Incontro con Leonardo, direttore della scuola Swing & Smile
Sai camminare? Si
“Sai camminare? Sì. Di conseguenza sai ballare”.
Inizia così la mia chiacchierata con Leonardo, direttore artistico e insegnante della scuola Swing & Smile che oggi vanta ben quattro sedi: Anzio dove è partita questa avventura, Aprilia, Latina e prossimamente Pomezia.
Leo lo seguo sui suoi canali Facebook e Instagram ma su Facebook ha una immagine di copertina che mi ha spinto a contattarlo e proporgli questa chiacchierata: Leo è circondato da sei bambini con dei sorrisi bellissimi e da lì la curiosità di scoprire questo mondo con gli occhi di un insegnante che insegna questo “ballo” a dei bimbi.
Allora Leo non perdiamoci in chiacchiere, parliamo della tua passione per lo Swing e quando hai avuto l’idea di portarla ai bambini.
“L’idea di lavorare con i bambini nasce tre anni fa.
In uno dei corsi che tengo ad Anzio in accordo con una mia alunna madre di due bimbe, decidiamo di proporgli questo ballo”.
Interagivi con tutti i bimbi allo stesso modo, indipendentemente dalla loro età?
“I bimbi con cui ho interagito avevano un’età compresa tra i 5 e i 12 anni e con ognuno di loro interagivo in maniera diversa. Con i piccoli devi avere tanta pazienza, sapere intrecciare dinamiche, entrare nei loro pensieri e comprendere che non tutti hanno la stessa capacità di apprendere allo stesso modo e nello stesso momento. La parola chiave per lavorare con i bimbi deve essere creatività e devi essere disposto a ripartire da zero ogni volta”.
Dove ti sei formato per insegnare ai piccoli?
“Non mi sono formato in nessuna scuola. La formazione è venuta da sola con la semplice osservazione, lo starci insieme, capire e ascoltare ciò che i loro occhi mi comunicavano senza dover necessariamente esprimere il loro pensiero con parole”.
Quali sono i benefici che i bambini e gli adolescenti possono acquisire iniziando a praticare questo ballo?
“I benefici che si ricavano col ballo soprattutto se iniziato a praticare da giovanissimi sono molteplici:
si lavora sulla gestione delle emozioni che la musica ed il movimento ti danno;
si lavora sul coordinamento motorio braccia – gambe - corpo;
si lavora nello spazio – tempo e, credimi, all’inizio non è facile coordinare un movimento di un braccio o di una gamba al 5 – 6 – 7 - 8.
Nel ballo i bimbi lasciano a casa quelle piccole frustrazioni legate magari a un eccesso di compiti di scuola, condividono emozioni, si scoprono e si riconoscono nel sé e l’uno nell’altro. La musica è ciclica ed ha un fraseggio al suo interno di 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – 8 battute, ed è come se si raccontasse una storia in ogni frase, dove loro ballando ed interpretandola ne diventano i protagonisti. I bambini sono genuini, non hanno filtri e per loro ho creato un ambiente accogliente che possa permettere loro la libera espressione di essere ciò che sono. Imparo molto da loro. Mi fanno ricordare di non dimenticare mai di essere e preservare sempre il bambino che è in me. Lo swing, un mix tra sonorità uniche e tempi musicali ti permette questo: esplorare chi sei, entrare in un mondo parallelo fatto di sorrisi, di energia vibrante, di musica d’altri tempi e di calore ed accoglienza.
Dona serenità, gioia, spensieratezza, amore e allegria”.
Leo cosa è per te lo swing?
“E’ una passione, un amore, un modo di essere, non potrei essere un Leonardo senza di lui e lui si riflette in me”.
Programmi a breve e lunga scadenza con la tua associazione scuola Swing & Smile?
“Attualmente ci sono in programma una serie di eventi e con l’evento creato ad hoc “Il Clandestino Swing” ho la possibilità di far conoscere a persone di tutte le età la magia dello Swing. Si decide un punto di ritrovo nel nostro territorio, si da un appuntamento e si condivide sui nostri canali social. Qui, ci troviamo a ballare, a sorridere e a condividere insieme la nostra passione sentendoci leggeri e liberi”.
E per concludere: un tuo sogno ce lo racconti?
“Il sogno è quello di creare una mia accademia dove far crescere questa realtà e formare docenti ad hoc con il fine di far ballare quante più persone possibili. Poi il sogno dei sogni sarebbe quello di avere un casale tutto mio, circondato dal verde dove poter svolgere diverse attività olistiche e creare vari percorsi multi sensoriali e disciplinari con docenti provenienti da ogni parte del mondo. Intanto nel mio piccolo mi accontento di portar fuori questo mondo, esserne un po’ un ambasciatore e poi tutto ciò che arriverà sarà solo che bene accetto. Per me tutto questo che sto vivendo quotidianamente, è già un sogno ad occhi aperti”.
Una persona empatica, generosa, aperta è Leo.
Leo in estate è facile trovarlo in piazza con i suoi allievi e magari provare ad unirsi alle danze o semplicemente ascoltare il ritmo di questo ballo unico, elegante e originale.
Potete seguirlo sulle sue pagine Facebook e Instagram digitando Swing & Smile oppure contattarlo al numero 3337119463
Barbara Balestrieri
Continua la collaborazione tra Nicla Millestorie Aps e la Asl Rm6
Centro anziani Salvini
Domenica 12 maggio, continua la collaborazione tra “Nicla Millestorie APS” e la Asl Rm6 con l’incontro tra infermieri professionali e gli anziani del centro anziani Renato Salvini di Anzio.
Le relatrici dell’incontro, dott.ssa Roberta Colarossi e Dott.ssa Marzia Sala hanno spiegato l’evoluzione ed i continui aggiornamenti di una professione che richiede, sempre più competenze nella sanità del futuro.
Al termine del loro intervento le due infermiere, sono state coinvolte in tante domande a cui, sorridendo, hanno dato esaurienti risposte. La coincidenza tra la giornata dell’infermiere e la festa della Mamma ha fatto da cornice a queste due categorie, che tutti, almeno una volta, abbiamo incontrato nella nostra vita.
(Foto Onlus Adec)
Tito Cauchi retrospettivo
In copertina, a colori, “peschereccio alla ricerca del mare”,
adattamenti editoriale e grafica di Sandra Iacuele.
Edizioni Confronto, Fondi, 2024, pagg. 48, s. i. p.
Retrospettivo, cioè volto al passato. Poesie, cioè, che il passato recuperano e, nello stesso tempo – essendo state scelte fior da fiore - danno una panoramica, riassumono una vita attraverso frammenti.
In campo pittorico si direbbe una retrospettiva. Affresco e sintesi esplicitamente voluti, non casuali, come afferma Leone D’Ambrosio nella sintetica Prefazione. Per una tale antologia, all’Autore, che per tanti anni è stato al vertice del “Leandro Polverini”, è stato assegnato un premio importante: la XXXVIII Edizione (2022) del “Libero de Libero” e in un momento drammatico, se non erriamo: nel giorno del funerale della cognata Anna Bonifazi Licitra, alla quale la silloge è dedicata.
Inizia con uno sguardo sulla propria infanzia lungo il mare di Gela il ripescaggio di avvenimenti e persone. «Ecco allora che il pensiero corre subito – scrive D’Ambrosio – a qualcosa di preciso, geografico, definito, senza alcun dubbio spirituale e laico al tempo stesso: la sua terra. Il suo mare. La Sicilia».
Ritratti in chiaroscuro; brani di cielo in mezzo a tante nuvole. Lui bambino, «Bestie e persone (…) in simbiosi»; la guerra, con le spiagge coperte di residuati, ma anche la pianura popolata di paesi e lussureggiante di piantagioni di cotone, segno di speranza e di rinascita; l’orfanello; la fanciulla «bionda, biondissima»; lo spreco delle cose non più riciclate; l’amore verso la donna in genere, a volte ben specificata, bisogno per «riempire il vuoto» e la donna amata un attimo prima dello strazio per l’improvvisa morte; gli emigranti in cerca di fortuna o per allontanarsi dalle guerre, male eterno dell’uomo e a soffrirne di più sono sempre gli indifesi, i bambini dalla «pelle secca aggrappata/alle ossa», libellule fragili spesso schiantate e dissolte lungo le spiagge del mondo e nei deserti di cuori spenti al sentimento e alla pietà, negati e infastiditi all’accoglienza.
«Innalzate, voi che avete voce, un canto/cogliete l’ultimo flebile lamento/e date conforto alle migliaia di vittime. //Rendete giustizia contro una morte/così rapace e ingannatrice/che annienta perfino la memora», invoca dolorante il poeta.
Ma non è tutto. Abbiamo la droga e la prostituzione; il lamento delle lattine e delle bottiglie di vetro e plastica, ormai non più utilizzate dopo averne assunto il contenuto e magari prese a calci per divertimento; abbiamo il salice, il glicine, i fiori, le erbe aromatiche e il risveglio della natura.
Abbiamo, insomma, quel molto, quel tanto che giustamente hanno stimolato e convinto la Giuria ad assegnare a Tito Cauchi l’importante e prestigioso Premio.
Né mancano nei versi la cara moglie Concetta e le loro due splendide figlie.
Domenico Defelice