Continuano le visite dei famigliari dei soldati sbarcati da noi nel 1944
Anzio e Nettuno nella storia, nel cuore e nel sole
Non sempre la storia, chiamata a rendere conto d’un conflitto mondiale, può soffermarsi sulle vicende dei singoli soldati. Erano tutti ragazzi di vent’anni arrivati su spiagge e scogli italiani rischiando la propria vita e, spesso sacrificandola. Basta guardare il grande tappeto di croci bianche del Cimitero militare americano di Nettuno e degli altri cimiteri alleati in Italia, per capire quanti di questi giovani sono rimasti qui, sotto il nostro sole. E noi che oggi abbiamo la libertà, e allora non l’avevamo, dovremmo ricordare con maggiore affetto e gratitudine questi amici che hanno combattuto per noi. Sono loro gli attori veri di questa impresa che, nel gennaio del 1944, ha dato una spallata verso la liberazione di Roma, che poi avverrà quattro mesi dopo.
L’ultimo a venire a trovarci, di quelli che allora erano ragazzi, è stato John Shirley, il 12 settembre 2016. Con lui facemmo una cerimonia al monumento della terza divisione americana a Foglino e al Cimitero americano (il Sicily-Rome American Cemetery).
Tanti, tantissimi giovani, figli o nipoti di questi soldati sono tornati per vedere i luoghi dove i loro genitori, nonni, zii, hanno combattuto e hanno riportato a casa la pelle, oppure sono morti. Recentemente ci hanno fatto visita i famigliari del medico Richard N. Skinner, prossimamente arriverà da noi Mark Hood, nipote del soldato Carl R. Hood, detto Bob, appartenente al 4° battaglione dei ranger americani, ucciso proprio il 22 gennaio 1944. Non furono molti, in verità, ad essere uccisi, perché non ci fu resistenza da parte tedesca, i quali furono colti di sorpresa. Tuttavia tra americani e inglesi della fanteria e marinai americani, se ne contarono una cinquantina.
Mark Hodd, dicevamo, ha programmato il viaggio nei luoghi che hanno visto protagonista il nonno, e quindi: Anzio/Nettuno – Cisterna – Venafro – Pompei – Maiori – Passo di Chiunzi – Napoli – Catania – Gela – Roma.
Tra i documenti che Mark ci inviò qualche anno fa, c’è un ritaglio di giornale con una intervista fatto al sergente Walter R. Sieg, uno degli uomini comandanti dal tenente Carl R. Hood: “Al mio comandante, il tenente Hood, non piaceva mandare gli uomini in avanscoperta, senza sapere dove esattamente e quanta resistenza avrebbero potuto affrontare. Egli andava personalmente in perlustrazione prima di ogni attacco. Una delle ultime cose che gli dissi prima di muoversi da Anzio fu: “Faccia attenzione signore, quando esce di pattuglia”; fu ucciso subito dopo. Mentre prestava attenzione ai suoi uomini”.
I Rangers, comandanti dal colonnello William Darby, erano stati trasportati da Pozzuoli, su tre navi della Marina britannica: la “Royal Ulsterman”, la “Princess Beatrix” e la “Winchester Castle” al comando del capitano Errol C.L. Turner.
L‘avvicinamento alla spiaggia “Gialla” avvenne senza problemi, ma con il contrattempo che la nave lanciarazzi – la quale aveva il compito di liberare gli ostacoli sulla spiaggia: mine, filo spinato e barriere antisbarco – arrivò in ritardo e non fu utilizzata e alle ore 6,45 del 22 gennaio 1944, tutti i Rangers erano sbarcati.
Alle 6,15 Darby comunicò a Turner – ancora sulla nave comando - che la città era stata liberata e alle 9,10 Turner incontrò Darby al Paradiso sul Mare, il Casinò di Anzio, che divenne per qualche giorno il suo quartier generale. Alle 17,00 – dopo un lungo lavoro per liberare il canale d’ingresso, le navi da trasporto per armi pesanti poterono entrare al porto.
Il tenente Carl (Bob) Hood aveva ventuno anni. Ferito in Sicilia, l’esercito lo aveva escluso da compiti di battaglia, ma lui rifiutò e per la propria indole di guidare i suoi uomini, la mattina del 22 gennaio, mentre procedeva sulla strada che porta alla Chiesa di S. Teresa, giunto al ponte della ferrovia, fu centrato da un cecchino tedesco in ritirata. È sepolto al Cimitero americano di Nettuno (aiuola D – fila 5 – tomba n.11).
La tomba del tenente Hood è stata adottata recentemente, dalla scuola elementare del Plesso scolastico Taurelli di Piscina Cardillo, a Nettuno. Qui, gli alunni di questa scuola, si recano tutti gli anni a deporre i fiori. Dall’altra parte del mondo, in America, Mark Hood è riuscito a creare un gemellaggio tra la scuola elementare Antonio Taurelli e la scuola elementare Gold Ridge di Folsom, una cittadina di circa 90 mila abitanti, della California. Il progetto si è materializzato quest’anno 2025.
Silvano Casaldi