Il ministro Piantedosi ha firmato il decreto che stabilisce la tornata elettorale il 17 e 18 novembre per Anzio e Nettuno commissariati
Nuova competizione stessi cavalli
Non so quanti siano i cittadini di Anzio che abbiano realizzato il grado di gravità di quello che è accaduto nella nostra città. E’ avvenuta una specie di sospensione della democrazia: il Governo nazionale ha ritenuto che l’Amministrazione di Anzio, quella eletta con libero voto democratico, fosse influenzata da un sistema mafioso in modo talmente incisivo da richiedere una biennio di purificazione. Mentre è di questi giorni l’esito del processo dei malavitosi che hanno influenzato l’amministrazione comunale nulla si sa rispetto a coloro che si sono fatti influenzare e, mentre personalmente seguo con interesse quanto avviene a Velletri, non sono ancora a conoscenza di processi nei confronti di quest’ultimi che poi sono coloro che i cittadini hanno scelto quali loro rappresentanti ed a cui essi avrebbero dovuto rispondere. Sta di fatto che dopo il periodo di amministrazione eccezionale ci si aspetterebbe che si aprisse una nuova fase, dopo la peste sanificatrice di manzoniana memoria il “giusto” e la “corruzione” dovrebbero essere ben separati e un mondo nuovo dovrebbe nascere dal lazzaretto. Nasce, invece, spontanea però una riflessione: se i cittadini di Anzio, tranne casi sporadici, non hanno sentito la vergogna per essere stati i fautori di tanto scempio, la domanda è: saranno capaci di dar vita ad un mondo nuovo, potranno selezionare persone di grande pregio e di notevole capacità che riescano ad esprimere un progetto per la città di cui tutti i cittadini possano ritenersi orgogliosi? L’ultima cosa che conta in questi casi è l’appartenenza a partiti politici perché il Comune di Anzio non fa politica estera, non decide sulla sanità, non gestisce la sicurezza nazionale: molto banalmente il Comune di Anzio deve tenere pulita la città, deve curarne il decoro, deve occuparsi di chi è ai margini per portargli aiuto, deve curare l’organizzazione dell’emergenza locale ed amministrare il territorio e provvedere alla sua difesa. In questi giorni si assiste a manovre di sottopolitica di parte, di schieramenti, di candidature proposte o negate con i nomi messi in campo dalla ex maggioranza ma anche dall’ex opposizione che, ricordiamolo, non può ritenersi scevra dal terremoto che ha colpito Anzio. Non riesco a valutare se il rinnovamento dei quadri amministrativi comunali vi sia stato anche se non ho visto radicali cambiamenti delle persone. Vorrei ricordare che ogni corruzione che avviene in ambito politico comunale non può aver luogo senza un dirigente che firma il documento che formalizzi un atto amministrativo. Sono certo che la professionalità e l’esperienza di coloro che sono stati chiamati a sanare le situazioni che possono provocare illegalità, abbiano raggiunto lo scopo; ma chi sono coloro a cui affidare le sorti della nostra città dopo di loro? Dove sono i nomi nuovi? Quali i programmi ed i progetti? Si sente parlare solo di riunioni di partito per esprimere un candidato sindaco; si sente parlare di nomi di amici degli amici ed addirittura il nome di mummie preistoriche che si riteneva fossero immerse nell’obblio.
Perché non è la capacità e la statura dei nuovi rappresentanti che costituiscono elementi di selezione ma, nel sistema incrostato di familismo e nepotismo decennale che vige ad Anzio, sono i capoccia provinciali dei partiti a selezionare chi deve correre alle elezioni. Lo spettacolo della competizione fra nani a cui si assiste, il campeggiare di cariatidi improponibili e vecchi ambiziosi di scarsa caratura, oppure loro affiliati e sodali, non depone per una svolta “culturale”. Anzio è un comune in cui vanno al ballottaggio due candidati di destra, se di politica dobbiamo parlare, ma allora dove è l’opposizione, e non l’ammucchiata che si sta costituendo che unisce il diavolo e l’acquasanta? Dove sono le figure di grande spessore di quella che da molti anni è stata l’opposizione ad Anzio? Dove sono le istanze innovative e culturalmente significative proposte per Anzio? Come fa un’opposizione litigiosa e frastagliata a costituire alternativa di un sistema che la storia ha punito duramente? Un osservatore attento ma non partecipe non può che vedere il futuro di Anzio in modo pessimista e nasce il dubbio che la peste non sia capace di produrre un mondo nuovo e che l’ennesimo topolino è ciò che l’elefante avrà partorito
Sergio Franchi