I Giovani Democratici del PD di Anzio e Nettuno sono scesi in piazza
Giornata dello Studente
In occasione della Giornata dello Studente, come Giovani Democratici di Anzio e Nettuno siamo scesi in piazza per portare il nostro sostegno alla Rete degli Studenti, che durante la mattinata ha animato la città con una manifestazione volta a richiamare l’attenzione sul diritto a un’istruzione equa, sicura e davvero accessibile a tutti.
Al centro delle loro richieste c’è la mancanza di investimenti reali nell’istruzione pubblica, troppo spesso considerata un costo anziché una priorità strategica per il futuro del Paese. Gli studenti hanno inoltre evidenziato due criticità che incidono direttamente sulla loro quotidianità: la carenza dei trasporti pubblici, che limita concretamente il diritto allo studio, e la condizione spesso inadeguata e fatiscente degli edifici scolastici, che compromette sicurezza e qualità dell’apprendimento.
Come Giovani Democratici, essendo a nostra volta studenti, riteniamo fondamentale sostenere questa mobilitazione, con l’appoggio del Partito Democratico di Anzio e Nettuno. Siamo e resteremo al fianco delle ragazze e dei ragazzi che chiedono ascolto e interventi concreti, e sosterremo tutte le iniziative volte a migliorare la scuola e i servizi che la rendono davvero accessibile.
Crediamo in una scuola che offra pari opportunità a tutti, e continueremo a lavorare affinché le istituzioni rispondano con serietà alle esigenze espresse dagli studenti.
Il segretario dei GD
Anzio Nettuno
Alessandro Lo Rillo
La segretaria del PD Nettuno
Enza Combi
Il gruppo Consiliare del
PD Anzio Luca Lucarini,
Giovanni Garito,
Serena De Lucia,
Gesualda Rosa Audino
Riequilibrio PEF piscina comunale
Il Movimento 5 Stelle Anzio, dopo approfondimenti e verifiche, ha votato a favore della delibera relativa al riequilibrio del Piano Economico-Finanziario (PEF) della concessione della piscina comunale alla Anzio Waterpolis.
Una scelta ponderata, sofferta e tutt’altro che scontata, che nasce da esigenze tecniche e non certo da un’assunzione di responsabilità politica verso il concessionario.
Perché abbiamo votato a favore
La nostra decisione arriva dopo aver ottenuto ciò che avevamo chiesto fin dall’inizio: l’annullamento dell’impegno di spesa disposto a dicembre 2023 senza adeguata documentazione; la richiesta, da parte dell’Amministrazione, di tutti i documenti necessari: bilanci, fatture energetiche, PEF aggiornati, flussi finanziari, asseverazioni; il coinvolgimento del NARS, il Nucleo di consulenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha fornito un parere dettagliato e indipendente; il ricalcolo dei costi energetici sulla base di dati reali e documentati, e non su previsioni future; la rimozione dalla convenzione del meccanismo che avrebbe garantito al concessionario un adeguamento automatico del PEF in caso di variazioni future dei prezzi dell’energia.
Solo dopo queste garanzie, e dopo la verifica delle asseverazioni prodotte, abbiamo ritenuto che le condizioni tecniche minime fossero state finalmente rispettate.
La nostra posizione politica rimane critica.
Il voto favorevole non modifica il nostro giudizio politico nei confronti del concessionario,
restano infatti tutte le nostre perplessità: sulla solidità economica e gestionale mostrata negli anni; sull’adeguatezza degli interventi di efficientamento energetico; sulla capacità di garantire standard elevati di accessibilità, inclusione e servizio pubblico; sulla trasparenza dei rapporti finanziari con il Comune; sulla mancanza, in passato, di controlli puntuali che avrebbero evitato molte criticità. Per questo continueremo a chiedere monitoraggi costanti. Il Movimento 5 Stelle ha agito come forza di controllo e di vigilanza, come ha fatto in passato e come continuerà a fare.
È un atto di responsabilità verso il Comune e verso i cittadini, perché: Oggi tutti i dati sono stati finalmente verificati; l’impatto economico per il Comune è stato ricondotto ai valori reali; abbiamo evitato che il Comune pagasse più del dovuto, come sarebbe accaduto senza il nostro intervento pubblico e istituzionale.
Continueremo a vigilare. La piscina comunale è un bene della città. Il nostro impegno è tutelarlo, oggi e sempre.
Rappresentante GT Anzio
Poco o niente di nuovo sul problema delle concessioni balneari
La speranza dell’art 49
Con il decreto legge n 131 del 16 settembre 2024, convertito in legge il 14 novembre dello stesso anno, il Governo ha messo una pezza alla minaccia di infrazione europea contro l’Italia per la mancata applicazione della direttiva Bolkenstein che è diventata legge dello Stato italiano sin dal 2010, con l’estensione delle concessioni balneari marittime fino alla data ultima ed improrogabile del 30 settembre 2027. Questa proroga da un po’ di respiro ai concessionari attuali ma lascia irrisolto un grosso problema, particolarmente sentito per le concessioni su cui, negli anni, sono state realizzate grosse opere inamovibili e cioè di quelle che hanno fondazioni nel terreno e che non possono essere smontate, come la gran parte di quelle in legno e metallo che vediamo sul nostro litorale e che vengono rimosse a fine stagione per essere rimontate in primavera per essere utilizzate nella stagione estiva.
Il problema irrisolto resta quello del calcolo degli indennizzi per i concessionari uscenti specialmente di stabilimenti balneari su cui sono state costruite piscine, ristoranti, sale fitness ecc. che non potrebbero recuperare niente del capitale investito per la realizzazione di tali opere; perché, l’art 49 del Codice della Navigazione, prevede che al termine della concessione il sito debba essere restituito al Demanio nello stato in cui esso è stato concesso e le eventuali opere inamovibili, che vi siano state realizzate, debbano essere demolite ovvero acquisite da parte del Demanio senza alcun onere da parte dello stesso. Con la sentenza C-598/22 dell’11 luglio 2024, la Corte di giustizia europea ha confermato che l’articolo 49 non è in contrasto con il diritto europeo e in particolare col diritto alla proprietà privata.
Secondo la Corte Ue, i balneari che hanno costruito opere fisse sul demanio hanno accettato per contratto che tali opere alla scadenza non rimarranno di loro proprietà. Il risarcimento verso il concessionario uscente viene considerato quindi come un onere turbativo della libera concorrenza perché esso sarebbe a carico del concessionario subentrante. All’ultima edizione della fiera Sun di Rimini, il Ministro delle Infrastrutture Salvini ha annunciato che il Governo sarebbe intervenuto per modificare l’articolo 49 del Codice della Navigazione in modo da garantire gli indennizzi ai balneari che dovessero perdere la concessione in seguito alle evidenze pubbliche. La modifica dell’art 49 potrebbe prevedere un risarcimento per il concessionario uscente, da versare da parte del subentrante, per le opere che non possono essere rimosse e reinstallate.
onostante l’atteggiamento benevolo delle Autorità Europee tale modifica dovrà essere considerata accettabile. Nonostante le promesse da parte del Ministro e di altri membri della maggioranza di Governo, nessuna decisione legislativa ha cambiato le prospettive attuali, solo bozze di emendamento della legge di bilancio. Lo stato di precarietà ed insoddisfazione continua a regnare tra i concessionari, mentre a livello locale, comuni hanno indetto ed indicono gare e proceduto a nuovi affidamenti. Appare evidente che si procede senza una visione globale dell’intera faccenda, cercando di dare risposte parziali ad un problema che si trascina da 16 anni nell’indifferenza di chi non ha voluto toccare una materia così controversa e situazioni consolidate in decenni. E’ tempo di chiudere il cerchio e di dare ad un settore vitale del nostro turismo la tranquillità che merita.
Sergio Franchi