Il 27 gennaio all’Hotel Lido Garda il convegno “1885-2023: 138 anni di urbanistica ad Anzio, quale città vogliamo per il futuro”
Passato, presente e futuro di Anzio
Grande partecipazione e grande interesse il 27 gennaio al convegno “1885-2023:138 anni di Urbanistica ad Anzio, quale città vogliamo per il futuro?” che si è svolto nello “storico” Hotel Lido Garda di Anzio Colonia.
Il dato più importante che è emerso è la complessità delle città del futuro che necessitano di strumenti urbanistici adeguati alle esigenze della società moderna e vicine ad un umanismo ambientale, temi ai quali l’attuale piano regolatore di Anzio non è in grado di rispondere. La società civile anziate ha risposto positivamente alla proposta di discussione aperta che gli organizzatori del convegno hanno voluto lanciare non solo su quello che è stato il passato e il presente urbanistico della città di Nerone ma anche con un occhio puntato al futuro.
In una sala conferenze davvero piena all’inverosimile, formata da operatori del settore ma anche tanti cittadini interessati alla sorte del proprio luogo di residenza, si è proceduto ad affrontare con 4 interventi di spessore il ruolo dello strumento urbanistico nella realizzazione della vita di una comunità cittadina.
Flavio Vasoli (architetto anziate di 44 anni) ha esposto il suo lavoro di ricerca sulla incredibile varietà di interventi regolatori che si sono succeduti da quando Anzio è entrata a far parte del Regno d’Italia nel 1870 fino al piano regolatore del 2005, unendoli in un filologico in grado di ripercorrere lo sviluppo sull’intero territorio comunale, sottolineandone anche le occasioni perdute per avere una città migliore.
Mauro Grassi (già direttore della unità di crisi sul dissesto idrogeologico della Presidenza del Consiglio, “Italia Sicura”, tra il 2014 e il 2018) ha posto l’accento su come sia necessario adottare per i tempi che verranno ad Anzio ma in ogni comune italiano il principio della “resilienza verso eventi estremi” per gestire meglio e pianificare la crescita della città.
Giovanni Parlanti, alla luce della sua esperienza toscana di progettista e coordinatore di Piani strutturali intercomunali (strumenti previsti dalla legislazione regionale di quei luoghi) ha esemplificato al meglio il concetto della “città dei 15 minuti”, ponendo come esempio il caso del piano strutturale intercomunale di Empoli.
Gabriele Federici (titolare dello studio associato “Gestioni Immobiliari”), ha esposto in anteprima il questionario che il gruppo di lavoro di questo convegno ha preparato per avere dei riscontri dalla cittadinanza sulla vivibilità e fruibilità di Anzio attuale. Questionario che poi andrà “on line” e sarà a disposizione di tutti.
Angelo Pugliese (giornalista e comunicatore) ha infine fatto sintesi degli interventi precedenti per concludere che l’importanza di questo convegno è stata quella di delineare con il lavoro di ricerca una “identità” di Anzio, cosa non sempre scontata; se si è coscienti della propria identità si può anche decidere cosa farne ed è questo l’obiettivo principale che bisognerà raggiungere in una città che aspetta la rinascita dopo lo scioglimento per infiltrazione criminale.
Giovanni Del Giaccio (giornalista anziate de “Il Messaggero”) ha moderato il meeting e ha gestito la fase delle domande scritte per i relatori in maniera pacata riuscendo a dare voce a chi aveva quesiti ma anche a chi aveva semplicemente delle opinioni da esporre sulla città litoranea.
L’impressione che è emersa da questo incontro pubblico è che vi è un notevole interesse da parte della comunità territoriale nel rilanciare una idea di sviluppo a misura d’uomo per la città di Anzio e che sarà di fondamentale importanza quello che accadrà nei prossimi mesi quando dopo la fase commissariale si ritornerà a parlare di programmi, politiche e idee per il futuro.
Per chi si fosse perso il convegno è possibile rivederlo al seguente link: https://www.youtube.com/live/cwzJQdNEAhs?si=fAvAmobQdkyO5sUn