Commemorato Santo Pelliccia, paracadutista e reduce di El Alamein
Il Leone della Folgore
Domenica, 29 agosto 2021, presso il Cimitero Civile di Nettuno, si è tenuta la commemorazione del Paracadutista e “Leone” della Folgore Cav. Santo Pelliccia, uno degli ultimi superstiti dell’epica Battaglia di El Alamein, combattuta dal 23 ottobre al 5 novembre 1942. Il Cav. Santo Pelliccia, che al termine della guerra si era arruolato nella Polizia di Stato, già residente a Nettuno, è deceduto a Roma il 31 agosto 2019.
La cerimonia, organizzata dai sigg. Giovanna Ganna di Bologna e Giancarlo Flamini di Anzio, già appartenenti alla Brigata “Folgore” ed amici fraterni di Santo, ha visto la partecipazione di numerosi ex commilitoni, giunti a Nettuno da ogni parte d’Italia, alcuni di loro anche dall’Estero, e diverse Associazioni d’Arma del territorio, tra le quali l’Associazione Nazionale Polizia di Stato (ANPS); l’Associazione Nazionale Carabinieri (ANC), l’Associazione NEMBO; l’Associazione dei Marinai e tante altre.
Hanno, inoltre, preso parte alla cerimonia, oltre al figlio Sandro Pelliccia, il Generale di Brigata Maurizio Fronda, Comandante della Caserma CIDE di Anzio; l’Assessore al Comune di Nettuno Claudio Dell’Uomo ed il Consigliere Massimiliano Rognoni, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale; il Cav. Ufficiale Tommaso Bove, Presidente Nazionale dell’Associazione degli Insigniti OMRI (ANCRI), della quale Santo Pelliccia era Socio Onorario ed il Cav. Arnaldo Albini, Segretario della locale Sezione ANCRI, con il Labaro dell’Associazione.
Durante tutta la cerimonia, stato presente anche il Fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, per la cui liberazione ai tempi della detenzione in India il Cav. Santo Pelliccia si era prodigato attraverso molteplici iniziative.
Particolarmente toccante la commossa presenza dei coniugi Vincenzo e Maddalena Catenaro, genitori del giovane Paracadutista della Folgore, Gianluca Catenaro, Medaglia d’Oro dell’Esercito, deceduto in servizio il 22.09.1994 in Spagna, nel corso di un’esercitazione della Nato e commemorato insieme a Santo Pelliccia.
La cerimonia di commemorazione ha avuto inizio con una Santa Messa officiata nella Chiesa di Santa Maria del Quarto, sita all’interno del Cimitero Civile, officiata da don Walter Giusti, Cappellano Militare in pensione che ha avuto parole toccanti per i due Parà ricordati.
Al termine, tutti i presenti, in una processione aperta dai genitori del Parà Gianluca, accompagnati dal Marò Massimiliano Latorre e dal Generale Maurizio Fronda, hanno raggiunto la tomba, allestita col Tricolore, del “Leone della Folgore” Santo Pelliccia, ove è stata deposta un corona, mentre un Militare in uniforme intonava le struggenti note del Silenzio d’Ordinanza.
Particolarmente significative le parole del consigliere Massimiliano Rognoni, che nel ricordare la figura di Santo Pelliccia lo ha definito come un “figlio di Nettuno” e quelle conclusive del breve, ma significativo, messaggio di saluto del Generale Fronda: “Dobbiamo riconoscenza a persone come Santo Pelliccia e memori del Suo alto esempio, non dobbiamo mai vergognarci di pronunciare la parole “Patria”…
Tommaso Bove
La riflessione a voce alta di Giuseppe Chitarrini
Draghi è di destra
Nel precedente numero d “Il Litorale” riflettevo sul governo Draghi, come esso -mi sembra – vada sempre più connotandosi come un governo di destra: una neo oligarchia tecnocratica marcatamente virata a destra. Per affermare ciò prendevo lo spunto dalla frettolosa arroganza con la quale era stata snobbata la proposta di Letta di tassare le super eredite superiori ai 5.000.000 di Euro (in Italia, forse unica al mondo, le tasse sulle eredità sono ‘piatte’ al 4%), per costituire un fondo da riservare alle prossime generazioni che, visto la dilapidazione economica, culturale, ambientale, occupazionale ecc., in corso, avranno ben poco da stare allegri. La proposta è stata liquidata su due piedi e senza appello. Forse un comportamento così lesivo verso il futuro della propria specie non si era mai visto nella storia dell’umanità.
A ulteriore conferma di questa ‘connotazione’ di destra e alla faccia di quelli che propugnano ideologicamente la fine di ‘destra’ e ‘sinistra’ e delle ideologie e anche delle condizioni ‘di classe’, ecco che è arrivato lo sblocco dei licenziamenti che rischia, soprattutto in questi periodi di pandemia (e con la scusa di quest’ultima), di far precipitare il sistema delle occupazionale con l’esplodere di ulteriori diseguaglianze, un vero e proprio disastro sociale. NO alle tasse delle eredità dei super ricchi e SI al baratro dei licenziamenti, dal 2 luglio siamo di fronte ad uno stillicidio quotidiano di chiusure, licenziamenti con le più diverse modalità, delocalizzazioni ecc. Sarò manicheo, sarò ideologizzato, sarò moralista, fazioso e novecentesco, ma più chiaro di così….Insomma mi pare ci siano marcate avvisaglie di un rincominciamento post pandemico segnato dalla restaurazione e da una diffusa deregolation e un iperliberismo che avrebbe fatto sognare la più accanita Thatcher nei ‘magici’ anni ’80.
Certo al governo va dato merito di aver scantonato le barricate no mask, no vax, no pass: un repertorio variopinto dall’arditismo primigenio dei grillini, ai neofasci, poi i negazionisti, populisti e sovranisti di ogni ordine e grado, pallonari e scettici internettiani, complottisti paranoidei, ‘libbertari’ dell’apericena, miscredenti in buona fede ecc., passando anche dalle parti della Lega e Fratelli d’Italia (a qualcuno di questi ultimi va attribuita la teoria dei 40 anni, cioè che per gli infraquarantenni il vaccino era inutile[la vita comincia a 40 aa](!??!). Comunque anche questi ultimi stanno dando l’esempio, si sono rabboniti e in questi giorni stanno assumendo il vaccino (l’amor di Patria ha spinto la Meloni a vaccinarsi -29 luglio- dopo aver compreso che la Patria ha anche bisogno di salute individuale e pubblica). E’ un merito per Draghi però è relativo all’etica pubblica e alla crisi sanitaria e che nulla toglie alla connotazione di destra che va sempre più assumendo il governo.
Non siamo di fronte a una parentesi pandemica, ma di fronte a un’epoca pandemica: al probabile, futuro avvicendarsi di una sequela di varianti e virus più o meno della stessa specie Covid: una contingenza epocale, dovuta alle varie forme di predazione e squilibri arrecati ai sistemi naturali ed ecologici; un’epoca che non potremo non affrontare se non con una strategia vaccinale a lungo termine al nord e al sud del mondo e cambiando stili di vita e di accumulazione delle ricchezze e dei profitti, tutte cose che non possono essere affrontate con le strategie di Bolsonaro, ma neanche con il liberismo e la deregulation. Tanti sono gli indizi, nell’ultima decade di luglio, si profila all’orizzonte anche l’ombra della liberal-montiana Fornero. Poi c’è la riforma della Giustizia, rispetto la quale non ho gli strumenti per commentare ma, da ‘profano informato’ e viste le numerose opinioni critiche, anche questa mi sembra un’altra ‘libberisticata’ che piace a Renzi e a Berlusconi che vorrebbe anche ampliarla. Poi il DDL Zan, che se passerà, sarà dopo essersi svuotato di tutto il suo portato di tutela e innovazione nell’ambito dei diritti civili. Insomma, i segnali sparsi sono tanti e di diversa natura; una eterogenea semiotica che sta a significarequel che dicevo: un governo di tecnocrati liberisti, marcatamente virato a destra; cosa che, secondo me, richiederebbe un radicale ripensamento critico del Partito Democratico e Art.1.
La proposta della tassa sulle successioni dei superricchissimi in favore delle prossime generazioni, già da ora depredate e deprivate, è stata respinta con un’ingiusta perentorietà; ciò però non deve scoraggiare più di tanto l’azione politica: è infatti in corso una raccolta di firme sulla Next generation tax, anche se luglio e agosto non sono certo i mesi più favorevoli per dare il via a questo tipo di iniziative. La speranza di una vera rinascita post-pandemica, caratterizzata da una diversa economia e una diversa distribuzione sfuma miseramente.
Giuseppe Chitarrini