Il Governo estende ancora il limite delle concessioni balneari
Hanno partorito un topolino
Con il decreto legge n 131, denominato decreto anti infrazioni, perché non è stato concepito per risolvere dei problemi strutturali ed organizzativi ma per evitare le procedure di infrazione che l’Europa sta per comminare all’Italia, come nel caso della Direttiva Bolkestein recepita dall’Italia oltre 14 anni fa e mai attuata, il Governo ha deciso di estendere la durata delle concessioni balneari fino al 2027. Una decisione che da respiro ai balneari? Non so e non credo perché serve solo ad allungare l’agonia con un’estensione durante la quale sono convinto che i concessionari esistenti non si prodigheranno certamente in opere di miglioramento delle strutture dei loro stabilimenti e che potrebbe risultare nella toppa peggiore del buco. L’Europa sembra aver sopportato questa soluzione temporanea ed il decreto legge autorizza i sindaci a concedere le estensioni fino al 2027 ma restano le tassative ed indiscutibili sentenze del Consiglio Di Stato, quelle che hanno reso invalide le decisioni dei sindaci che hanno concesso l’estensione delle concessioni esistenti fino alla fine del 2024.Sentenze irrevocabili che contrastano apertamente con il contenuto del nuovo decreto legge. Fatto che ha già causato qualche danno agli esercenti e dato vita a gare d’appalto in località come Iesolo dove storici concessionari sono stati scalzati da industriali che di balneazione sanno ben poco. Se fosse stata una decisione positiva per il settore i rappresentanti sindacali di categoria non si sarebbero messi a sbraitare. La maggiore critica è quella relativa agli indennizzi ai concessionari uscenti da parte dei subentranti. Se è vero che il nuovo decreto prevede un rimborso ai concessionari uscenti da versare da parte dei nuovi assegnatari è anche vero che tale risarcimento è relativo al “valore degli investimenti effettuati e non ammortizzati e di quanto necessario a garantire un’equa remunerazione, determinato con perizia acquisita dall’ente concedente prima della pubblicazione delbando di gara, rilasciata in forma asseverata e con esplicita dichiarazione di responsabilità da parte di un professionistanominato dal medesimo ente concedente tra cinque nominativi indicati dal Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti edegli esperti contabili. Le spese della perizia di cui al secondo periodo sono a carico del concessionario uscente”.
Considerando che la quasi totalità dei casi riguarda concessionari che detengono il diritto di concessione da decenni appare difficile dimostrare che possa esistere un investimento non ammortizzato da costituire risarcimento al subentrante Questo è valido nella maggioranza degli stabilimenti balneari che operano da sempre con le stesse strutture che ricostituiscono ogni anno per la nuova stagione. Ho fatto un giro questa estate lungo la costiera romagnola, dove il turismo balneare è una industria consolidata. Sono andato al Papete di Milano Marittima, quello frequentato dal Sen Salvini, ed ho visto l’esempio di come un pezzo di arenile può diventare un villaggio con bar ristoranti, piscina, area giochi, gazebo, insomma un meraviglioso paese dei balocchi in cui si può anche fare un bagno al mare. In quel caso il perito ha molto da calcolare per verificare se gli ingenti guadagni abbiano contribuito ad ammortizzare le ingenti risorse impiegate per realizzare un centro divertimenti come quello. Le modalità di gara restano quelle generiche, quelle basate sui principi di trasparenza ed equità e che privilegiano gli investimenti socialmente ed ecologicamente qualificanti. In decreto resta quindi uno strumento destinato ad evitare la spada di Damocle delle infrazioni europee ma non costituisce una soluzione soddisfacente per la categoria a cui offre solo una discutibilissima possibilità di estensione del periodo di concessione in corso. Intanto le nuove assegnazioni, derivanti da gare effettuate da sindaci solerti che hanno applicato la norma che sanciva la decadenza di tutte le concessioni al 31 dicembre 2023, restano pienamente valide creando così una disparità di approccio procedurale. Anche questa decisione sarà materia di lavoro per gli avvocati italiani per le istanze legali che genererà. Ma forse il Governo non aveva molte altre strade da percorrere dopo l’enorme ritardo accumulato e la necessità di decidere sotto la pressione europea.
Sergio Franchi
Italia Viva e Azione Anzio propongono di formare una coalizione civica
“Scegliamo il sindaco per Anzio”
Alla luce della decisione presa dal Ministero degli Interni di convocare le elezioni comunali per la nostra città, Anzio, i prossimi 17 e 18 novembre 2024, riteniamo doveroso far emergere alcune riflessioni urgenti sulla costruzione di un progetto civico che si assuma la responsabilità di indicare la strada per il ritorno verso una amministrazione di “buon governo”.
La prima riflessione riguarda la necessità di “rompere con vecchi schemi”, con coloro si sentono eredi del sistema di potere che ha governato questa città, a giocare su nomi dei candidati sindaci a volte onestamente improbabili a volte semplicemente incompatibili con l’esigenza di cambiamento di una comunità ferita.
Sono “vecchi schemi” pure quelli che vendono realtà a cavallo tra il civismo e l’ideologia politica per cercare solo di mettere veti e dinieghi verso chiunque non risponda alle loro imposizioni e negare alla città di poter ricostruire il proprio tessuto etico e sociale.
Per questa città serve una Visione diversa. Papa Giovanni XXIII disse che ad un viandante non si doveva chiedere da dove veniva ma dove era diretto. Con lo stesso principio noi non chiediamo di mostrare il percorso politico passato di chi potrebbe per noi essere la figura giusta come candidato sindaco ma di spiegarci dove ci vuole portare.
La seconda riflessione è abbastanza semplice. Ed è diretta conseguenza della prima.
Noi siamo per la realizzazione di una coalizione civica. Non poniamo veti, ma neanche li accettiamo. Le forze politiche di cui siamo rappresentanti qui sul territorio di Anzio si sono caratterizzate non per avere soluzioni di sinistra o di destra ma per avere delle buone soluzioni. E una buona soluzione per questo Comune è quella che la guida della città venga restituita al meglio del meglio della nostra comunità. Specialmente a coloro che sono disposti a dare il loro contributo sia come candidati al consiglio comunale o come volontari per dare ai cittadini di Anzio una altra opportunità, una altra scelta possibile. A coloro che credono che Anzio possa essere la città dei quindici minuti; a coloro che credono il Parco Archeologico della villa di Nerone non possa essere affidato senza un minimo di consultazione ad un ente parchi lontano da Anzio; a coloro che ritengono come dice il famoso architetto Renzo Piano, che le città vadano prima di tutto “rammendate” piuttosto che stravolte urbanisticamente; a coloro che ci garantiscono che se avranno onore di andare al governo della città non chiederanno prima per chi ha votato il cittadino che a loro si rivolgerà per la soluzione dei loro problemi e poi decideranno se aiutarlo o meno.
Un candidato sindaco di tale coalizione per noi deve rispondere a questi requisiti. Come quello di essere anche una figura a contatto con la realtà del territorio per via del suo lavoro e di avere un lavoro che non dipenda necessariamente dalla sua presenza o meno in consiglio comunale.
Una personalità che non sia frutto solo dell’esperienza ultradecennale della politica o che vanti di avere un consenso di preferenze a volte così alto da essere un po’ particolare in un contesto come quello che vive una città dove il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazione criminale.
Una personalità che non debba chiedere sempre prima il permesso a qualcuno quando si tratta di decidere il futuro di Anzio.
Angelo Pugliese
Presidente Italia Viva Anzio
Gabriele Federici
Commissario-coordinatore
di Azione Anzio