Questione di pubblico o di partecipanti? Che cos’è un pubblico? E, in special modo, cos’è un pubblico letterario?
Sembra che il lungo inverno della pandemia non abbia lasciato insegnamento se, ancora in tutte le manifestazioni culturali, cerchiamo l’evento che sostenga il probabile bestseller. Misurare il valore di una festa per la letteratura dal numero degli spettatori insorti e insorgenti da ogni dove o avvalersi del metro della capacità del teatro che ospita astanti dell’ultim’ora non costituiscono garanzia di equanimità e, ancora meglio, di qualità. In tal senso, nel riconsiderarle ancora ben più che attuali ed estendendole alle principali accoglienze pubbliche e a tutte le manifestazioni dei generi della pratica letteraria, facciamo nostre le parole profetiche di Alfonso Belardinelli, spese a quasi trent’anni di distanza dalla prima edizione del Pubblico della poesia del 1975: «In tutti i campi vige il sistema del grande evento, del bestseller. Si tratta però di un fenomeno temporaneo e limitato ad un ristrettissimo numero di autori, spesso estranei al nostro contesto culturale». Ebbene, quegli autori di immediata presa sul pubblico sono gli stessi che coincidono con il consenso di una giuria supportata da un’istituzione posta a garanzia di una taciuta popolazione di artigiani della parola letteraria?
Vi è una latente nei discorsi di quanti sostengano sia la forza democratica di un concorso letterario aperto agli autori minoritari e non celebri sia l’acclamazione ostentata di un pubblico vasto e indeterminato. La letteratura non è un fatto elitario che esclude a priori i tentativi e i progetti dei coraggiosi che scrivono e continuano a scrivere. Ma, di contro al suo pubblico esercizio, la letteratura non merita di essere passata al crivello del consensusgentium. I tanti concorsi letterari che si aggrovigliano anno dopo anno trovano sempre nuove formule orami diverse da quelle dell’acclamatiopopuli e ciò nella speranza di salvaguardare il giusto spazio dei vincitori. È strano che non ci si soffermi mai sulle cifre dei partecipanti e sulle rose dei possibili e selezionati vincitori, ma solo sugli astanti delle premiazioni! Avvalendoci delle parole di Riccardo Tanturri de Horatio, fondatore del Premio Scanno (1972), ricordiamo una sorta di emblema che ha guidato le iniziative all’origine delle recenti sei edizioni – quelle per le quali il Comune della Città di Pomezia è intervenuto direttamente – del Premio letterario internazionale Città di Pomezia: «il mito del premio come valore assoluto è appunto un mito». Non sta a noi ridurlo alla partecipazione massiva di autori che, salvaguardato il loro anonimato, continuano a inviarci opere e a sottoporle all’analisi di una giuria nutrita e operante a scrutinio segreto. Questi sì che sono numerosi, come ben si constata dalla consultazione dell’Albo d’oro e dalla nutrita sitografia di riferimento!
Massimiliano Pecora
Presidente della XXXIII
edizione Premio letterario
internazionale
Città di Pomezia
Opere vincitrici
Nuova formula per la XXXIII edizione del Premio Letterario Internazionale Città di Pomezia.
Dopo una selezione di quasi trecento opere, si è svolta la cerimonia di premiazione, il 3 novembre 2024 presso il Simon Hotel di Pomezia. Il presidente, Massimiliano Pecora, l’intera giuria (Claudio Carbone, Fiorenza Castaldi, Manuela Mazzola, Piergiorgio Mori, Davide Persico, Daniela Sannipoli, Giuseppe Sergi), i presidenti onorari, Franco Campegiani e Giorgio Mattei, insieme all’amministrazione comunale, al vicesindaco Alessandro Soria e al sindaco, Veronica Felici, hanno accolto i finalisti del concorso.
L’evento, iniziato alle 11:00, è terminato alle 17:00 con una pausa pranzo, momento di convivialità apprezzato dagli invitati giunti da varie città d’Italia.
Opere vincitrici
Sezione A Raccolta di poesie o poemetto
Primo premio a Di un padre di Elisabetta Liberatore (Pratola Peligna- AQ)
Secondo premio a Il mio palato adorno di stelle di Elisabetta Sancino (Inzago-MI)
Terzo premio a L’oro dell’anima di Rita Rosina Fratto (Soveria Simeri-CZ)
Quarto premio a Pensieri d’Oriente di Francesco Bushi Marotta (Milano)
Quinto premio a Inevitabile divenire di Stefano Peressini (Napoli)
Sezione B Poesia singola
Primo premio L’erba calpestata di Tiziana Monari (Prato)
Secondo premio a Sui sentieri dei limoni di Antonella Riccardi (Roma)
Terzo premio ex aequo a Dimenticandosi di Michele Gentile (Roma)
Terzo premio ex aequo a Nel nitido mattino di Cristina Marchesan (Staranzano-GO)
Quarto premio a Solitudine di Noemi Fiorino (Castelforte-LT)
Quinto premio a Odore di mare di Laura Costantini (San Benedetto del Tronto -AP)
Sezione C Poesia in vernacolo
Primo premio a Rimmi o matri di Angelo Baragona (Sciara-PA)
Secondo premio a Tuttu e nenti di Bernardo Carollo (Castellammare del Golfo-TP)
Terzo premio a Duu roeusi di Lodovico Ferrari (Borgosesia-VC)
Quarto premio a ‘U maéstru ‘limintàri” di Cesare Teodoro Mercuri (Lamezia Terme –CZ)
Quinto premio a Vé amò a troàm di Angelo Bergomi (Rovato- BS)
Sezione D Racconto o novella
Primo premio a Chi vuole vedere la mamma di Luca Fazi (Gualdo Tadino-PG)
Secondo premio a La ruota azzurra di Alessandro Porri (Roma)
Terzo premio a Agnesina Colonna e il miracolo di San Filippo Neri di Sonia Testa (Sermoneta)
Quarto premio a La barba invisibile di Iacopo Destefani (Villamarzana- RO)
Quinto premio a Il televisore di Michele Massa (Bologna)
Premi speciali della Giuria
Antonio Maria Masia
Imperia Tognacci
Premio speciale per autori stranieri
Chen Ruizhe (Su Yun)
Sia i vincitori sia i finalisti hanno espresso complimenti per l’organizzazione, per il momento conviviale, per la calorosa accoglienza e per il giusto spazio concesso a tutti gli autori presenti.
Dunque, la nuova formula, compresa di nuova location e pranzo conviviale si è rivelata vincente.
Manuela Mazzola