1,725 milioni del Pnrr per riqualificare l’area
Soldi per via Tiberio
Un nuovo finanziamento per riqualificare l’area di via Tiberio grazie ai fondi del PNRR. Nei giorni scorsi la giunta ha approvato un progetto per realizzare un impianto sportivo nell’area destinata a servizi e situata in via Tiberio, oggetto di piano che in una prima fase, pur essendo ritenuto idoneo, non era stato finanziato attraverso l’avviso Sport e Inclusione del PNRR.
Grazie allo scorrimento della graduatoria invece, l’ente potrà beneficiare di questo nuovo finanziamento, per un importo pari a 1 milione 725 mila euro, utili a realizzare una struttura polivalente.
“In giunta - spiega l’assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso - abbiamo approvato il progetto con cui andremo a realizzare un nuovo impianto sportivo polivalente in Via Tiberio poiché, in questi giorni, ci è stato comunicato che tramite lo scorrimento della graduatoria riceveremo un nuovo finanziamento PNRR nell’ambito dell’avviso pubblico “Sport e Inclusione sociale”.
Il progetto prevede la realizzazione di una palestra comunale polivalente (basket, arti marziali, calcio a 5, etc..) con spogliatoi, ufficio, locale tecnico e bagni. Nonché la sistemazione delle aree esterne e dei parcheggi. Il tutto per una spesa totale di € 1.725.000 di cui 25.000 € a carico dell’Ente. Sono molto soddisfatta per le scelte ed il lavoro introdotto dagli uffici e per l’ottenimento di nuovi finanziamenti a beneficio della città. L’area di via Tiberio si trova da anni in stato di abbandono e, attraverso questo progetto, potremo recuperarla e riconsegnarla alla comunità e alle nostre tante realtà associative. Trova continuità l’impegno preso, negli anni, per la riqualificazione di impianti sportivi e palestre”.
L’amministrazione nei mesi scorsi aveva provveduto a rimettere a bando lo spazio, proprio in ragione del finanziamento non andato a buon fine. Ora grazie a una ridistribuzione delle risorse, sarà possibile realizzare il piano.
Francesca Cavallin
Venne aggredito e minacciato dal suo datore di lavoro per aver chiesto di essere pagato
Risarcito il bracciante indiano
Verrà risarcito economicamente il bracciante indiano, residente ad Aprilia, che nel 2020 venne aggredito e minacciato dal suo datore di lavoro semplicemente per aver “osato” chiedere di essere pagato. Alcuni giorni fa, infatti, davanti al Giudice di Pace Penale di Latina, a conclusione di un procedimento civile durato due anni e mezzo nei confronti di un agricoltore apriliano, al lavoratore straniero è stato offerto un risarcimento per quanto subito. Resta ancora aperto il procedimento penale per caporalato e sfruttamento, promosso dalla Procura della Repubblica di Latina, ai danni del suo datore di lavoro, causa per il quale il bracciante verrà chiamato a testimoniare.
“Due anni e mezzo sono un tempo lunghissimo – spiega il segretario Uila di Latina Giorgio Carrà – ma come organizzazione sindacale siamo soddisfatti per il risultato raggiunto. Abbiamo dimostrato che, attraverso una adeguata assistenza sindacale, anche i lavoratori sfruttati possono sperare di vedere sanzionati i datori di lavoro, riconosciuti i propri diritti e, soprattutto, essere risarciti”.
La vicenda risale al 5 settembre 2020. Singh Inderbir, un giovane bracciante agricolo residente nel comune di Aprilia, venne aggredito e minacciato dall’agricoltore per cui lavorava. E ciò solo per aver chiesto di essere retribuito. La Uila fu immediatamente coinvolta dal responsabile della comunità indiana del Lazio, Singh Gurmuk e, dopo aver accompagnato Singh Inderbir al pronto soccorso, è rimasta sempre al suo fianco, fornendo tutta l’assistenza legale necessaria attraverso l’avvocato Michele Saveriano incaricato dalla Uila-Uil.
“Il problema principale nelle situazioni di sfruttamento e caporalato – continua Carrà - è la difficoltà e i tempi biblici necessari per riuscire a far valere i diritti salariali, previdenziali e assistenziali dei lavoratori coinvolti. Questi ritardi minano profondamente la fiducia dei lavoratori nella possibilità di denunciare gli sfruttatori e, di conseguenza, ottenere un risarcimento. Purtroppomancano ancora nella legislazione dei tasselli essenziali a garantire queste certezze. È un problema che tutti i progetti promossi da soggetti istituzionali e privati nell’ambito dei tanti finanziamenti pubblici previsti dal piano nazionale contro il caporalato, non hanno mai affrontato”.
Per la Uila una risposta immediata alle lungaggini della burocrazia sarebbe l’istituzione di un fondo di garanzia.
“Ribadiamo la necessità di introdurre delle norme che prevedano la possibilità per i lavoratori di ottenere in tempi brevi la mancata retribuzione - aggiunge il segretario generale Uila Stefano Mantegazza - pensiamo, ad esempio, alla costituzione di un fondo di garanzia gestito dall’Inps che, a seguito di una diffida accertativa emessa dai servizi ispettivi, intervenga a favore dei lavoratori erogando loro il credito accertato, senza doverli costringere a inseguire questo diritto attraverso complicate e lunghe procedure legali”.
Alessandro Piazzolla