei confini o nei paesi vicini accorcia la durata della permanenza; però il destino di queste persone risulta sempre più, visto le condizioni diffuse di conflitto, estremamente incerto e imprevedibile: si pensi p. es. a Chatila, in Libano, agglomerato nato per accogliere (si fa per dire) i palestinesi rifugiati perché colpiti dalla diaspora del 1948, alla nascita dello Stato d’Israele, e che sono lì, da ormai 76 anni, senza alcun riconoscimento, senza diritti, stato ecc., in un regime di mera sopravvivenza e sussistenza per lo più dovuta alle organizzazioni umanitarie e ai loro aiuti.
Fra i paesi occidentali ‘ospitanti’ o di transito oltre al Canada e gli Usa (soprattutto riguardo i rifugiati e richiedenti asilo centro e sud americani), al primo posto compare la Svezia riguardo i Siriani e, in particolare, i Curdi (cosa che ha più volte messo in discussione -all’interno dell’Europa- i rapporti fra la Svezia stessa e la Turchia); segue la Germania (dove risulta il più alto numero di richiedenti asilo), seguono nell’ordine: Francia, Spagna e Grecia. Infine l’Italia dove l’UNHCR ha stimato in poco più di 290.000 le presenze (al 2019) di richiedenti asilo e i rifugiati.
Ormai non esiste più una netta separazione, una divisione precisa giuridica, di status socio culturale o altro fra richiedenti asilo, rifugiati ed immigrati di guerra o per motivi economici-ambientali o altro: tutti rientrano nel generico, ideologico e fuorviante calderone-etichetta degli immigrati più o meno clandestini; come se chi espatria, fugge, abbandona la propria terra in condizioni di emergenza, potesse espletare tutte le pratiche per un espatrio regolare, seguire tutte le procedure per le migrazioni, secondo le prescrizioni dei paesi che li dovrebbero accogliere ecc.: passaporto, chiamata da parte di un datore di lavoro della società ospitante ecc. Le condizioni del richiedente asilo e del rifugiato vengono così ridotte e banalizzate, etichettate al ‘ribasso’. Poi le politiche restrittive nei confronti della popolazione migrante che si vanno attuando in tutta Europa rendono ancor più complessa e problematica la condizione del rifugiato e richiedente asilo (a tal proposito va ricordato che “l’Italia ha il codice della cittadinanza più rigido dell’Europa occidentale” M. Ambrosini, “Sociologia delle migrazioni”, Il Mulino 2020, p. 257). L’aura quasi eroica che, fino a una ventina di anni fa, circondava la figura del rifugiato, come è stato dal dopoguerra fino agli aa 80-90, viene oggi rivista al ribasso e le forme di protezione a vario titolo concesse dalla convenzione di Ginevra, si vanno man mano assottigliando, generando così maggior incertezza e di conseguenza un incremento della cosiddetta clandestinità, che porta a sua volta a un restringimento delle politiche di accoglienza, generando altra incertezza ecc. ecc. in un circolo senza fine.
(Fonte: M. Ambrosini, “Sociologia delle migrazioni”, Il Mulino 2020, in particolare in cap. 12° da p. 327 a 350.)
Giuseppe Chitarrini
Premio Donna d’Autore & Special Award 2024 il 3 giugno a palazzo Montecitorio
Forza passione e talento
L’ottava edizione del Premio “Donna d’Autore & Special Awards 2024” si avvicina; un’occasione straordinaria per celebrare la potenza della donna e la lotta contro la violenza di genere.
Questo prezioso evento si terrà il 3 giugno alle ore 16 nella sontuosa Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma. Donne, e uomini, eccellenti in contrapposizione alla negatività della cronaca criminale quotidiana.
Una premiazione istituzionale straordinaria ed unica che vuol farsi manifesto di vita e libertà in sintonia con lo spirito di questa edizione in cui si celebra il valore dell’inclusione e l’impegno sociale nel contrastare la violenza di genere, offrendo un messaggio di speranza e incoraggiamento: dalla violenza, qualsiasi essa sia, si può uscire, in questa edizione saranno toccati argomenti importanti come l’anoressia.
Sarà il colore rosso a caratterizzare tutta la premiazione. Il grande valore del premio e la sua peculiarità hanno ottenuto il patrocinio del Consiglio regionale del Lazio, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il sostengo dell’Università Popolare Pontina e la Pro Loco Nettuno.
L’evento è organizzato e prodotto da AIDE Nettuno APS associazione indipendente donne europee presieduta da Anna Silvia Angelini, ideatrice ed organizzatrice di questa importante manifestazione che è giunta alla sua ottava edizione.
“Il Premio Donna d’Autore – afferma la Presidente di A.I.D.E. Nettuno Anna Silvia Angelini – rappresenta un evento unico e straordinario che vuol farsi manifesto e portavoce nel contrastare la violenza di genere, offrendo un messaggio di speranza e incoraggiamento: dalla violenza, qualsiasi essa sia, si può uscire”.
Ad aprire la cerimonia di premiazione la splendida giornalista Vittoriana Abate, inviata di Porta a Porta RAI 1. Madrina dell’evento la Consigliera di Parità Monica Brandiferri. Pregiatissimi i saluti istituzionali: Lorenzo Fontana Presidente della Camera dei Deputati, deputata Simonetta Matone, deputata Martina Semenzato, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, deputato Simone Billi, deputato Fabrizio Santori. Consigliere di Roma Capitale Promotore del Premio Donna d’Autore, Monica Brandiferri, Consigliera di Parità della Provincia di Teramo, Provincia di Chieti supplente della Regione Abruzzo, Micol Grasselli Consigliere Regionale del Lazio.
Simbolo e premio del 2024 è il gioiello, di particolare rilievo, ideato in esclusiva dalla Fashion Designer Fina Scigliano per il Premio Donna d’Autore. Il gioiello raffigura il cuore della donna, l’amore e la tenerezza, un cuore che racchiude la vera essenza, l’anima della femminilità e la forza delle donne. Un momento unico per celebrare l’universo femminile tra sentimento e narrazione. Media Partner il gruppo editoriale svizzero del lusso MB Media Group, con le sue prestigiose testate del Luxury & Lifestyle: Celebre Magazine World, Luxury Investment Magazine, Journal Des Bijoux e Rinascimento Magazine. Media partner: Next agenzia pubblicitaria, Differevent, Infinite Realtà, LF Magazine, Il Pontino Nuovo, ARTES TV.
Giovanni D’Onofrio
Arrestato per tentata rapina
investigatori della Polizia di Stato del Commissariato Anzio-Nettuno, durante il servizio di controllo del territorio, in via Valle di Schioia, hanno intimato l’alt ad un giovane a bordo di un motociclo il quale, alla loro vista, ha accelerato la marcia per eludere il controllo. Ne è nato un inseguimento durante il quale il conducente ha estratto diversi involucri dalle tasche per poi gettarli a terra, fino a quando, giunto nei pressi del parcheggio della stazione di Lido di Lavinio, è stato, non senza difficoltà, bloccato e trovato in possesso di 5 grammi di cocaina, mezzo grammo di hashish e 100 euro.
Durante le fasi dell’identificazione, l’uomo ha iniziato a opporre una viva resistenza e, al contempo, ha tentato di impugnare la pistola d’ordinanza di uno degli operatori, non riuscendo ad estrarla anche grazie ai sistemi di sicurezza di cui è dotata la fondina; successivamente, lo stesso ha continuato a inveire colpendo con la testa l’autovettura di servizio, danneggiandola, richiamando così l’attenzione di alcuni suoi connazionali che sono scesi in strada accerchiando i poliziotti con l’intento di liberare il fermato.
Nel corso di questi momenti concitati sono poi giunte altre pattuglie in supporto, consentendo agli investigatori di accompagnare l’uomo, un 25enne marocchino, presso gli uffici del Commissariato dove, al termine delle attività di rito, è stato tratto in arresto perché gravemente indiziato dei reati di tentata rapina, resistenza a Pubblico Ufficiale, danneggiamento ai beni dello Stato e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’arresto, su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri, è stato convalidato dal G.I.P.
Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento ovvero quella delle indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
Ufficio Stampa