Il pernotto dei figli minori col padre separato: età e condizioni
Posso dormire da papà?
Frequentemente, nel caso di crisi tra coppie con figli molto piccoli (neonati o di età inferiore ai tre anni), sorge il problema del tempo che questi bambini possono passare col padre non collocatario e, soprattutto, se possa o meno prevedersi anche il loro pernottamento presso di lui. Una risposta generale ed uguale per tutti non c’è ed andrebbe cercata caso per caso, perseguendo sempre il miglior interesse del minore, che è il criterio cui ispirare ogni regolamentazione ad esso riferita.
Non dobbiamo dimenticare che genitori separati e figli hanno diritto a stare insieme, vivendo la quotidianità ( che è fatta anche di notti insieme), e che “i provvedimenti dell’autorità giudiziaria in materia di affidamento dei figli di età minore consentono restrizioni al diritto di visita dei genitori solo nell’interesse superiore giustappunto del minore; nel perseguimento di tale interesse, peraltro, deve essere sempre assicurato il rispetto del principio della bigenitorialità, inteso quale presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantirgli una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi i genitori” (Cass. n. 9764/19). Per cui il diritto del padre a pernottare col figlio può essere limitato laddove ne derivi un nocumento per il bambino, ma in assenza di un pregiudizio serio e concreto non può invece negarsi, anche per bambini di età inferiore ai tre anni (Cass. 16125/2020). Sarà quindi necessario valutare se il bambino viene ancora allattato, quali sono le sue abitudini, le sue necessità, la condizione dei genitori e, in funzione di questi elementi, capire se dormire col padre può essere pregiudizievole.
Una recente pronuncia di merito, confermata in Cassazione, ha per esempio escluso il diritto al pernotto presso il padre in considerazione della tenera età del figlio, che ancora veniva allattato, spingendosi a prevedere l’introduzione del pernotto col padre, come regola, dopo il compimento del terzo anno d’età (si veda Cass. Ord. 19069 dell’11.07.2024). E’ lecito chiedersi perché venga fissata la soglia dei 3 anni; forse perché a quell’età l’allattamento è concluso oppure perché si ritiene preferibile per lo sviluppo psicofisico del bambino? L’ordinanza della Cassazione sopra citata non lo chiarisce.
Alcuni medici negano che la letteratura scientifica internazionale evidenzi una preferenza per il pernotto dei bambini sotto i tre anni con la madre, affermando anzi che, al contrario, una divisione di tempi e spazi il più possibile paritaria con entrambi i genitori produca vantaggi nei bambini, anche in tenera età (Vittorio Vezzetti, “Il padre separato non può trascorrere le notti col figlio che ha meno di 3 anni”, 12.08.2024, Altalex, https://www.altalex.com/documents/news/2024/08/12/padre-separato-non-puo-trascorrere-notti-con-figlio-minore-3-anni). Personalmente non voglio né posso addentrarmi in settori disciplinari che non padroneggio, per cui non saprei dire cos’è meglio, in termini medici/psicologici/pedagogici, per un bambino di età inferiore ai tre anni, se dormire solo con la mamma o anche col papà. Credo però, come anticipato all’inizio di questo articolo, che nonostante i contrasti più o meno apparenti che possono rinvenirsi tra i diversi giudicati sul punto, la soluzione non possa essere univoca ma adattarsi al caso concreto ed alle specificità che presenta, senza rifugiarsi in stereotipi e sterili apriorismi.
Avv. Alessandra Lupi
L’Avv. Alessandra Lupi riceve a Lido dei Pini e Roma, previo appuntamento telefonico ai numeri 06.9178201-349.6358027.
Se avete domande su questo argomento potete scriverle all’indirizzo mail studiolegaleal@virgilio.it.
E’ possibile approfondire gli argomenti consultando la pagina Instagram alessandralupiavv (#iltaccuinogiuridicodellavvalessandralupi).
L’Anzio esordirà in casa il 13 ottobre nella prima fase del campionato di Serie C
Il calendario del rugby
E’ stata ufficializzata dal Comitato Regionale Lazio la formula e le date della prima fase del campionato di serie C 2024-2025. Le dodici squadre partecipanti sono state divise in due raggruppamenti da sei, secondo il ranking stabilito dalla stessa FIR. Il Rugby Anzio Club, che del suddetto ranking occupa la prima posizione, è stato inserito nel girone A insieme a Nea Ostia, Fabraternum Ceccano, Segni, Cisterna e Arnold Rugby. Nell’altro ci sono Rugby Roma Olimpic, Arieti Rieti, Primavera, Colleferro, Fiumicino e Montevirginio.
La formula scelta quest’anno è molto più lineare di quella delle passate stagioni. La prima fase si articolerà in un girone di sola andata con cinque partite, al termine del quale le pari posizione dei due raggruppamenti si incontreranno tra di loro (domenica 1 dicembre) per stabilire la graduatoria finale dal 1° al 12° posto. Per esempio le due prime di ciascun girone si incontreranno per il 1° e 2° posto, le due seconde per il 3° e 4° posto e così via. Al termine degli spareggi sarà poi formato il cosiddetto Girone Promozione, che animerà la seconda fase nella quale in palio ci sarà la promozione in serie B.
Il Rugby Anzio Club giocherà tre delle prime cinque partite in casa, tra cui la prima d’esordio contro il Fabraternum Ceccano.
Di seguito il calendario completo della prima fase.
1ª giornata, 13-10: Rugby Anzio Club-Fabraternum Ceccano
2ª giornata, 20-10: Arnold Rugby-Rugby Anzio Club
3ª giornata, 27-10: Rugby Anzio Club-Segni
4ª giornata, 3-11: Rugby Anzio Club-Cisterna
5ª giornata, 17-10: Nea Ostia-Rugby Anzio Club
In vista dell’esordio del 13 ottobre, l’Anzio che sta ultimando la preparazione domenica ha disputato in casa un’amichevole contro il Rugby Roma Olimpic, chiusasi con la vittoria per 6 mete a 4. Mentre sta iniziando anche la stagione del settore giovanile, con i primi impegni dell’Under 14 e Under 16.
Ufficio Stampa
Rugby Anzio
La sterilizzazione riduce il randagismo
Le campagne di sterilizzazione riducono il randagismo.
Ridurre il randagismo è un obiettivo fondamentale per garantire il benessere degli animali per la sicurezza dette comunità. Le campagne di sterilizzazione svolgono un ruolo cruciale in questo processo per diverse ragioni.
1) Controllo della popolazione. La sterilizzazione previene la riproduzione incontrollata degli animali. Senza interventi di questo tipo, una coppia di animali dà origine a molte cucciolate nel corso degli anni, contribuendo così a un aumento esponenziale della popolazione randagia.
2) Riduzione della sofferenza animate. Gli animali randagi spesso vivono in condizioni precarie, soffrendo di malattie, malnutrizione e violenze. Sterilizzarli non solo riduce il numero di nuovi abbandoni e animati in difficoltà, ma migliora anche la qualità della vita di quelli già presenti sul territorio.
3) Prevenzione di malattie. La proliferazione di animali randagi può portare a una maggiore diffusione di malattie zoonotiche (trasmissibili all’uomo) e contagiose tra gli animali. La sterilizzazione contribuisce a controllare la popolazione e, di conseguenza, la diffusione di tali malattie.
4) Educazione e sensibilizzazione. Se oltre alle campagne di sterilizzazione si includono programmi educativi per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della sterilizzazione e delle responsabilità degli animali domestici, contribuendo a una cultura di maggiore rispetto e cura verso gli animali.
5) Costi a lungo termine. Sebbene inizialmente possano esserci dei costi associati alla sterilizzazione, nel lungo termine essa riduce le spese sanitarie e di gestione degli animali randagi, poiché diminuisce il numero di animali nei canili e il costo associato alla loro manutenzione.
6) Integrazione con altri interventi.
La sterilizzazione dovrebbe essere parte di una strategia più ampia che include l’adozione, l’educazione, il volontariato e il rafforzamento delle leggi sul benessere animale.
In sintesi, le campagne di sterilizzazione sono un intervento efficace e necessario per affrontare il fenomeno del randagismo e migliorare il benessere degli animali e delle comunità.
Agostino Ruongo