Intervista al neo assessore ai servizi sociali, sport, istruzione, promozione del territorio e comunicazione Cristiano Davoli
Un assessore esperto in comunicazione
Dai primi di novembre Cristiano Davoli è il nuovo assessore ai Servizi sociali, Sport, Istruzione, Promozione del territorio e Comunicazione del Comune di Pomezia.
Davoli ha 53 anni ed è un giornalista, esperto di comunicazione. Precedentemente è stato addetto stampa del Comune di Pomezia.
- Davoli lei è giunto a Pomezia nel giugno del 2024 accettando l’incarico di addetto stampa, Mi è stato riferito che allora fu contattato perché serviva un esperto per migliorare la comunicazione dell’amministrazione. Ora come vanno le cose?
“Beh, è un po’ come chiedere all’oste se il suo vino è buono! Io sono arrivato con le mie idee, la mia esperienza e ho impostato un lavoro. Mi auguro che chi verrà dopo di me continui sulla stessa linea”.
- Il suo incarico di assessore ha poi sorpreso un po’ tutti. Come si è giunti alla sua nomina?
“Ho lavorato per un anno al fianco di una persona che ho imparato ad apprezzare e ammirare per il suo modo di gestire, di amministrare e per la visione che ha della città. Mi ha chiesto di impegnarmi nel ruolo di assessore, ho accettato e lo farò con impegno. Sul perché abbia voluto nominare me… Beh, dovete chiedere al Sindaco. Non a me”.
- Quando lei ha accettato la nomina ad assessore vi sono state polemiche su una sua precedente candidatura a Roma nella lista del Pd. Cosa risponde a chi lo ha criticato?
“Nessuna risposta in particolare. Comprendo le loro critiche, ma hanno scritto di me persone che non mi conoscono e che non hanno condiviso il mio percorso né professionale, né tantomeno di vita. Hanno espresso giudizi - anzi pregiudizi - senza sapere, barricandosi dietro concetti come la coerenza in politica. Il punto è che queste stesse persone che esprimono giudizi su di me, parlano di coerenza in un contesto politico dove i partiti prima dicono una cosa e poi ne fanno un’altra; prima rifiutano alleanze per identità e diverse vedute sul Paese per poi unirsi. Mi lasci dire che allora loro sì, appaiono alla ricerca di poltrone e poco credibili. Io credo che la coerenza non sia un’etichetta, ma un principio di vita. Su questo rimango fermo: coerente con i miei valori e con il mio percorso. Per il resto, non c’è nulla da aggiungere: hanno scritto in modo superficiale sulla mia persona, senza conoscermi. Non è una questione di essere contro qualcuno, ma semplicemente di constatare che chi parla senza sapere non può esprimere un giudizio fondato”.
- Conosceva la nostra città? Ora che la frequenta che idea si è fatta del nostro territorio?
“Non conoscevo Pomezia prima, e credo che questo sia stato per me un vantaggio: posso apprezzare anche ciò che per chi vive qui è scontato. Ho visto grandi potenzialità e il mio impegno, per quanto mi compete, sarà quello di metterle in risalto, cercando – altresì - di risolvere le criticità che, invece, ho individuato. Non è facile lavorare in una città nuova, dove non conosci persone e dinamiche locali, ma devo ringraziare chi mi ha accolto come in famiglia: Veronica, Dylan, Riccardo e Luciana… Senza nulla togliere agli altri della Segreteria e alle persone con le quali in Comune sinora ho lavorato”.
- Come addetto stampa ha promosso, lo scorso settembre, l’iniziativa “Pomezia a tavola”. Quale era l’obiettivo di questo evento e in generale come è andata?
“Per quanto riguarda “Pomezia a Tavola”, per questa prima edizione posso dire che “ci abbiamo messo la faccia” con uno spot pensato per attirare gente da fuori, per trovare un modo per far conoscere Pomezia e quello che di bello – o meglio, in questo caso buono! – ha da offrire. È un momento di festa, come tante altre città organizzano, per far conoscere i prodotti tipici oltre le mura cittadine. Manifestazioni come questa, nascono grazie ad enti superiori – come la Regione – che forniscono i primi fondi per dare impulso all’idea. L’obiettivo, ovviamente, è creare le condizioni - in pochi anni - affinché queste iniziative crescano e camminino con le proprie gambe, diventando appuntamenti stabili e autosostenibili, capaci di generare valore per il territorio nel lungo periodo. Iniziative di questo tipo, infatti, sono fondamentali per attrarre visitatori, fare economia e portare indotto, promuovendo le eccellenze locali. Tra queste, il Torvicello, che è stato il cuore del progetto ed è davvero unico!”.
- Lei ha delle deleghe molto importanti: servizi sociali, sport, istruzione, promozione del territorio e comunicazione dell’ente. Mi dice come intende procedere, gli obiettivi da raggiungere e quali sono le iniziative da mettere in campo, per ottenerli?
“In tutti i settori voglio portare la mia esperienza e spero che il mio punto di vista, di “tecnico venuto da fuori”, possa essere un punto di vista utile ad affrontare le criticità. Per il resto abbiamo un programma da seguire al quale vorrò aggiungere del mio,tuttavia mi sembra prematuro raccontarlo.
Sicuramente il sociale è la parte più impegnativa e sulla quale avrò bisogno di tutte le forze volenterose della città per aiutare chi purtroppo da solo non ce la fa”.
A.S.